giovedì 22 aprile 2010

Colore Chiaro

Finalmente dopo lunghe chiacchiere con il re e un po’ di riposo, partiamo per andare dal principe sciamano.
Il re ci fornisce per il viaggio dei grifoni, animali grossi, non particolarmente intelligenti, ma utili (sempre presenti nel blasone dei Paladini).
Arrivati alla residenza dell’ex puttana bianca, ora possibile abitazione del Principe sciamano, con abili incantesimi della sacerdotessa (rilevare vita e rilevare trappole), veniamo a conoscenze delle seguenti utili informazioni:
1)il posto sembra deserto
2)non si riescono a rilevare trappole
3)non si riesce a rilevare se c’è vita all’interno dell’edificio
Confortati da tanta conoscenza, decidiamo di atterrare, non prima di aver utilizzato ulteriori validi metodi di rilevazione:
1)lanciamo una moneta per vedere se ci sono trappole sensibili al movimento
2)lanciamo un povero topo incolpevole che nell’ordine
a)si rompe due zampe
b)dimostra una notevole proprietà di linguaggio insultandoci in sei lingue differenti
c)cerca di azzannare il mago che ha suggerito questo stratagemma per cui verrà perseguitato a vita dagli animalisti di Greenpeace
Non ottenendo alcuna informazione utile e cauti come ubriachi (in effetti l’alcool era circolato in maniera eccessiva), decidiamo di entrare nel palazzo.
La residenza ci appare subito ben arredata, con gusto tipicamente femminile, tendine colorate alle finestre, tavoli aggraziati, una scala in stile classico, una testa mozzata…
A questo punto, i primi entrati, il paladino e il cubo, registrano che forse nell’arredamento c’è qualcosa che stona, il colore delle tende? I libri nelle librerie che trattano argomenti futili?
Incerti sulla fonte del disagio chiamano i compagni dicendo che è tutto a posto.
I compagni entrano e appena il cubo si avvicina alla testa mozzata della ex padrona di casa, ex puttana bianca, ex moglie del principe e ora ex e basta, ci appaiono intorno 5 elfi bianchi.
Non facciamo in tempo a dire colore chiaro, gusto pulito (favoriti in questo dalla bevanda che il master sta avidamente suggendo) che sti gran figli di … ci attaccano.
Tutto il potenziale bellico della compagnia viene messo in mostra
Apelios lancia subito il suo incantesimo di attacco più potente contro il capo dei nemici, ben sapendo che in questo continente la magia d’attacco pura non esiste e che quindi nessuno ha un respingi magia (che sarebbe perfettamente inutile), infatti il colpo gli viene respinto addosso, subisce i danni e l’onta di essere catapultato addosso a Taiga (quest’ultima non consenziente). Subito dopo comprendendo che la magia non va utilizzata, attacca fisicamente e in circa 20 secondi (2 round per i fissati dei tecnicismi) viene ridotto tipo carne simmenthal.
Alcatel affronta quello con l’arma più lunga e lui che fa del motto “non importa la lunghezza è importante come la usi” il suo inno, viene impalato come un maiale allo spiedo. Steso a terra con un’arma di circa due metri conficcata nello stomaco nell’ordine:
a)cerca di alzarsi e attaccare il nemico con tutta l’asta in corpo
b)in fin di vita e senza forze cerca di colpire con la sua ascia alle gambe l’elfo bianco che l’ha reso l’orgoglio di tutte le olive infilzate su uno stuzzicadenti; l’elfo, facendosi beffe del Paladino ordina un aperitivo da gustarsi rigorosamente con oliva
c)si incazza con il destino che già reso bresco dal whiskey lo fa squartare dall’elfo
Ridgell, capendo che la magia in questo scontro non sarà determinante, visto che gli avversari sembrano tutti ben immuni, decide di usare sapientemente i suoi incantesimi, blocca con una ragnatela uno degli aggressori, poi impietosito brucia la ragnatela con un attacco elementare di fuoco, liberando l’elfo e costringendo il suo bersaglio a piegarsi in due dalle risate. Dopo di che, con un pugnale che non riescono ad utilizzare i suoi compagni più abili, attacca il capo degli aggressori (palesemente il più agile) che lo scansa come se si fosse trattato di evitare un elefante con il mal di pancia. Ridgell indispettito se ne va e si mette a leggere il primo foglio di carta che trova.
Askew, il cubo, inizia, forse un po’ ubriacato dagli effluvi delle numerose bottiglie sotto il uso naso, a fare uno strano balletto, si lancia agilmente come solo un nano può fare verso l’elfo bloccato nella ragnatela di Ridgell, poi, senza infierire sul malcapitato piegato in due dalle risa, si avvicina all’altro che ha appena terminato di sorseggiare il suo aperitivo, lo prende per mano e inizia una splendida ed elegante danza. Finchè l’elfo al terzo pestone di piedi da parte del goffissimo nano, lo scaraventa via con la scusa del casqué.
Ailin riesce, non senza fatica, a far fuori un avversario.
Balakov secca un avversario mentre sorseggia un Tè alla mentuccia, inciampa su Apelios steso a terra e uccide un secondo elfo, assiste alla morte del capo degli aggressori che crolla infilzando Taiga, si gira verso l’ultimo dei nemici gli alita in faccia il tè alla mentuccia e questo stramazza al suolo.
Ridgell capendo che l’unico modo per ritornare sul suo mondo è riportare in vita i tre seguaci di Xar morti, afferma con la lucidità che lo contraddistingue in questi frangenti “tagliamo la gola ai tre che mi diverto tanto!” . Ailin gli fa notare che forse non è la soluzione migliore, allora il mago rinsavito pronuncia le superbe parole “allora io non gli dico cosa c’era scritto nella pergamena che ho letto tiè tiè tiè”.

