lunedì 25 febbraio 2008

Cazzo un drago!

E’ necessaria una piccola premessa.-
Lasciato il confortevole luogo ove i nostri (quelli veri) si calano nei loro amati personaggi, il vostro amato proctocronista è stato vilmente assalito da un commando di virus, sicuramente cattocomunisti e milanisti, che lo hanno costretto fino a domenica all’immobilità quasi assoluta, a parte le frequenti sedute meditative.-
In realtà ho avuto la gradevole compagnia di lancinante mal di gola, tosse perforante, dolori diffusi alle ossa ed alle articolazioni, cali di pressione, febbre media (cioè, a seconda della dose di tachipirina, o 39 o 34,9), inappetenza, incapacità di ingurgitare le consuete dosi di alcool, inabilità alla pompa passiva.-
Unica consolazione; ho perso 3,5 chili e, per qualche strana ragione, mi sono mangiato le unghie un po’ meno.-
I più scaltri di voi si staranno però chiedendo: “Ma che cazzo ce ne frega? Cosa ha a che vedere tutto ciò con il riassunto che pensavamo di leggere? Cosa sta dicendo il vecchio ed arteriosclerotico Arcimago?”.-
Travolto dalla bonomia dei pensieri che aleggiano nei vostri incolpevoli cervellini, che leggo come vecchie copie di playboy aperte ed ormai usurate, vengo al punto con efficacia ed immediatezza: Non mi ricordo una emerita e beata mazza della partita scorsa!
Evidentemente nel corso della partita ero già, senza rendermene conto, sotto gli effetti devastanti degli orribili e pestilenziali microrganismi che, poi per ben cinque giorni, hanno banchettato con i miei liquami neurovegetativi.-
Anzi, mi correggo, mi ricordo solo una cosa.-
Una cosa orrenda.-
Una cosa gigantesca, puzzolente ed inverosimile.-
La cosa peggiore che mi potesse accadere.-
Un drago.-
Ma non il solito draghetto tipo Veldern, cioè pollo modificato, un po’ fighetto che se la tira, ma in realtà lo freghi come ti pare perché, vecchio detto tra gli evocati: “Ad un drago di Veldern è più facile metterglielo in culo che in testa”.-
Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo, non un draghetto di quel tipo.-
Purtroppo, se la mente ora libera e snella non mi tradisce, si tratta di un drago di quelli veramente grossi, enormi, giganteschi, mostruosi, potentissimi, terrorizzanti, che non sembrano neanche un drago.-
Infatti era una tartaruga.-
L’orrendo essere, con il solo intento di crearci un diversivo per entrare nella cittadella, ha infatti deciso di sorvolare la città, praticamente terrorizzando tutti con la sola presenza, e, con un umorismo tutto draghesco, bombardando gli incolpevoli ed esterrefatti abitanti con delle boazze maleodoranti di almeno ottanta chili cadauna.-
Con un sapiente slalom evitamerda, raggiungiamo la cittadella, dove veniamo accolti alla grande e riusciamo, se ben ricordo, a farci molto male cercando di leggere alcuni libri inutili, mentre l’unico utile lo può leggere solo Tayga, dopo che Arcimago lo avrà sprotetto da una magia protettiva, ma così facendo attirerà l’attenzione del cattivissimo Priore, quindi dovremo farlo con tempismo, intelligenza ed arguzia, per poi scappare subito e non farci tanare con le mani nel sacco.-
Non possiamo farcela……
Odio i draghi.-
Ridgell, mai come oggi il proctocronista.-

