martedì 25 maggio 2010

Il quadro generale

- 8 giorni

"Ci vorrebbe qualcuno che sfidasse in duello mio figlio….. Non potrà essere KorVak perché è troppo forte e lo ucciderebbe di sicuro. Non può essere uno dei miei uomini, non starebbe bene. Ci vorrebbe qualcuno non troppo forte per ucciderlo….., non del mio popolo….., che se anche si sacrifica nessuno ne sentirebbe la mancanza……..! Cosa fate voi stasera?"

"Vado io!" esclama Alkatel ottimisticamente certo di potersi confrontare con il super tatuato principe.

Un silenzio accigliato cala sul gruppo. Ci guardiamo l’un l’altro con fare circospetto, poi Ridgell esclama:

"Non posso permettere che sia uno degli evocatori a duellare e sacrificarsi contro vostro figlio il principe. Mi oppongo!" il mantello nero svolazza con grande drammaticità.

Ailin che conosce da molto, ma molto tempo il mago nero, rileva una sfumatura di scarsa sincerità in questa nobile frase, ma saggiamente decide di assistere all’evolversi degli eventi. Apelios, saturo nel suo ruolo di “capo compagnia facente funzioni” rassicura Ridgell e volgendo uno sguardo all’apatico e assente paladino commenta:

"Tranquillo mago, lui sa a cosa va in contro, ma come vedi è felice….., e poi chi altro possiamo mandare……. Tu forse? Ricordati che gli evocati non possono intraprendere il duello". Ad Ailin, decisamente più rasserenata, non sfugge il piccolo e discreto sospiro di sollievo del mago.

Una volta presa la terribile decisione, non ci resta che organizzare al meglio la rivolta armata.


  • Korvak andrà a cercare “amici” là dove il passaggio segreto ci è stato chiuso in faccia.

  • La compagnia andrà a reclutare i cavalieri di Grifoni ancora fedeli al re. Sarà necessario recarsi alla scuderia un po’ più lontana dal castello e abbastanza difficile da raggiungere. L’aiuto degli uomini ratto sarà prezioso, perché permetterà di raggiungere le stalle attraverso passaggi sotterranei sconosciuti ai più.

  • Alkatel resterà in compagnia del re pronto a sfidare il pretendente al trono al momento opportuno davanti alle porte del castello.

Si potrebbe pensare che a questo punto tutti siano pronti ad agire come soldati ben addestrati seguendo meticolosamente il piano………, e invece no! Come bambini ancora sotto la custodia della governante tutti cominciano a piagnucolare per soddisfare i propri bisogni.

Ailin: "……e le nostre armi, io non mi muovo senza il mio arco elfico". Balakov: "….le mie due asce, mi sento nudo senza di esse….." Ridgell: "Il libro degli incantesimi……!" Ailin: " Si i nostri libri degli incantesimi…..!" Ridgell:"Io sono da proteggere senza le mie magie, senza incantesimi è inutile che venga con voi. Voglio il mio libro delle magie!" Apelios: " ah, le mie fragranti bende di Kovac, certo che se le avessi sarei molto più forte…." Askew: "…la mia grande ascia….., chissà se la rivedrò….." Alkatel: "Anch’io, voglio il mio spadone a due mani……, la mia balestra pesante….., la mia armatura magica riflettente………, il mio anello +2……., "

Alla fine Ailin dichiara "E’ deciso, una piccola squadra cercherà di recuperare le nostre cose dalle prigioni……….. Faremo un tentativo, silenziosi e senza dare nell’occhio, si intende!"

Gli sguardi si posano sull’assente Alkatel e qualcuno acidamente commenta a mezza voce "Alkatel va con il re……, vero?"

Per la missione di recupero vengo scelti Balakov, Apelios, Askew e Korvak.

Ripercorrendo i passaggi segreti ormai noti giungono alla porta della sala delle torture. Balakov con innata abilità (chissà forse in una precedente vita era un ladro o uno scassinatore…) apre la robusta porta. Nell’inquietante sala dei tormenti, in un angolo ammassati ci sono i nostri sette zaini. Per la verità non sono sette, sono otto. Che strano!

Che strano! Sottolinea lo spirito attento di Ailin.

Che strano! Commenta Korvak.

