venerdì 20 giugno 2008

Alla capitale

Sulla nave l’atmosfera è un po’ tesa perché si è sparsa la voce tra i marinai, in astinenza da sei mesi almeno, che a bordo ci sono, nell’ordine:
Una bonazza con un paio di enorme tette rifatte;
Una stratopolona con un incredibile voglia di nerchia;
Un delicato e volenteroso giovane, abile nell’antica arte bolognese del risucchio perpetuo;
Due grossi omoni che, con il mefitico odore dei loro piedi e delle loro ascelle, possono anestetizzare chiunque in caso di bisogno (estrazione denti cariati, estirpazione di emorroidi doloranti, castrazione chimica, ecc.,ecc.);
Un altro, distinto, sagace, nobile, ieratico uomo che, invece, si fa i cazzi suoi.-
Tayga, stanca di rimirarsi le tette, decide inaspettatamente di fare una deviazione, con la scusa di voler parlare al re, ma in realtà solo per andare a riprendere l’anello che ha lasciato a Coito.-
Il capitano, a fronte di un breve ritocco del prezzo pattuito (un disegno a carboncino fatto da Ailin di Tayga di profilo e di Apelios da dietro), accetta e trova una comoda insenatura dove attendere i nostri eroi.-
Alkatel, ripresosi per un attimo dal torpore pressoché costante provocato dagli orrendi effluvi da lui stesso prodotti e dai quali sembra fortunatamente non immune, esclama terrorizzato ed incrociando le braccia: “Non voglio andare alla capitale”.-
Tranquillizzato Alkatel con una balla pazzesca, tipo andremo a fare una gita a Gardaland, incontriamo Coito, Dookan, Sjoreen, Micca, Topolino, Diabolik e Stanislao Moulinsky.-
Ridgell nota subito come i giorni di inattività abbiamo abbassato l’attenzione nell’esercito, a parte quella di Dookan, tenuto evidentemente in continua tensione da Sjoreen che, guarda caso, abbisogna di continui impacchi lenitivi all’articolazione mandibolo-mascellare.-
Dopo i soliti convenevoli di circostanza e una serie pressoché infinita di complimenti ed apprezzamenti sul nuovo stato fisico della reverenda figlia di Xar e dell’altra topona, Tayga stessa, di natura umile come Berlusconi, decide di congedare Dookan e il suo codazzo, per poter rimanere a parlare con il solo Coito che, ricordiamo, si chiama Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano II, figlio di Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano I.-
Alkatel, in un secondo, brevissimo, istante di pseudolucidità, esclama sempre più terrorizzato e facendo il broncio: “Non voglio andare alla capitale, ecco”.-
Una provvidenziale folata di vento lo mette a favore dell’ascella sinistra di Emon Pok e questo, per il momento, sembra sufficiente a calmare il grosso aspirante paladino.-
Rimasti soli con Coito parliamo del più e del meno, anche perché, come sempre non ci capiamo ancora un cazzo, ma decidiamo, comunque, immotivatamente permeati di un’insolita fiducia nella vita, di andare alla capitale dove, per lo meno, ci attende lo stronzissimo, ma forte ed astuto mago.-
Ritorniamo all nave e, come in un lampo, stesso tempo che occorre in media per prenderlo nel culo, arriviamo alla capitale.-
Alkatel, in un terzo momento benedetto dal barlume della ragione, esclama sempre più confuso e battendo gli enormi e maleodoranti piedoni per terra: “Non voglio andare alla capitale, non voglio, non voglio”.-
Apelios lo distrae facendogli vedere un sacchettino pieno di biglie colorate e tutto si risolve, ancora una volta, senza troppi piagnistei e tragedie.-
Qui al porto ci attende una folla di nobilotti ostentatamente festanti, capeggiata dallo stronzissimo mago in persona.-
Il deficiente, stronzo, vecchio, bavoso, lascivo, ruba bastoni, ruba spadini di drago identificati a tradimento, ex chiavatore di maghette carine, decide di dare la tipica occhiata da mago numero 4, quella dal recondito significato: “Sto per fare un sortilegio di enorme potere, preparato da tempo con incredibile dispendio di fatica, magia, denaro per convocare qui questi attori e sudore, che permetterà a tutti, se entro un cerchio di tre metri di diametro con me come centro, di essere teletrasportati con tranquillità e sicurezza nella mia dimora che, come noto, è protetta da insormontabili barriere magiche capaci perfino di occultarci al Mietitore stesso”.-
Purtroppo l’ormai senile ed impotente mago rivolge la breve occhiata ad Apelios che cerca di ritrasmettere esattamente, nei minimi dettagli e con dovizia di particolari e sfumature interpretative, tramite il sapiente utilizzo della famosa l’occhiata numero tre dell’apprendista mistico, il criptico messaggio ai suoi compagni.-
Nell’ordine gli eroi capiscono:
Tayga di aggiustarsi il corpetto perché si vedono le pere. Questo la costringe a stare ferma, così da essere teletrasportata via;
Ailin che le si vede il filo di bava che le scende sul mento mentre sta guardando le due virilissime e vergognosamente superdotate guardie del corpo del mago. Questo la costringe a stare ferma, così da essere teletrasportata via;
Alkatel che siamo nella capitale. Questo lo fa raggelare, incrociare le braccia, mettere il broncio, pestare i piedoni, comunque stare fermo così da essere teletrasportato via;
Emon Pok sviene per un ennesimo, insopportabile effluvio proveniente dalla bocca spalancata di Alkatel che esclama triste: “Non volevo andare alla capitale”. Questo gli permette di essere teletrasportato via.-
Ridgell intanto, distratto dalle due maghette, veramente fighette e carine, ne approfitta per grattarsi le balle proprio mentre il vecchio e bavoso mago lancia il potente ed arcano sortilegio.-
Più il caso che altro fa si che l’Arcimago tocchi proprio in quell’istante la daga assorbi magia che, ligia ed efficace come solo una daga sa essere, annulla il potente incantesimo del vecchiaccio e lascia un perplesso Ridgell fortunatamente non da solo (ci sono le due fighette…) sul pontile, mentre gli altri suoi compagni spariscono accompagnati da un disgustoso plop (stesso suono che è facile udire allorquando un proctologo estrae il suo enorme ditote guantato dal dolorante orifizio dello sfortunato ed esplorato paziente).-
Mentre gli altri cazzeggiano felici nella lussuosa dimora del vecchio ed avido mago da strapazzo, Ridgell deve convincere il capitano a riaccompagnarlo in un altro pontile dal quale, insieme a fighetta e fighella, raggiungere il resto della compagnia.-
Solo la grande riservatezza ed il rispetto che l’umile e saggio Arcimago ha sempre dimostrato nei confronti dell’universo femminile, mi costringono a non narrare la piacevolezza del breve ma intenso viaggio che Ridgell ha fatto con le due giovani usufruitrici di magia.-
Arrivati a destinazione il vecchio bavoso ci fa entrare e i nostri mettono a conoscenza anche l’Arcimago della missione di cui dobbiamo farci carico: uccidere un vecchio amico (compagno di studi che ha scelto la più agevole strada del mistico) dello stronzo.-
Accettiamo giulivi mentre Alkatel, ancora un po’ imbronciato, mugugna sommessamente: “Ma siamo veramente nella capitale?”.-