giovedì 21 febbraio 2008

Orlan

Arriviamo ad Orlan dove, per fortuna, abbiamo precise indicazioni su chi chiamare, dove andare, cosa prendere, come farlo; dobbiamo chiamare il capitano Frisk, che ci indicherà la locanda del furetto inchiappettato, dove alloggiare e nella quale incontrare colui il quale potrà farci entrare nella cittadella fortificata ove raggiungere il tempio ed ivi trafugare abilmente l’antico e prezioso manufatto.-
Con il mistico Apelios particolarmente silenzioso, Ailin praticamente in coma, Emon Pok sbronzo e Tayga in preda ad una tosse ossessivo-compulsiva, l’Arcimago si rende conto con sgomento che l’unico rappresentante non evocato di Xar rimane Alkatel.-
Anche Alkatel, seppur mezz’ora dopo e solo perché ha comprato una vocale ed a ha chiesto l’aiuto da casa, arriva alla medesima conclusione.-
Il grosso e goffo futuro paladino comincia a balbettare per l’emozione e si allontana per allenarsi, quando, fortunatamente, ci ricordiamo che dovremo continuare a mantenere la nostra astutissima copertura che prevede, dio (non so quale) sia ringraziato, che il portavoce della compagnia sia il capo famiglia, ovvero il restio, ma astuto Arcimago.-
Alkatel, ancora ignaro del fatto di essere sollevato dalla difficile incombenza, sta intanto provando, specchiandosi in una polla d’acqua, a ripetere senza errori l’impegnativa frase, scritta in gran segreto dal collaborativo mistico, che non ricorda che Alkatel non sa leggere, per aiutare il mononeuronico energumeno a fare bella figura: “Buongiorno guardia, siamo dei mercanti abbisognevoli di vitto ed alloggio. Potreste chiamare il comandante della guardia, il capitano Frisk, onde permetterci di farci da lui consigliare?”.-
In realtà Emon Pok, che passava vicino allo stagno per andare a farsi un bidet rinfrescante, racconterà poi ai compagni che Alkatel stava declamando, con voce sicura e stentorea, più o meno: “Ciao burba, sei di guardia eh? Siamo dei mercanti, come puoi vedere dal simb….. e cioè volevo dire dall’abbigliamento. Siamo affamati ed addormentati e per questo abbiamo bisogno di bere, mangiare, lavarci, riposare, fare una gara di rutti, tutto questo alla locanda del furetto inchiappettato, ma questo però non lo dobbiamo dire noi, vero? Potresti chiamarci quel gonzo del tuo comandante, tale capitan Findus, così che lui che sa già quello che anche noi sappiamo senza però che tu possa sapere, in quanto infima burba che non ti passa e ti batto la stecca, ma lui si?”.-
Emon Pok sta già estraendo il coltello per porre fine alla sofferenza che, indubbiamente, il corpo di Alkatel sta provando a causa del proprio cervello, quando arriva l’Arcimago e, con voce calma e suadente, spiega all’enorme futuro paladino, che non dovrà preoccuparsi di annunciare il nostro arrivo alle sentinelle di Orlan.-
Alkatel, sfinito, abbraccia l’Arcimago e, piangendo lacrime di gratitudine, ringrazia dio (lui sa quale) di non dover sottoporsi alla terribile prova, sicuramente non alla sua attuale portata.-
Arriviamo alle mure dove ci presentiamo alle sentinelle, chiediamo del capitano Frisk, il quale arriva e ci consiglia, anzi addirittura ci scorta, alla locanda del furetto inchiappettato.-
L’oste, due volte Alkatel e sicuramente molto più intelligente, ci fa alloggiare in due camere, mentre Ridgell si bea della vista della moglie e delle due cameriere presenti nella locanda.
Frisk, che non è nato ieri, coglie le occhiate dell’oscuro evocato e, ben pensando di fargli cosa gradita, gli racconta il trattamento che l’oste normalmente riserva a chi dedica troppe attenzioni alla moglie ed alla cameriera che, si rivela essere in realtà una sua figlia.-
Ridgell opta per un bel bagno freddo….
L’oste, miniera di preziosi consigli, ci raccomanda di non andare in giro e ci preannuncia, per il giorno a venire, un incontro con colui il quale potrà farci entrare nella cittadella fortificata ove raggiungere il tempio ed ivi trafugare abilmente l’antico e prezioso manufatto.-
Il giorno dopo, infatti, entra nella locanda un tipo riccamente addobbato, alla cui presenza tutti si alzano e si inchinano deferenti, che si rivela essere niente di meno colui il quale potrà farci entrare nella cittadella fortificata ove raggiungere il tempio ed ivi trafugare abilmente l’antico e prezioso manufatto.-
Appare come un chierico di Rax ma, dalla puzza sotto il naso e dall’invidia che prova nei confronti di Tayga, capiamo subito che è ancora un chierico di Xar……