Che strano. Sussurrano ancora alcune voci dalla tribuna!

Balakov con circospezione si avvicina “a spina di pesce” al mucchio disordinato. Nel momento in cui allunga una mano, uno degli zaini, ovviamente il più grosso, si anima. Da ogni buco gli spuntano sgradevoli zampe artigliate e lungo un profondo taglio compare una mostruosa chiostra di zanne.

"E’ la terza volta che viene detto! È strano!" commenta qualcuno.

Il combattimento è di breve durata e appena un affondo preciso lo colpisce, lo “zaino” esplode investendo in pieno il guerriero e l’elfo tatuato e provocando anche una sonora detonazione che riecheggia per tutti i corridoi.

Segue una precipitosa fuga nella speranza di non venir nuovamente imprigionati. Gli uomini ratto si ingegnano a bloccare meglio la porta segreta che porta alle fogne per ritardare i probabili inseguitori.

Conclusosi il “tentativo silenzioso e senza dare nell’occhio” ci riuniamo al re che nel frattempo ha scambiato qualche chiarimento con il chierico. Apelios fa il quadro generale. Poco dopo ci rendiamo conto del parziale fallimento della nostra incursione quando ci accorgiamo che fra le nostre amate cose mancano alcuni preziosi oggetti fra cui i libri di magia dei maghi, i cristalli di Tayga e altro ancora.

Mentre i due evocati sono abbracciati uno all’altra per consolarsi della terribile perdita, compare il ratto sciamano che li convoca alla sua presenza. Un suo tanto magico quanto potente tocco, attiva nella mente affranta dei due maghi un incantesimo di “riattiva memoria subliminale” che permette loro di recuperare gli incantesimi studiati il giorno prima. EVVIVA! In cambio dovremo uccidere un terribile mostro acquatico che tormenta e terrorizza la popolazione degli uomini ratto. Ci pare un equo scambio.

Fatto ciò è ora di sincronizzare le clessidre (fra quattro ore appuntamento all’ingresso del castello a volo di grifone) e partire per la missione guidati per i nascosti sentieri sotterranei da alcuni uomini ratto. Arriviamo all’ingresso di un’immensa grotta quasi interamente occupata da un sinistro lago luminoso e lattescente. Solo una stretta striscia di “spiaggia” è percorribile per superare la vasta spelonca. È senza dubbio la residenza dell’essere che dobbiamo uccidere.

Ailin inventa una “creazione spettrale” di piccoli esseri simili agli uomini topo e li manda a camminare lungo la lingua di terra che costeggia il lago. Dopo poco dall’acqua emerge un mostro con un’enorme bocca che fagocita gli esserini. Rimaniamo senza parole. E ora che fare? Viene preparata una meravigliosa strategia:


  • 1° round – Ridgell attiva un parare un colpo e come un’esperta meretrice si mette a passeggiare lungo la spiaggia. Al comparire della testa della seppia troppo cresciuta Ailin lancia un attacco elementare di fuoco; gli altri, armi da lancio.

  • 2° round – scappiamo………

  • 3° round – Ridgell replica la sua scenetta. Quando finalmente la testa e i tentacoli del mostro escono con tutta la loro furia la comincia la vera battaglia.

  • 4° round – sottili tentacoli avvolgono Ridgell e lo buttano in acqua……., splasssh! Dardo di Ailin; Balakov è incerto….., furia o non furia? Apelios………, tentacoli……, splassssh! Intanto la testa del mostro soffia acido su Askew.

Tutto termina abbastanza rapidamente, sennonché l’acido di cui è composto il lago ha procurato un perfetto e profondo peeling al mago e ad Apelios. A questo punto la preziosissima crocerossina Ailin apre la cassetta del pronto soccorso e cura tutti. Questa parte della missione è fatta! Proseguiamo.

Giunti attraverso una botola segreta nella scuderia dei grifoni, riusciamo a uccidere i ribelli e ad accordarci con i cavalieri leali al re grazie ad Apelios che fa il quadro generale della situazione.

Tornati a volo di grifone fino al castello troviamo Alkatel in versione “4 maroni e 2 cazzi” pronto ad affrontare il principe in una sfida formale.