Questioni di testa

- 10 giorni

Il re ci ricorda che fra dieci giorni lui sarà ad aspettarci al tempio con il suo esercito. Poi aggiunge consegnandoci una pergamena sigillata:

"Se le circostanze vi condurranno alla presenza del re Sho-Liu consegnategli questa missiva, giustificherà la vostra presenza sul suo territorio. Con essa gli propongo il cessare dei combattimenti, perché ci sono in ballo questioni più urgenti che le nostre personali questioni di onore. Per saperne di più gli consiglio di chiedere a voi, ne sapete abbastanza. Ricordatevi che dovete convincerlo a organizzare l’esercito e schierarlo sul luogo dell’attacco entro dieci giorni."

Rimasti soli, ci accingiamo a preparare i nostri averi e partire quando qualcuno ci fa notare che abbiamo passato la notte il bianco e che quindi oltre che stanchi siamo senza magia.

"……., ma io ho dormito due ore e mi sento efficientissimo e riposatissimo!" commenta Alkatel pensando al riposo curativo che ha creduto di sparasi in sogno.

"Per forza – commenta acido Ridgell – stanotte mentre noi usavamo la materia grigia tu ti sei sniffato una striscia di coca……, anzi secondo me una serie di strisce pedonali di coca ………snifh; snifh! A noi maghi però non pasta per recuperare i nostri poteri. Quindi sen non vuoi partire a secco di magia, è meglio andare tutti a dormire."

E così stremati dalla lunga notte di elucubrazioni, (tutti eccetto Alkatel) decidiamo di andare a riposare per partire armati, magici ed efficienti.

  • 9 giorni

La mattina successiva saliamo su cinque irascibili grifoni prestatici dal Re. Sui grifoni ci disponiamo in modo da lasciarne uno per Lyu-Jin, in modo che in caso di attacco possa fuggire indisturbata e salvarsi la pelle.

"Mi raccomando, evitate di combattere a volo di Grifone, non siete abituati e ci rimettereste certamente la pelle! Voi non siete abili elfi, ma goffi umani………, ed incapaci evocati!". Così consiglia amabilmente il Re, facendoci subito pentire di aver per un momento pensato di poterlo eleggere Sovrano Supremo. Qualcuno per sicurezza si tocca.

Il nostro breve volo, non viene intralciato dalla presenza dell’abbondante cenere vulcanica eruttata nella stratosfera da un inquieto vulcano di un’isola dell’arcipelago degli elfi bianchi, a nord.

Sorvoliamo la tenuta del Principe Sciamano. Da lontano ha un aspetto abbandonato e deserto. Cosa facciamo? Comincia una breve, ma appassionata discussione……., una delle tante!

"Andiamo via!" propone Balakov.

"Il Principe non c’è, è ovvio. Per me è nel suo regno al di là delle montagne. Andiamo là." interloquisce Ailin

"E se fosse qui, nascosto?" commenta Apelios.

"Entrare mi sembra un rischio inutile. Per me ci sono trappole destinate ai suoi nemici." continua imperterrita Ailin.

"Mandiamo uno solo in avan scoperta." prospetta con ardore Alkatel già, pregustandosi un egoistico, ma tonificante bagno di sangue.

"Chi mandiamo?" chiede Tayga

"A vag mi!" si offre entusiasta Alkatel

"No tu non ci vai……., e per tre ovvie ragioni – interrompe prontamente e preoccupato il mago – 1) è un rischio inutile; 2) non sappiamo cosa potresti trovare; 3) se succede qualcosa non saprai assolutamente come affrontarla."