mercoledì 6 febbraio 2008

Da Clodian

Ce ne andiamo via, felici di essere ancora vivi, ma mediamente preoccupati (nel senso che alcuni sono preoccupatissimi e ad altri non gliene sbatte una emerita fava) dall’aver dovuto lasciare libero Ssssssshit di bighellonare, ma soprattutto di mangiare, in giro per il mondo.-
Dopo poco arriviamo ai margini dell’accampamento del nostro esercito dove veniamo inizialmente accolti con un minimo di sospetto dalle imberbi sentinelle.-
Solo all’arrivo di un capopattuglia un po’ più scafato vediamo abbassarsi i trecento archi fino a quel momento puntati contro l’eroico paladino ed il fedele mistico, che si erano erti in tutta la loro statura (soprattutto il paladino), promanando coraggio ed altri effluvi poco consigliabili (sempre il paladino, ma ben coadiuvato dal mistico), per fare scudo a Tayga grande faiga.-
Riusciamo a far chiamare Dookan e, riconosciutici per quello che realmente siamo, abbiamo la soddisfazione di vedere tutti i guerrieri inchinarsi, alcuni addirittura sdraiarsi adoranti a terra, al passaggio della reverenda madre.-
Il sospetto che alcuni lo facciano solo per sbirciare sotto le gonne è forte nell’astuto Arcimago, ma ritiene opportuno tacere per non rovinare questo momento all’ingenua e provocante chierica.-
Veniamo condotti al cospetto del Re, Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano II detto Coito, figlio di Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano I, ovvero il Conte coglionazzo, che ora regna con il più semplice, seppur meno altisonante nome di Clodian I.-
Sono presenti anche Dookan, Micca il senza odore per chi è dotato di magici sensi, e, ovviamente, quella sempiterna piattola ficcanaso di Chijan.-
Clodian I, che ricorda ancora con orrore il terrificante pistolotto con il quale la reverenda madre l’ha gentilmente convinto a farsi incoronare (“Senti ragazzino, non stracciarci le palle, abbiamo fatto una fatica porca a strappare queste straordinarie condizioni agli altri Conti perché, invece di piantarti un paletto in quella voragine che chiami culo, te lo appoggino soltanto, quindi smetti di rompere e firma l’atto di cessione di quelle miniere di merda a Sigfrido e vedi di fare in fretta altrimenti di scateno contro i miei due torturatori e domani potrai cantare come soprano nel coro della cattedrale” ), si inchina innanzi alla procace figura della figona.-
Tayga grande faiga, seppur figona, ma memore della figura di merda che aveva fatto in occasione dell’incoronazione (ricordate che si è fatta soffiare il posto di tronista capo da Chijan?), ricambia l’inchino rivoltole da Clodian I.-
Clodian I, re, ma soprattutto gentiluomo, visto l’inchino della reverenda madre, pensa cavallerescamente di gratificarla di un secondo e ancor più profondo inchino.-
Quando ormai a tutti gli altri presenti, costretti a genuflettersi ad ogni inchino del re e della reverenda, stanno letteralmente esplodendo i coglioni, ecco che il sempiterno tempismo dell’aspirante futuro e mononeuronico paladino risolve brillantemente la situazione.-
Alkatel, infatti, con agghiacciate tranquillità, in occasione dell’ennesimo inchino, lascia partire una flatulenza di inenarrabile fetore, ma soprattutto di ancor più incredibile fragore che, goffamente, tenta di celare simulando un attacco di tosse ed una gravidanza isterica.-
Tayga e Clodian I, costretti ad alzarsi per non soffocare, terminano di inchinarsi e, finalmente, possiamo scambiarci vicendevolmente gli ultimi ed interessantissimi avvenimenti.-
Chijan, che tra l’altro ha ucciso il povero Ssssssshit, ci racconta che nello scontro con il mietitore, contro il quale aveva pensato di schierare in supporto altri tre temibilissimi guardiani, tali Mastro lindo, il grande puffo e Titti, l’orribile evocato era riuscito a scappare facendosi beffe di loro (ma guarda…).-