Il tronfio guerriero, certo di inchiappettarsi il principe, neanche andasse a sfidare hello kitty, si pavoneggia e, lanciatosi il suo terrificante (per noi) incantesimo doppione ferrarese rotante, si butta sull’elfico energumeno esclamando: “At tai il piselin cumpagna du pisarei, brut porz dun busgatt dun negro ed merda”.-

Dopo aver giocato come la tigre con la capra, il principe, nell’ordine:


  • Annulla il doppione;

  • Taglia il codino del paladino;

  • Si fa ferire ad un sopracciglio, solo per fargli vedere che non ha sentito niente;

  • Gli da un calcio negli inutili marroni;

  • Gli legge tutto “guerra e pace” per stordirlo;

  • E, finalmente, lo uccide.-

Poi, con la signorilità tipica di un principe cazzone che ha appena ucciso un idiota, se ne va, lasciando ai posteri le eterne parole: “Papà, mi sei sempre stato sul cazzo!”.-

Vero Re

8 giorni

Veniamo attaccati da 4 uomini ratto………

Dopo aver faticosamente ucciso i disgustosi mostriciattoli utilizzando le assi del letto in nostro possesso e indirizzandogli inutili gestacci (è tutto ciò che i maghi possono fare con le dita rotte), rendendoci conto che da un lungo tunnel laterale stanno arrivando i rinforzi, decidiamo, saggiamente, di scappare da un passaggio nel muro.

Lo stretto varco, ricavato nello spessore delle mura del castello, si inerpica verso l’alto, arrampicandosi per ripide e sconnesse scale.

Siamo costretti a procede in fila indiana; primo Balakov, poi Alkatel che regge il cadavere di Tayga su di una spalla, segue Ridgell (che avendo bendato le mani con le mutande, corre con il “bigolo” fuori), infine il Chierico, Ailin, Apelios e Askew. È una scena ripugnante!

Continuiamo a salire. Giunti circa 2-3 piani sopra il livello delle segrete, Balakov vede una porta “segreta” sulla quale è dipinta col sangue una strana runa (ciò la rende molto meno segreta e tanto più intrigante) la runa elfica sembra indicare che quella è l’anticamera delle stanza del Re. . Per terra gocce di sangue.

Blacov e Apelios vanno in avanscoperta. Le tracce di sangue fresco proseguono lungo il corridoio conducendo più in alto e girano un angolo verso sinistra. Troviamo un piccolo pianerottolo e una nuova porta segreta con un altro simbolo “KorVak”. Fatta un’altra svolta a sinistra il passaggio si biforca. A destra il corridoio termina dopo pochi metri contro una porta segreta senza simboli mentre l’altro prosegue in giri concentrici più stretti fino a terminare molto più su, probabilmente in cima ad una torre. Qui il passaggio termina bruscamente contro ad una botola. Il sangue, già rappreso, sembra comunque più fresco e sul portello troviamo una runa “voliera”.

Dopo breve divinazione, Balakov prova ad aprire la porta di mezzo, quella senza rune………….., ma mentre la socchiude sente qualcuno commentare:

"Da questa parete ci sono sempre troppe correnti d’aria. Sarà meglio metterci davanti un mobile pesante". Appena udite queste parole, la porta segreta ci viene richiusa in faccia con disinvoltura. Siamo senza parole.

Proviamo un’altra porta, quella con tracciata sopra la runa “KorVak”. Balakov dopo essersi attivato una runa di “muoversi nell’ombra” socchiude la porta ed entra ad investigare. La stanza è piena di guerrieri che per fortuna non lo notano. Silenzioso e circospetto arretra e dopo aver richiuso la porta tira un sospiro di sollevo. Per ora è meglio non correre rischi.

La prossima meta è la botola della torre, “voliera”.. È sempre Balakov il nostro esploratore. La cima della torre è una sorta di “hangar” dove vengono custoditi i grifoni del castello. In un angolo , attentamente sorvegliati, si trovano le nostre tre cavalcature.

Non ci resta che provare l’ultima porta,  Re. Balakov, ormai scafato a queste esperienze, entra nell’anticamera del re. Qui trova quattro guardie morte. Nella camera vicina il guerriero trova finalmente il vero re. Entra anche il resto della compagnia e si impossessa delle spade dei soldati morti. Finalmente un’arma!

