lunedì 18 maggio 2009

Sulla nave

Cosa sia accaduto tra Ridgell e la guardiana non si saprà mai.-

Non credete a voci di corridoio masteresche…..

Arriviamo al porto e qui, come prevedibile, troviamo un plotone di guardie ad aspettarci che, con modi gentili ma fermi, ci intima, prima di partire, di vergare con tratti decisi ed in bella grafia il nome di chi ci ha mandato su questo continente.-

La domanda, apparentemente di semplice risposta, scatena nei nostri eroi delle reazioni ossessivo-compulsive premestruali catto-comuniste.-

Mentre Ridgell, con pergamena e calamaio in mano sta per scrivere C……., inizia una fervida e fervente discussione su chi ci abbia realmente mandato qui.-

Ailin e Ridgell, che è un semplice scrivano, se ne sbattono e scriverebbero tranquillamente il nome della più troiesca guardiana.-

Apelios il mistico ed Alkatel il paladino, animati da sacro e veritiero fuoco clericale, evidentemente non ancora paghi della precedente cazzata di idea di aspettare un mese, onde mettere in ginocchio l'economia dell'intero continente, per poi farci nominare signori degli elfi, inventano una nuova, ferventissima, ideona.-

I pii credenti, infatti, basandosi sul sacro principio che qualsiasi cosa facciano è per volere di Xar, non hanno dubbi sulla bontà del dover scrivere tale sacro nome sulla pergamena.

Emon Pok, per pura piaggeria, li appoggia con vergognosa dedizione.-

Dopo appena due ore di esegesi della religione Xaresca, il rischio della frantumazione testicolare (specialmente in Ridgell….) è tale per cui gli evocati, da bravi evocati, smettono di far notare l'ovvietà dell'ovvio e Ridgell, con mano ferma e precisa, scrive il richiesto nome del loro dio sulla pergamena.-

Una guardia porta la pergamena al Re (dentro una locanda) che la prende abbastanza bene, ci risponde con poche righe altrettanto insulse, (stranamente un Re non troppo rompicoglioni) e, nello stupore generale, riusciamo ad imbarcarci e salpare.-

Qui Ridgell ed Ailin, unici ad essere quasi dei lupi di mare, ovviamente stanno malissimo e perdono tutta la loro magia.-

Il mattino dopo, seguente ad una notte quasi di bonaccia, mentre i maghi stanno per studiare gli incantesimi, ecco che un'altra provvidenziale tempesta li priva nuovamente di tutta la loro magia.-

Qui Ridgell, privo dei suoi poteri e del colore del cedro, chiede di poter rimanere sulla nave, in quanto ritiene di essere più un peso per gli altri che di aiuto.-

Solo un lunghissimo panegirico di Apelios, che gli ricorda quanto la compagnia abbia bisogno della sua esperienza e dei suoi saggi consigli, convince l'umile e per nulla sensibile ai complimenti Arcimago ad accettare di sbarcare sull'esiziale isolotto.-

Sbarcando Emon Pok rimugina tra se e se: "Quindi se qualcuno mi manda a cagare, in realtà è stato X…..".-

Fortunatamente non riesce a terminare l'impegnativo pensiero perché, nell'ordine: pesta una merda di dimensioni colossali, scivola, cade di faccia su un altro escremento più piccolo ma più maleodorante, bestemmia, si sloga una spalla nel tentativo di rialzarsi, ribestemmia, gli cadono i pugnali nella merda di prima, capisce che è meglio tacere, chiede ad Apelios di confessarlo, ripulisce il tutto, però inizia a guardare i due evocati con un nuovo e differente interesse……

mercoledì 6 maggio 2009

Il Re

Mentre mangiamo anche ad Alkatel ed Apelios l'idea di aspettare un mese, onde mettere in ginocchio l'economia dell'intero continente, per poi farci nominare signori degli elfi, comincia ad apparire per quello che realmente è, cioè un'enorme cazzata.-
Decidiamo, quindi, con la consueta spensierata bonomia, di accettare la missione suicida (recuperare l'oggetto di rilevazione e, se possibile, anche l'ammiraglio appeso allo stesso….) e, pertanto, raggiungiamo la nave ed il suo permalosissimo capitano.-
Qui, dopo uno scambio di sapienti slinguazzate, concordiamo la lista della spesa che consiste, nel dettaglio:
Ailin: 1550 razioni, 140 torce, 80 barili di pece, 500 km di corda, 2300 frecce;
Emon Pok: timo per preparare il bidet rinfrescante;
Alkatel: polvere divora odor per i piedi;
Apelios: pacco famiglia di nuvenia poket;
Ridgell: 100 litri di sangiovese.-
Il capitano ci congeda, dicendo che ci farà trovare il tutto all'alba del giorno dopo e ci consiglia di passare la notte nella locanda, onde riposarci meglio in attesa del periglioso viaggio dell'indomani.-
Così facciamo, quand'ecco che veniamo contattati da un sudatissimo ed eccitato oste, che preannuncia l'arrivo dello strano elfo, quello molto bello, molto tatuato, molto nobile, molto elfo, che accompagnava il capitano della nave.-
L'elfissimo, bellissimo e stronzissimo, senza tanti giochi di parole, dopo che abbiamo tanato la sua regale condizione, e lui ha tanato la magnifica spada di Apelios (quella che brilla come lucidata col Sidol in mano alla guardiana), ci fa tre domande:
Volete voi che questo continente abbia un unico Re?
Volete andarvene?
Nel caso dell'unico Re, fareste me?
Noi rispondiamo: Ni, no, ni.-
Per motivi che si sfuggono completamente, al Re "Ni, no, ni" non dispiace più di tanto e ci lascia vivi e liberi di partire per la missione suicida.-
Come tutti i Re, però, non disdegna l'eiaculazione di alcune ovvie perle di saggezza, quali:
Sappiate che è molto pericoloso andare sull'isolotto;
Dovendo scegliere tra l'oggetto e l'ammiraglio (con equipaggio), salvate ovviamente l'oggetto;
I non morti sull'isolotto odiano gli evocati;
Se in questo mondo non vi hanno ancora fatto il culo è perché viaggiate insieme alla guardiana;
La Fortitudo andrà in A2.-
Confortati da tali sagge e profetiche parole, soprattutto le ultime, i nostri eroi vanno a letto felici e contenti.-
Alkatel sogna Tayga e, nel sonno, appoggia una manona sul culo di Apelios.-
Apelios, invece, perfettamente sveglio, sta immobile per non svegliarlo….
Ridgell va a trovare la guardiana che, per una volta, stranamente, forse intrigata dal buon senso dimostrato dallo strano Arcimago evocato, lo fa entrare nella sua stanza.-
Cosa accade poi, chissà, lo saprete alla prossima puntata.-