mercoledì 11 giugno 2008

La Cripta

Ancora scossi dall’esplosione, scendiamo nei lugubri e tortuosi tunnel con l’agghiacciante consapevolezza di non sapere dove cavolo andare e che cazzo fare.-
Fortunatamente, proprio quando stava ormai per manifestarsi in tutta la sua dannosa pericolosità l’esiziale potere del solitario neurone dell’aspirante paladino, Tayga viene contattata da Repugnant che, con i consueti sgarbatissimi ed irriverenti modi, ci invita ad un happy hour da lui tra due ore esatte.-
Emon Pok smoccola perché si accorge che uno zingarello non-morto gli ha appena fottuto il Rolex d’oro che aveva personalmente trafugato dal tesoro di famiglia, ma Tayga, fraintendendone il motivo della pena, gli dice di non preoccuparsi, perché lei è in grado di percepire il trascorrere del tempo con grande esattezza, basandosi sui ritmici peti di Alkatel.-
Emon Pok, comunque, si preoccupa lo stesso.-
Dopo tremila peti (due ore esatte, esatte…) arriviamo davanti alla porta segreta degli appartamenti di Repugnant e, furtivi e truffaldini, dopo un rapido consulto sull’opportunità di annunciarci o meno, decidiamo di socchiuderla in grande silenzio.-
Una vista tra l’agghiacciante ed il maleodorante ci coglie impreparati: Repugnant, prono su una scrivania, vestito con tutina di latex nera superaderente, calze a rete autoreggenti di nailon e frustino, sta incitando Chiappuccio a mettere più vigore nel disgustoso compito di spalmargli in zone innominabili il famigerato “Preparato H”, miracolosa pomata per le emorroidi.-
Appena il tempo per congedare l’imbarazzatissimo bibliotecario che Repugnant, ancora con le orribili ed arrossate, nonché doloranti vergogne esposte, ritrova il suo consueto aplomb, e rivolge alla reverenda figlia di Xar le seguenti, rispettose parole: “Dove cazzo vi eravate infilati, brutti stolti, non avete saputo che il Priore è stato trovato inspiegabilmente morto nella sua stanza, senza motivo apparente, mentre quella gran troia di Chijan è scomparsa, mentre “qualcuno – forse un orribile mostro” ha ucciso il delfino del priore ed altri quaranta monaci?”.-
Piacevolmente intrigati dall’avere colto sul fatto il più che pervertito abate e dal doverci in futuro preoccupare dei soli monaci rimasti, ma tutto sommato confortati dall’inaspettata astuzia dimostrata dall’ambizioso, anche se perverso Abate, preferiamo comunque non dilungarci in spiegazioni con Repugnant stesso, anche perché, a ben pensarci, non capendoci una emerita fava di quello che sta accadendo, avremmo ben poco da spiegare.-
I soliti dubbi, infatti, galleggiano solitari nelle enormi e rimbombanti vastità delle menti dei nostri eroi: chi ha ucciso il Priore? È stata Chijan? O è stato ECEACLPE? O non è morto, ma si è trasferito in un altro corpo?
Questi ed altri interessantissimi quesiti (sicuramente non le risposte…) potrete trovare sul prossimo numero di Focus Junior, in edicola tra cinque giorni.-
Lasciamo, quindi, il presuntuoso, perverso e politicamente scorretto Abate, comunque immeritatamente investito da Tayga del titolo di reggente dell’ordine, nonché, sempre per merito nostro, promosso ora anche Priore del monastero, a trastullarsi con gli insidiosi e sporgenti grappolini, e ci dirigiamo sicuri e spavaldi verso la Cripta.-
La raggiungiamo con facilità e qui Tayga, dopo essersi data un filo di rossetto, un velo di fard, un tocco di eye-liner, una ravvivata alla pettinatura, una lucidatina ai calzari, indossa la veste che per l’occasione è stata rifinita con ago e filo e meticolosamente stirata da Apelios (che ha ancora il broncio al pensiero di quanto poc’anzi visto in merito ai servigi resi da Chiappuccio al suo Abate).-