"Forse è meglio mandare il Cubo, se ci sono trappole magiche lui è il più immune." propone Apelios

"Anche io sono molto abile a schivare trappole e a muovermi furtivo." è il turno di Balakov a parlare

"Siamo sicuri che il rischio valga la candela?" chiede preoccupata Tayga

"Il sacrificio di uno vale la salvezza di molti!" sentenzia un saggio Ridgell con un misterioso gesto a dita divaricate e con le orecchie stranamente appuntite ……..

L’animata discussione si conclude come sempre con niente di fatto. Alla fine decidiamo di andare tutti insieme ad esplorare la villa.

La dimora è contornata da un bel giardino curato alla moda degli elfi orientali con vialetti, laghetti e piccoli ruscelli. Non presenta alcuna recinzione, anche se è ben evidente la zona di transizione fra “dentro” e “fuori”, tanto che prima del vialetto d’accesso c’è anche un varco simile ad un cancello.

Ora comincia il bello. Temendo trappole e barriere autodisgreganti, i più pavidi della compagnia cominciano a lanciare attraverso l’ipotetica barriera e al di là del cancello, monetine, sassi, piccoli roditori precedentemente cacciati, catturati e addormentati………, fino a proporre di mandare Alkatel…………, e così via, fino a quando stanco dei risultati non evidenti, qualcuno si decide a varcare il passaggio ed entrare nel giardino.

C’è una barriera di dissolvi magia.

Lyu-Jin si rifiuta di accompagnarci, e per maggiore sicurezza non fa nemmeno l’atto di scendere dal suo grifone. Piccato dall’ennesimo abbondono della nostra compagna, Alkatel, galante come sempre, le augura un incontro “al volo” con 300 violentatori e Ridgell attento ai particolari, come di consueto, fa notare al guerriero quanto tempo ci vorrebbe dopo a “svuotarla”.

Entriamo dalla porta. Altra barriera anti magia.

Nella grande sala in cui ci troviamo, la cosa che attrae subito la nostra attenzione è un tavolo su cui si trova la “Principessa Sciamana” che ci guarda. Dopo il primo momento di stupore, constatiamo che le informazioni in nostro possesso riguardo la morte della signora su citata, vengono confermate dal fatto che a farci compagnia nella stanza è solo la sua testa, ………..molto ben conservata. Seminascosto dal macabro trofeo, notiamo un tubo porta pergamene protetto da un’aura magica.

Il Cubo nell’atto di prenderlo sente una perturbazione magica molto forte e dal nulla compaiono 5 elfi bianchi. Comincia il combattimento.

Alkatel nell’entusiasmo di intraprendere il combattimento, lancia il dado divinatore e riesce a fare 23 un risultato davvero intrigante se si pensa che ha tirato un dado da 20. Convinto che tale vaticinio gli prospetti un combattimento ricco di soddisfazioni, il paladino fa finta di non ascoltare Ailin che sottolinea l’impossibilità di tale risultato e di stare attento nell’interpretare correttamente questi segni. Lei teme sorprese. Infatti i guai comincia di lì a poco.

Mentre il combattimento infuria per la stanza con andamenti alterni, ma di un certo rilievo per i partecipanti, il duello intrapreso da Alkatel contro l’elfo più strano, grosso e tatuato del gruppo, giunge ad un punto critico. Il paladino interpretando male un passaggio del nemico, viene gravemente e irrimediabilmente trafitto dalla sua lancia e inchiodato a terra. Nulla di irreparabile, anche perché il Cubo interviene impegnando l’elfo in un aggraziato balletto, tanto che Alkatel deciso e sicuro di sé tenta di colpire il sicario con la sua spada. Il dado rituale fa uscire un 17/20 e il guerriero è già pronto a gongolare sul corpo agonizzate del nemico, quando il Fato gli fa sbagliare il colpo e il destino si ritorce contro di lui. Leggermente alterato per l’avversità della Sorte il Paladino dichiara che venga messo a verbale che sono state cambiate le regole, che lui non lo condivide e così frustrato si arrende davanti al nemico.

Il resto del combattimento perde di interesse. Poco ci importa che Ridgell dopo aver utilmente imprigionato un elfo in una ragnatela subito dopo libera il medesimo usando una tempesta di fuoco. Poco importa che Apelios non pago dell’esperienza del mago lanci un “risucchia punti ferita” sul capo e che gliela riflette contro facendolo crollare a terra tramortito. Poco importa che Ailin, stranamente attenta agli eventi consigli alla malmessa Tayga di curare il suo avversario in maniera da riflettere su sé stessa tale utile incantesimo. Poco importa che Balakov stranamente fortunato ai tiri rituali riesca ad uccidere un paio di sicari e uno simpaticamente gli esplode davanti……. Poco importa………..,

Alkatel fa il broncio.

Ridgell non sa cosa fare e prende la pergamena e la legge.

Alkatel vuole rileggere il verbale.