Il re è in una condizione pietosa. Ricorda molto re Teoden colpito dalla maledizione di Saruman. Come il famoso Sire, anche questo sovrano è come colpito da demenza senile e stenta a capire la situazione. Sembra riconosce il Chierico. Scopriamo che è stato suo figlio a ridurlo in questa situazione, per impossessarsi del potere……, e forse per qualcos’altro.

Il re con mano malferma ci scrive su una pergamena quattro glifi:

  •  chiave del potere del castello

  •  pericolo

  •  il figlio

  • KorVak

Un bagliore improvviso accende lo sguardo del mago menomato. "La chiave per l’uso del potere del palazzo…….."

"Usiamolo per guarirci tutti." propone qualcuno in mezzo al mucchio. "Forza Chierico, datti da fare!".

"Con le dita rotte non posso fare molto. – commenta il Chierico - Al massimo prima di svenire potrei aver la forza di lanciare un unico incantesimo. Ditemi voi cosa desiderate che io faccia. È comunque un rischio attingere a questo potere. Il principe potrebbe sentire il flusso energetico che viene alterato."

"E’ vero è pericoloso, - commenta il mago - ma è notte fonda e probabilmente a quest’ora dorme."

Una breve discussione su come usare l’unico “colpo” in canna al Chierico, ci porta a decidere di far rinsavire il Re. Al termine dell’incantesimo il Chierico cade a terra svenuto.

Finalmente il re torna in sé. Gli accenniamo ai nostri interessi nei confronti del principe Sciamano, e lui ci fa leggere un breve e criptico messaggio a lui giunto dal suo vassallo.

Mio sire, come avete ordinato, giungerò da voi al Tempio Nero quanto prima, attraverso il tempietto reale”

Parliamo a lungo con il sovrano. Per risolvere la situazione, è necessario liberare Korvak, ora sotto il vigile sguardo di uomini fedeli al principe. È l’ex-capo dell’esercito ora in pensione. In realtà questa è una copertura che gli permette di essere a capo dei dissidenti. Con il suo aiuto il re potrà risvegliare la resistenza e tornare sul trono.

Ci curiamo con alcune pozioni trovate nella camera del re. Prima di operare il raid per liberare Korvak, il re ci propone di nasconderci nell’unico posto sicuro del castello: il territorio degli uomini topo. Sbianchiamo!

"Non mi sembrate entusiasti della proposta." ci chiede il re stupito del nostro tentennamento alla sua proposta.

Imbarazzati gli confessiamo la scaramuccia incorsa tra noi e i suoi amichetti.

Nonostante queste premesse seguiamo il re fin nelle segrete e ci facciamo ospitare negli ameni luoghi abitati dagli uomini ratto.

Per la spedizione partono in quattro: Alkatel, Balakov, Askew e Apelios.

Quando giungono di soppiatto nella stanza di KorVak impegnano un agguerrito combattimento contro quattro guerrieri ben tatuati. Balokov lancia un astutissimo incantesimo di charme. L’unico a caderci è proprio lui che, convinto della riuscita della magia, si avvicina fiducioso al suo “amico” ricevendo una calorosa quanto tagliente accoglienza. Irritato della mal riuscita della sua iniziativa opera un colpo basso:

"Occhio amici…., ora sì che sono arrabbiato!" e detto questo attiva la runa di “furia” e in men che non si dica si trasforma in un’arma distruttiva incapace di distinguere gli amici dai nemici e perpetrando una strage. Intanto i compagni messi in allarme dal suo grido belluino si sono defilati in attesa che dell’incantesimo svanisca tutto l’effetto.

Nonostante l’azione devastante di Balakov, un guerriero riesce a fuggire.

La scaramuccia riesce a liberare KorVak dalla sua rispettosa reclusione.

Alla faccia del “vecchio pensionato”! Benché non più un elfo di primo pelo, KorVak ha ancora un fisico imponente, coperto copiosamente di intricati tatuaggi che ne rivelano la potenza. Non è solo la prestanza fisica a colpire lo sparuto gruppo di salvatori, quanto la grande autorevolezza e il carisma che trasuda dalla sua maestosa persona. Questa innata leadership viene esplicata e messa alla prova pochi attimi dopo, quando un manipolo di guerrieri, avvertiti dall’elfo fuggiasco, si precipitano a passo di carica nella stanza, con l’evidente intenzione di sopprimere la rivolta. È sufficiente uno sguardo e poche parole dell’ ex-capitano delle guardie per convincerli a cambiare bandiera.