Appena messa la veste appaiono tre guardiani che pongono a Tayga le solite domande:
Chi sei?
Cosa vuoi?
Sei umile?
Ti sei fatta un bidet?
Come ti poni nei confronti della sindrome ossessivo-compulsiva da fellatio regressiva?
Tayga risponde benino alla 1 e decisamente bene alla 4 ed alla 5, e ciò è sufficiente ai guardiani, che si stanno dando di gomito e ridacchiano felici e colmi di aspettativa, per darle accesso all’enorme potere del sacro luogo.-
Tayga, la prende decisamente con umiltà e, praticamente in delirio di onnipotenza chiericomisticofigliadilettaereverendadiXargrandetopona, risana i compagni, arto dell’Arcimago compreso, riporta tutti al massimo della forma fisica e magica, cura un foruncolo sul culo di Alkatel, fa la barba ad Emon Pok, depila le gambe sue e di Ailin, fa una ceretta al petto di Ridgell, tenta di rendere più virile Apelios, ma fallisce, si ingrossa le tette, migliora l’alito dei presenti, non trovando altre ferite fa tornare vergine Ailin.-
L’Arcimago, ancora ululante dal dolore straziante al petto, cerca di riportare Tayga su questo mondo, anche perché, con la coda dell’occhio, nota un mucchietto di oggetti decisamente magici, messi lì come per caso.-
Gli stessi si rivelano, infatti, doni per noi, e precisamente:
Un’armatura di piastre con spadone bimane del peso complessivo di circa centottanta chili, adattissimo alla naturale propensione alla diplomazia di Alkatel;
Un fascia rosa da fronte, decisamente fatta per essere indossata dal mistico Apelios;
Un corpetto, forse di una misura troppo grande, subito adocchiato dalla reverenda e popputa figlia di Xar;
Una spilla raffigurante un uccello in volo. Capendone l’enorme spirito evocativo, viene lestamente accalappiata dalla bella Elfa, ora in trepidante attesa del virile eroe che saprà meritarsi la possibilità di cogliere il nuovo fiore;
Un ? (cazzo non mi ricordo) per Emon Pok;
Un libro dall’intrigante titolo “De la masturbatione. Mille ed uno metodi per provare piacere financo con una sola mano”. I soliti stronzi, facendo occhiolino, decidono di darlo all’Arcimago, nonostante la sua insolita condizione biartica.-
Capiamo, però, che potremo utilizzare tali incredibili oggetti (previo, si spera, comprensione dei loro effettivi poteri), solo quando raggiungeremo il livello del titolo.-
Felici e carichi di aspettative, mettiamo tutti gli oggetti in un altro utile manufatto, la borsa di Eta Beta, che ne permette l’occultamento, nonché l’agevole trasporto.-
A questo punto, appagati e felici, ci dirigiamo lesti e sicuri verso la nave, che ci sta aspettando da giorni al porto.-
I sapienti accordi diplomatici intessuti da Ridgell ed Apelios, che si possono riassumere più o meno in: “Io non ti brucio vivo e tu non mi infilzi come un tordo”, sembrano funzionare a meraviglia, quindi, con esasperante lentezza, la nave inizia a portarci verso la capitale.-
Tayga, ancora inebriata dal potere avuto per un momento nella Cripta, nonché sbilanciata in avanti dal non abituale peso delle enorme tette di cui è ora dotata, sbianca in viso ed esclama preoccupata: “Cazzo ragazzi, il Mietitore ci sta aspettando alla capitale”.-
Come sempre le reazioni degli eroi sono più che appropriate al loro rango ed alla loro fama: Emon Pok, Alkatel ed Apelios scappano nelle latrine; Ailin si guarda disperatamente in giro in cerca di un marinaio avvenente, perché non vuole morire vergine; Tayga se ne fotte e si specchia nell’acqua ammirandosi le pere; Ridgell anche….