L’elfo termina il balletto con il Cubo e rivolge la sua attenzione al paladino.

Alkatel sente che la sua ora si fa vicina, ma sembra non importargli.

Taiga viene infilzata dalle due spade dell’elfo capo che si suicida.

Alkatel viene squartato dall’alabarda dell’elfo.


Lyu-Jin compare simpaticamente nella stanza in compagnia del chierico a massacro concluso affermando: "Avete disattivato la barriera magica. Bravi!"

Nessuno, eccetto Ridgell, sa cosa sia scritto nella pergamena.



Politica e Strategie

105. POLITICA E STRATEGIE

Finalmente risolto il divertente enigma, decidiamo di rinunciare al sonno e di presentarci al Re per renderlo partecipe dei nostri propositi. Sorvolando sull’unanime decisione che ritiene indispensabile che Alkater fra tutti taccia al cospetto del re, (perchè offeso per i maltrattamenti a Taiga, ha già più volte proposto di sopprimere il re), attendiamo di essere ammessi alla sua presenza. La scelta dell’oratore, dopo il modesto rifiuto della nostra santa papessa, cade su Apelios.

Mentre aspettiamo, inganniamo il tempo elucubrando sull’identità e l’ordine di appartenenza dello strano personaggio in saio. Un inquietante aiuto ci giunge inaspettato dalla coppia Alkatel/Balacov che cominciano a snocciolare alcune interessanti intuizioni di ordini monastici tipo:

"……., forse fa parte dell’”ordine alfabetico”…..,"

"……no, no, credo che faccia parte dell’”ordine numerico”…..,"

"……ah, ho capito, sono sicuro che appartiene all’”ordine di apparizione”!".

Nell’attesa veniamo contattati da uno strano personaggio che entrando nella stanza ci mostra il simbolo che lo classifica come seguace di Minchium I. Senza tanti giri di parole ci consegna due messaggi del suo capo.

  • Ho impiegato un po’ per convincere il Re Non-Morto a far pervenire i suoi evocati là dove dovevano trovarsi per l’appuntamento.”

  • Tritone il dio Coglione, non richiede più, come da accordi, di incontrare Lyu-Jin dopo che sarà entrata in possesso dei tre medaglioni.“

Poi discreto come è venuto se ne va.

Entra il re, accompagnato dal mastodontico frate (di un ordine a noi ancora sconosciuto, nonostante l’impegno mostrato dai nostri due amici).

Ridgell, fremente per l’inattività oratoria a cui è stato obbligato, si lancia in una richiesta di scuse da parte del re per i maltrattamenti a cui Taiga è stata sottoposta, ma visti i suoi modi, meno che diplomatici, viene fortemente redarguito dai suoi evocatori e perciò si chiude in un imbronciato silenzio.

A questo punto comincia il racconto di Apelios ad esclusivo uso del re.

"….la guerra scoppierà……, ………,eserciti più o meno grandi….., evocati potenti……, ……..,nemici numerosi e insidiosi…….., …….,re supremo……, ……,alleanza con lui……,"

Qui la storia perde mordente e i gli interessati, anzi i poco interessati cominciano ad intrattenersi con nuovi passatempi.

  • Ridgell ridotto al silenzio dall’ordine perentorio, comincia a provare incantesimi di “fermo immagine ricordo” immortalando Alkatel e Balakov mentre si scambiano effusioni.

  • La sonnolenza colpisce come un maglio il Cubo, forse acuita dal luculliano banchetto su cui si è lanciato famelico.

  • Terminate le effusioni, Alkatel comincia a sproloquiare in direzione di un inebetito Balakov in una lingua aliena: "…..,ki fallas….., …….,sad amics……, ……..,kolunta……., ……..,kebab……., …….,sadat….., …….,anasalatto…., …..,salam helek…,"

  • Balakov improvvisante illuminato da subitanea comprensione si rivolge ad Alkatel e con sguardo infervorato gli risponde: "……, se ghè…….," poi tutto contento ripiomba in un’apatica noia.

  • Ailin decisamente confusa non sa quale conversazione seguire, se quella in lingua aliena sottotitolata in arabo, o quella in arabo sottotitolata da risatine di Taiga.

  • Taiga sonnecchia…….., ridacchia…….., sbadiglia…….., guarda la clessidra da polso….., richiama i suoi piccoli sottoposti e decide di ritirarsi.

Lo sproloquio si Apelios comincia a esaurirsi e qui e là comincia a trapelare qualche frase interessante.

"……, allora, che ne dite, la vostra bella Lyu-Jin è ancora colpita la scomunica?" chiede divertito il re con sguardo indagatore. " e quale sarà la sua posizione quando entrerà in possesso di tutti e tre i medaglioni?"

"Garantiremo noi per lei!" risponde un Apelios sicuro di sé.