Tornati dal re con il capitano ora libero, assistiamo ad un commosso incontro.

Adesso non ci resta che riconsegnare il trono al vero re e punire l’usurpatore. Ma come?

La proposta ci viene offerta dallo stesso sovrano:

"Ci vorrebbe qualcuno che sfidasse in duello mio figlio….. Non potrà essere KorVak perché è troppo forte e lo ucciderebbe di sicuro. Non può essere uno dei miei uomini, non starebbe bene. Ci vorrebbe qualcuno non troppo forte per ucciderlo….., non del mio popolo….., che se anche si sacrifica nessuno ne sentirebbe la mancanza……..! Cosa fate voi stadera?"

lunedì 10 maggio 2010

Recidiva

- 9 giorni

Lyu-Jin compare simpaticamente nella stanza in compagnia del chierico a massacro concluso affermando: "Avete disattivato la barriera magica. Bravi!"

Nessuno, eccetto Ridgell, sa cosa sia scritto nella pergamena………, e visto che è incacchiato con il mondo, evocato senza evocatori, caduto in un tranello idiota………., decide di non farla leggere a nessuno. Eccetto Ailin.

"Puoi fare qualcosa per i nostri caduti?" chiede Ailin a Lyu-Jin-

"Io certamente no, – risponde Lyu-Jin con il sorriso soddisfatto di chi ha già spostato il guardaroba in casa propria - ma mi hanno lasciato le “chiavi” e lui può."

Così come avvenuto nella casa del re, il chierico attinge al potere del Luogo e riesce a riportare tra noi Alkatel e Apelios.

"Purtroppo per Taiga non c’è nulla da fare. I miei poteri non bastano. Dovrete trovare un vero chierico."

Recuperate le forze anche Ailin e Balakov. Ridgell fa il muso perché per lui non ci sono più cure. Alkatel nell’attesa decide di “ingriffarsi” i grifoni………., contento lui!.

"Allora dove dobbiamo andare?" chiede Apelios riavutosi dalla vista dell’insana attività di Alkatel.

"Chiedilo al tuo amico mago – sorride Lyu-Jin - è lui che ha preso la pergamena."

Scoperto il suo giochetto da bambino di 3 anni, Ridgell è costretto a mostrare a tutti il testo della pergamena. Occorre qualche minuto per decriptare il messaggio che volutamente è crittografato in una scrittura resa volutamente indecifrabile. Il testo dice:

"Mio Re, come mi avete ordinato nella cripta bassa, giungerò da voi per entrare quanto prima."

Partiamo con i grifoni.

Alkatel impermalito che nessuno abbia usato magia per curarlo, fa suo il detto “chi fa da ferrarese fa per tre” e, mostrando un’abilità davvero inusitata nel destreggiarsi in variazioni di complicati incantesimi, che neppure un Arcimago della V torre oserebbe modificare, trasforma un fantomatico “Riposo curativo” in un molto più utile “Rinforzo curativo frazionato” che cura (1/3y).2+7/12x-(5.2/3)pf ogni ora. Pertanto durante il volo a dorso di grifone il nostro paladino, miracolosamente, riesce a recuperare una certa quantità di pf.

Ridgell porta il corpo di Taiga riverso sul suo animale. Qualcuno nota il modo poco ortodosso con cui assicura il cadavere della sacerdotessa al dorso del pennuto. (Tale espediente ha una grande similitudine con l’utilizzo degli orifizi della testa dell’elfa sciamana bianca.)

Mentre sorvoliamo lo spazio aereo sopra il castello, veniamo affiancati da quattro grifoni da caccia montati da guerrieri che ci impongono di seguirli. Apelios comanda al suo animale di “volare disinvolto”.

Una volta atterrati sulla torre del castello, veniamo accolti da una “scorta d’onore” sufficientemente numerosa da impensierire tutti eccetto Alkatel che cammina trionfalmente fra le due ali di soldati. Lyu-Jin e il suo grifone nel frattempo sono scomparsi. Ridgell commenta malignamente fra i denti: "Si può dire che ha fatto sparire uccelli di tutte le taglie, che ne dite?”