Inoltre, il demone, ad ogni incontro impara ed accresce il suo potere (ma pensa…).-
Infine, la potente creatura è stata scelta con perizia da chi l’ha evocata, a differenza di ….. (ma vaffanculo….).-
Scambiati i necessari convenevoli, consistenti per lo più nel cercare di toccare le pere di Ailin, il culo di Tayga e Chijan ed il pacco di Apelios, all’Arcimago viene il sospetto che, come già accaduto per la prima incoronazione, anche in occasione di una futura investitura ufficiale di Clodian I da parte della chiesa di Xar, non potrà essere Tayga ad officiare tale importante ed ambitissima cerimonia.-
Clodian I, infatti, con disarmante ingenuità, confessa di aver già venduto tutti i biglietti disponibili e, vista la fretta che noi abbiamo di proseguire la missione (fretta dovuta soprattutto dal fatto che il mietitore sta riprendendosi molto in fretta dalle ferite subite nello scontro con i temibilissimi guardiani), invita Tayga a nominare un suo vice, da scegliersi tra un gruppo di fedelissimi, piissimi, credentissimi, meritevolissimi, selezionatissimi e fidatissimi mistici, paladini e guaritrici.-
Gli issimi vengono fatti entrare e subito Ridgell consiglia a Tayga un metodo infallibile per scegliere il vice più devoto: è sufficiente che faccia cadere la veste ed osservi attentamente, tra i soli candidati maschi, tre importanti particolari:
La dilatazione della pupilla;
La lunghezza del filo di bava;
L’entità del rigonfiamento inguinoscrotale.-
Tayga sta effettuando il test, con particolare attenzione ai rigonfiamenti, quand’ecco che riceve una chiamata di emergenza sulla linea privata e criptata di Xar.-
Il Dio, sempre pronto a farsi bello agli occhi delle sue procaci e fedeli chierichesse, segnala a Tayga la presenza di due pericolosissimi agenti di Rax, abilmente infiltrati tra le file degli issimi.-
Subito Tayga, conscia della necessità di un’azione tempestiva e letale, incarica l’Arcimago di risolvere la situazione.-
Ridgell, astuto ma prudente, chiama subito Dookan.-
Dookan, coraggioso e lungimirante, almeno quanto l’Arcimago, informa Chijan.-
Chijan si guarda intorno, ma, non avendo più nessuno a cui sbolognare la patata, è costretta a darci una mano e con una spettacolare entrata a sorpresa, smaschera i due infami che tentano la fuga teletrasportandosi via.-
Fortunatamente Chijan era pronta ed aveva tessuto una trappola che fa riapparire, particolarmente malconci, i due traditori.-
Ridgell, resosi conto dei grandi poteri e della pericolosità dei due nemici, chiede a Dookan di tagliare immediatamente loro la testa e bruciarne i resti.-
A questo punto, lavato il pavimento, Tayga riprende le consultazioni per trovare il suo vice.-
Escluse le donne e i mistici, non adatti a ricoprire cariche di quel tipo, è costretta a scegliere tra i pochi paladini maschi rimasti; osserva con attenzione e, ingannata da un rigonfiamento prostatico, nomina il più vecchio dei paladini presenti.-
A questo punto, confortati dall’avere il mietitore, ora praticamente imbattibile, sulle nostre orme, consci di dover fare veramente in fretta, ci prepariamo a raggiungere la cittadella, quando, enigmatica e stronza come sempre, Chijan ci dice che forse avremo degli aiuti…. ma non può dirci quali….. informa solo Tayga e la convince del fatto che è meglio se non sappiamo altro…. però ci dice anche che forse ci sono dei guardiani traditori…..-
Ridgell pensa solo una cosa: basta che non incontriamo dei draghi.-
Anzi, se proprio dobbiamo incontrare dei draghi, speriamo almeno che siano dei nemici…..