La trattativa va avanti. Gli diciamo che noi siamo qui per eleggere un unico re per tutto il continente. Apelios nel dichiarare ciò si inciampa nelle parole con un certo imbarazzo.

"…..sai, un sovrano supremo…., non sarai tu….., ci piace di più l’altro……, tu sei antipatico con gli evocati……., però abbiamo bisogno di te e dei tuoi eserciti…….., ci aiuti lo stesso?......"

Stanco del protrarsi delle trattative e intuito la nostra incerta posizione nella politica mondiale, il re ci propone un patto:

"Dovrete andare dal principe Sciamano e convincerlo che per voi sono io il più adatto a diventare il sovrano supremo e che dovrà aiutarmi a distruggere l’esercito di evocati. Se riuscirete in quest’impresa, potrete scegliere fra noi due il candidato definitivo e io accetterò la vostra decisione, qualunque essa sia."

"Sappiate che il “Portale dello specchio” è in mio possesso. È un accesso preferenziale e diretto con il tempio Rosso. È tanto che non viene utilizzato, ma tramite esso potrete accedere indisturbati al tempio.

Per quanto riguarda la “Cella dell’eterna Illuminazione” so che esiste. Credo che si trovi nei sotterranei, ma non so dirvi di preciso dove. Dovrete trovarla voi."

Il re se ne va e ci lascia in compagnia dell’mastodontico frate. Si rivolge a noi dicendo:

"Vi chiedo di potervi accompagnare in questa missione. Potrò esservi utile, sono un buon combattente. So alcune cose riguardo al tempio Rosso. È un luogo ricco di potere. Forse la vostre stessa sacerdotessa potrà essere in grado di attingere a parte di quel potere per usarlo."

Chi sei?” chiede incuriosita Taiga.

Sono un sacerdote guerriero. Un tempo appartenevo al ordine della gemma Nera. Ora non più. Ora sono considerato un eretico, perché sostengo che è giunta l’ora che le tre fedi si riuniscano nell’unica fede vera, quella che adori anche tu. La fede in Xar.”

Rimaniamo stupiti e decisamente perplessi. Sicuramente l’impresa supera le nostre forze, ma soprattutto le nostre abilità strategico/oratorie. In verità basta molto meno!



Re o non Re

…….., su non farti pregare…..!

Imperterrito silenzio.

………, dai che tutti non aspettano altro…..!

Abissale mutismo.

……., lo so che ti piace essere al centro dell’attenzione, ma questa volta esageri!

Vuoto siderale.

……., senti Ridgell, va be’ che il Primo Arcimago si è scopato quella zoccola dell’Elfa Nera e tu no, va be’ che ti hanno evocato in un momento delicato durante il quale forse avresti potuto pareggiare i punti con lui, va be’ che evocandoti “in corda doppia” con me, la maggior parte dei nostri poteri è rimasta su Veldern insieme alle mie ricette e all’Elfa Nera, va be’ che chi ci ha evocato poteva trovare qualcos’altro da fare quel giorno, va be’ che nuovamente ti tocchi fare da “supposta” in una politica mondiale di cui non conosci niente, va be’ che Lyu-Jin non ci pensa lontanamente a dartela, va be’ che recentemente hai perso nuovamente la mano con cui sei solito grattarti, va be’ che…….………., ma uffa! Nulla di ciò giustifica il tuo rifiuto di scrivere la cronaca delle nostre gesta! Hai un bel da dire: “Scrivile tu …!” sai che il mio stile non è il tuo. Forza dai, riprenditi e fa il tuo dovere.

Il nulla.

Ok, l’hai voluto tu. Ora comincio e farò come sono capace.


104. RE O NON RE?

Con grande abilità e intelligenza riusciamo a uscire vivi/semi vivi/abbastanza morti, dal passaggio segreto impazzito. Salita la scala a chiocciola, sentiamo una voce che con fare autorevole ci ordina: “Prima di entrare, deponete le vostre armi e poi entrate uno alla volta!”

Qualcuno incapace di collegare il cervello alla bocca esclama: “Anche quelle in possesso dei morti?”

La domanda non necessita di risposta.

Entriamo uno alla volta come ci è stato comandato abbandonando coloro che non sono in grado di muoversi nella piccola anticamera. Uno alla volta riceviamo una “calorosa” accoglienza. Sotto la minaccia di dodici balestre puntate veniamo legati ed imbavagliati.

Ci troviamo in un’ampia stanza che in origine doveva essere la camera da letto del re. Ora appare ai nostri occhi completamente a soqquadro con il letto a baldacchino mezzo smontato in un angolo, cassapanche e suppellettili ammassate alla rinfusa da un lato, al centro della stanza, in bella vista e assolutamente foriero di un messaggio inequivocabile, campeggia un grande tavolo per la tortura corredato di cinghie, ruota e di un grande braciere con tutti i ferri roventi pronti all’uso.