Entriamo nel castello. Nella grande sala del trono, assiso sul regale scranno vediamo il figlio del re. La sala è affollata di parecchie guardie e di alcuni nobili al seguito. Il principe nota la nostra meraviglia. "Mio padre il Re è molto malato. Fino alla sua guarigione ricopro indegnamente il ruolo di reggente."

Il ciambellano si avvicina e ci impone di deporre le armi prima di avvicinarci al reggente. Fortemente motivati dalla presenza di un buon numero di armigeri, acconsentiamo all’invito. Nel momento stesso il cui ci troviamo disarmati, cominciano a darci il benvenuto. Ci legano le braccia dietro la schiena e strattonandoci e spintonandoci ci conducono senza nessuna parola fino nelle segrete. Lì giunti, sempre senza nessuna parola, cominciano a picchiarci di santa ragione. Agli usufruitori di magia per sicurezza, quasi simulando un giochetto di abilità, spezzano tutte le dita. Poi veniamo depositati senza nessuna grazia in due celle umide, buie e puzzolenti.

Cosa fare ora?

Ridgell, Ailin e il Chirico con dolore e pazienza provano a risistemarsi le dita nella giusta direzione. Lavoro lungo e penoso. Il tempo passa, il pollice…………, passa, l’indice…….., passa, il medio………, passa, l’anulare…….., passa, il mignolo………, passa…………

Alkatel evoca il suo doppione che libera dai legami il suo alter ego e gli altri occupanti della cella. E con molta fantasia utilizzando una luce magica e un po’ di rumore prova a simulare una sommossa. Ovviamente nessuno ci prende in considerazione. Poi il tempo passa, passa……………., passa………., viene fame………, passa………., viene sete………., passa…………, viene sonno………passa…………

  • 8 giorni

SBADAAAAANNNNNNN……..!!!!! SPLAAAASCH……!!!!!

Nel silenzio più totale del profondo delle segrete, lo schianto di qualcosa che cade dall’alto e che sciacqua in modo disgustoso ci fa trasalire tutti. Dal soffitto della cella una botola si è aperta e richiusa facendoci pervenire un secchio pieno di una broda che a intendimento dei nostri carcerieri è un surrogato di cibo.

Fame……..! Sete……….!

I bisogni del corpo superano la consigliata prudenza e così i guerrieri si avventano sulla sciacquatura di piatti attingendo con avidità.

SDELENGGH…. Un suono metallico fa levare la testa dal fiero pasto agli affamati avventori. Un mazzo di chiavi compare sferragliando sul fondo del secchio.

Con abilità Balakov apre le celle. Il corridoio e il sotterraneo sono bui e silenziosi. Riunitosi ai compagni Ridgell chiede di fasciargli le mani usando le mutande. Così viene fatto. Esploriamo il resto delle celle, ma solo una cella viene aperta da una delle chiavi in nostro possesso. La stanzetta è buia fredda e vuota. Alkatel si impossessa di alcune assi della branda per sostituire le armi mancanti.

Storditi dall’inutilità del nostro vagare, decidiamo di cercare passaggi segreti. In una delle pareti di fondo della cella scoviamo una porta segreta. Percorriamo un basso bugigattolo che ci conduce in maleodoranti e viscide fogne. Sicuri che il nostro ignoto benefattore ci abbia ormai condotti verso la desiderata uscita, con passo affrettato camminiamo seguendo le limacciose acque. Miseriaccia! L’uscita è preclusa da una irremovibile grata.

Ripercorriamo i nostri passi, cercando tracce che ci possano aiutare. Le tracce, anche se confuse, ci conducono quasi all’inizio del percorso. Anche qui troviamo un passaggio segreto. La porta a differenza della precedente è ben oliata e usata di recente. Conduce su per una scala leggermente illuminata da una torcia o da un fuoco posto oltre in alto nel passaggio.

Giunti in un grande ambiente parzialmente lavorato da mani umane troviamo un fuoco spento di recente, dei rottami di mobilia e altro ciarpame. Appena ci avventuriamo per la caverna veniamo attaccati da 4 uomini ratto………