Sbadiglio!

Il lugubre ambiente è popolato dal manipolo di balestrieri e dal loro comandante, da un maestro torturatore, da un elfo abbigliato di vesti rosse (indubbiamente il priore del tempio Rosso) da un elfo seminudo e coperto di temibili tatuaggi, assiso su una ricca poltrona.

La cosa che però ci sconvolge di più, è la visione di Lyu-Jin riversa su quello che resta del letto a baldacchino, incosciente e imbrattata da sangue che esce ancora copioso da numerose ferite.

Il tavolo viene immediatamente occupato da una riluttante Taiga e mentre il nostro impavido paladino cerca di motivare il perché della nostra presenza in quel luogo, le urla, stranamente mascoline, della sacerdotessa fanno da contrappunto alle sue sempre più balbettanti parole. Reso furibondo dalla pena per la sua amata papessa, il paladino, ancora con le mani legate e usando la sola arma a sua disposizione, la dura cervice, improvvisamente si lancia iroso contro l’impreparato vescovo rosso, travolgendolo e rompendogli il naso.

Sonnolento Sbadiglio!

Nuovamente immobilizzato e reso più ragionevole dall’essersi trasformato in punta spilli per quadrelle, il guerriero assiste alla sostituzione del soggetto al tavolo di tortura. Questa volta l’onore tocca al mago Ridgell. Non contenti della penosa situazione di quest’ultimo, già sfigurato dalla corrosione di acido e reso monco da una prematura e inopportuna digestione da parte di un essere alieno, si appresta coraggiosamente ad affrontare la tortura.

Parziale risveglio.

Quando ormai la prima goccia carminia si appresta a fuoriuscire dall’incisione causata da un acuminato coltello premuto alla sua giugulare, la parete di fondo improvvisamente scompare rivelando la vera ampiezza dalla stanza e la presenza imperiosa di altre due persone: un elfo sontuosamente vestito (indubbiamente il vero re) e di un alto elfo e vestito con un logoro saio che a fatica nasconde un fisico possente, anche se l’aspetto e le calvizie fanno pensare che sia affetto da qualche strana malattia.

Il re infastidito dal continuo cicaleccio collerico del vescovo rosso, lo azzittisce decapitandolo con un colpo fulmineo della sua temibile ascia bipenne, e imperturbabile si rivolge a noi dicendo che ha alcuni messaggi da sottoporci. Detto questo, come commiato ci consegna dei fogli manoscritti e ordina al frate calvo di curarci tutti. Il seppur meravigliato, egli ci risana tutti, attingendo alla grande energia del luogo di potere su cui si erge il palazzo del re.

Impercettibile nota di interesse.

Con attenzione leggiamo gli 8 messaggi, il cui ordine di arrivo è segnato da un simbolo in alto. Intuiamo che a spedirli alle varie popolazioni di demoni è stato il Chjn, prima della sua dipartita, ma che comunque attraverso di essi vuole mandare un messaggio anche a noi.

Il Cubo intuisce che la diversa scelta di caratteri non è casuale. Infatti leggendo solo la parte vergata in rune in grassetto otteniamo questo messaggio: Stupore ben mascherato!

I demoni Sriik si muovano verso sud-est di VUAYBOD dvocuv a partire dal vecchio demone a “otto zampe” sino ad incontrare i Krsit.

I Krsit si muovano verso sud di asboialfb UABUVB9OB dal portale benedetto ad incontrare i Sriik.

La tribù Ugrool si muova verso nord dal candidato infingardo ad incontrare i Nlaogr.

I Nlaogr si muovano verso ovest-nord-ovest di vudbspi9G’9VF YUVCOUcuv ad incontrare gli Ugrool.

Io Gleglash incontrino i Nlaogr e si uniscano al loro.

I Gleglash guidino il loro gruppo verso i Lolrpt all’incrocio a metà strada uscite e attaccate l’obbiettivo che vedete.

I Lolrpt guidino il loro gruppo verso i Gleglash all’incontro a metà strada uscite e attaccate l’obbiettivo che vedete.

I problemi cominciano quando dobbiamo interpretare il resto dell’enigma. Ognuno dei presenti, cerca di affrontare il problema come può: Ailin e Apelios, cominciano ad applicare formule inverse di equazioni non lineari a 6 incognite; Il Cubo ormai provato per l’eccezionale prova di intuizione espressa nella fase precedente rimane immobile con sguardo sereno ad auto-compiacersi; Alkatel stranamente poco coinvolto accusa un improvviso e incontenibile bisogno di appartarsi in un cespuglio alternando tale attività con un’espressione vacua e soddisfatta: Balacov, appisolato contro il muro ripensa lascivo al corpo abbandonato e semi nudo di Lyu-Jin.

Solo Ridgell, indifferente e ai voli pindarici che stanno portando gli altri molto fuori strada, forse risollevato dal recupero dell’uso della mano e del suo gradevole viso, con improvvisa e inspiegabile intuizione, interpreta il resto dell’enigma. Benevolo sguardo di condiscendenza.

Il messaggio è indubbiamente rivolto a noi e dice così:

  • Preparate esercito di almeno 2000 elfi 1/3 arcieri.

  • 1/3 esercito oltre il fiume Resh_dan resto foresta Kru-hal.

  • Arrivo evocati ore 19 del giorno 15 Schi-lar.

  • Punto debole nemico attaccare un’ora dopo attacco monastero.

  • Entrate nel monastero tramite portale dello specchio segreto.

  • Lui (Culo) rimane sempre nella cella della suprema illuminazione.

A questo punto “apriti cielo…..”, Ridgell non si tiene più! Non gli interessa nemmeno sapere chi incoroneremo re!

È colpa mia, me la sono voluta. Mi ero dimenticato quanto fosse prolissa e piena di inutili particolari lo stile di Ailin. Al quarto capoverso non ne potevo già più. Bisogna che ritorni operativo al più presto, non vorrei che qualcun altro prendesse il mio umile rifiuto a scrivere questo diario come un’autorizzazione a lanciarsi in sproloqui manierosi. Niente, niente è più efficace di poche righe scritte con stile succinto, che portano presto al cuore della questione.







lunedì 12 aprile 2010

Che fosse una serata sfigata l

Che fosse una serata sfigata l’avevamo capito subito, Ridgell era andato a bussare ad una porta, da evocato gentile e premuroso qual è, e si era trovato coperto di acido e senza una mano, Apelios voleva farsi un sonnellino e una coperta da un paio di quintali l’aveva ridotto ad una sogliola, Ailin, convinta di essere una sogliola, aveva cercato di passare attraverso una porta chiusa ed era stata fatta a fettine.

Eppure dopo poco i sopravissuti hanno scoperto che ai loro compagni era andata incredibilmente bene.

Apriamo una porta e una voce ci impone di entrare, chiudere la suddetta porta e lasciare le armi.

Primo indizio che le cose stanno per volgere al peggio.

Ci invita cortesemente ad entrare nella stanza successiva uno alla volta.

Secondo indizio che le cose stanno per andare molto male.

Taiga coraggiosa e capo della compagnia, credendo che potesse essere un invito a fare baldoria, con voce sicura “vado io per prima”. Gli altri un po’ invidiosi che si godesse per prima lei la festa acconsentono malvolentieri.

Appena entrata nell’altra stanza Taiga si trova circondata da balestrieri con i dardi puntati su di lei, uno che le dice di stare tranquilla che è solo per la sicurezza del re, e alcuni dietro le spalle che le legano le mani e la imbavagliano strettamente in modo che possa al massimo emettere un mugolio.

Viene condotta in un'altra stanza, mentre i suoi compagni, avvertito il mugolio di Taiga entrano speranzosi nella stanza uno alla volta certi di andare finalmente a fare del bene.

Ci troviamo così tutti con le mani legate e imbavagliati in un’altra stanza in cui ci sono un cretino, con un gran fisico e seminudo, seduto su una specie di trono (per la gioia di Maria de Filippi), un buffone vestito di rosso (e fin qui per una serata vivace c’è ancora qualche speranza per Taiga e Ailin), ma quel che smorza immediatamente gli ardori delle due compagne è la visione del camino acceso su cui si riscaldano strumenti di tortura e davanti una tavolo con cavalletto e amenità varie.

Per ulteriore conferma su un tavolo di fianco all’ingresso c’è Liu Jin appena passata per le mani dell’energumeno vicino al tavolo di tortura e ridotta ad un ammasso sanguinolento.

Terzo indizio di trovarsi nella m… più totale.

Certi che non fosse la sera giusta per un festa:

Ridgell cerca di lanciare un incantesimo prima di rendersi conto di avere le braccia legate, di essere senza una mano e di essere imbavagliato

Balakov si lascia andare a rumori poco edificanti che lasciano capire che mangiare fette di roba marrone e dolciastra non fa bene

Ridgell cerca di lanciare un incantesimo prima di rendersi conto di avere le braccia legate, di essere senza una mano e di essere imbavagliato

Alcatel cerca di estrarre la spada senza rendersi conto di avere le mani legate e di non avere più le sue armi

Ridgell cerca di lanciare un incantesimo prima di rendersi conto di avere le braccia legate, di essere senza una mano e di essere imbavagliato

Taiga pensa “e non mi sono nemmeno pettinata prima di presentarmi davanti al re”

Ridgell cerca di lanciare un incantesimo prima di rendersi conto di avere le braccia legate, di essere senza una mano e di essere imbavagliato

Il Cubo cerca di abbassarsi per non farsi vedere convincendosi di essere piccolo, piccolo.

Ridgell…

Ailin e Apelios non fanno niente perché sono nell’altra stanza e sono in coma (per una volta gli è davvero andata bene).

Il pagliaccio vestito di rosso ordina di togliere il bavaglio a Taiga e di metterla sul tavolo di tortura, il geniale capo della compagnia pensa “lo sapevo che presentarsi non pettinata davanti al re portava male”.

Il buffone rosso capendo chi è la vera mente del gruppo fa togliere il bavaglio al paladino e gli ordina di dire tutto quello che sa e il motivo per cui siamo venuti ad uccidere il re in compagnia di un’eretica.

Sapendo che dalle sue parole dipende la salute della Sacerdotessa e di dover essere rapido nel convincere il buffone vestito di rosso delle nostre buone intenzioni nei confronti del re, Alcatel inizia a raccontare come ha perso il suo primo dentino, di come è stato bello imparare a parlare e della prima spadata che ha tirato.

Viene interrotto, con suo grande disappunto da Taiga che, molto scortesemente si mette a gridare quando il cavalletto cerca di renderla alta come Karim Abdul Jabbar.

Con le parole che si affastellano Alcatel, certo di aver commesso un errore si corregge immediatamente “ma la mia prima spadata l’ho tirata piano piano e non mi sono nemmeno divertito”. Interrotto ancora una volta dagli urli della sempre più scortese sacerdotessa e non potendo prendersela con lei perché troppo lontano, il Paladino decide di sfogarsi tirando una capocciata pazzesca al buffone rosso. Mentre questo cade a terra stordito il paladino viene colpito da svariate quadrelle di balestra e crolla al suolo sopra al suo antagonista (che da ora chiamerò naso a patata per ovvi motivi). Questi si alza e con voce molto nasale da ordine di dare una bastonata nelle gambe a Ridgell, che nel frattempo, rendendosi conto di avere le braccia legate, di essere senza una mano e di essere imbavagliato, ha cercato di lanciare un incantesimo.

A questo punto, mentre Taiga, pietosamente svenuta, viene tolta dal tavolo di tortura, con un colpo di teatro degno del mago Otelma, svanisce la parete dietro il tavolo di tortura e appare il vero re in compagnia di un tizio alto e muscoloso come Hulk, pelato come Kojak e vestito come una frate francescano (dal che si capisce quali danni cerebrali possono provocare tanti anni di attività come master).

Il re, chiaramente un bravuomo, nell’ordine:

  1. decapita naso a patata

  2. ordina al frutto della mente malata del master di curare i compagni se non vuole fare la fine di cui al punto 1)

  3. dice ai compagni di seguirlo nella stanza attigua (qualunque cosa significhi)

  4. una volta che i compagni miracolosamente tutti guariti lo seguono, da loro un indovinello che dimostra che i professori universitari non hanno un c.. da fare tutto il giorno e possono passare il tempo ad inventare orribili e arzigogolati tranelli per sette poveracci

  5. dopo di che, avvertendoci che la guerra contro gli evocati è imminente e necessaria, ci lascia

Ridgell, che non è riuscito a tirare un incantesimo in tutta la serata decide di bere un po’ di alcool per consolarsi e con la lucidità che lo contraddistingue in questi frangenti trova la soluzione all’orrendo indovinello.

Scopriamo che, probabilmente per vendetta, ad organizzare la guerra prossima ventura è stato il Principe Chjn morto, che gli evocati attaccheranno al tempio del prete rosso tra 15 giorni e che abbiamo un modo per entrare nel tempio da un passaggio segreto per cogliere, speriamo, Culo (del ormai celebre duo Culo e Camicia) di sorpresa.

Dopo queste scoperte decidiamo di riposare e al risveglio facciamo un democraticissimo referendum per stabilire chi vogliamo incoronare re del continente, se il principe sciamano che ci ha trattato in fondo bene, ci ha chiesto consiglio e ci ha permesso di andarcene sani e salvi nonostante il parere contrario della moglie, oppure questo re bastardo che ci ha fatto legare, imbavagliare, ed è rimasto ad assistere sbavando mentre torturavano Lju Gin e Taiga e mentre (questo è proprio il fondo del sadismo) eravamo costretti a sentire i discorsi di Alcatel.

Siamo tutti d’accordo che il re migliore sia il principe sciamano, tranne Ridgell che, chiuso in un broncio astioso perché non ha potuto tirare il suo incantesimo serale, sostiene che per lui i due candidati sono simpatici entrambi.