lunedì 9 giugno 2008

Il Mistico

Raggiungiamo rapidamente la biblioteca dove, finalmente, riusciamo a leggere in santa pace il libro da tanto tempo agognato.-
Ovviamente l’arcano tomo contiene un altro delirante ed imperfetto arzigogolo che i nostri risolvono, però, con imbarazzante facilità, mentre l’Arcimago, ancora monoartico e per nulla stimolato da cotanta lapalissiana facilità, preferisce risolvere un “Bartezzaghi” in un angolo e poi, spronato dai subdoli ed ingrati compagni, si dedica alla ricerca del libro: “Come capire se questo cazzo di anno di merda sia, o meno, bisesto”.-
Alkatel, completamente inutile se non dannoso nella soluzione del seppur elementare indovinello, lascia il compito ai più dotati Apelios, Ailin e Tayga (Emon Pok, seppur dotatissimo, non sembra particolarmente interessato e si ritira in un angolino per fare un mosaico di caccole), e comincia con irritante continuità a rivolgere al mago offerte di aiuto nonché citazioni attinte dal suo ricco bagaglio lessicale, che suonano più o meno così: “Vuoi una mano? – Una mano lava l’altra – Chi di mano ferisce di mano perisce – Me ne lavo le mani (calcando malignamente sul plurale)”.-
Ridgell sopporta con invidiabile, adamantina e serafica calma i ripetuti tentativi di innervosirlo del mononeuronico aspirante paladino, nonché gli ultimi schizzi ossessivo-compulsivi di Tayga di proporgli stupidi giochetti che presuppongono l’utilizzo di almeno due mani e trova il libro dal quale si evince che siamo in una anno normale (per fortuna….).-
A questo punto con un oculato utilizzo del teodolite portatile che Emon Pok (riportato tramite ipnosi regressiva alla sua precedente condizione di geometra modello) porta sempre con se, identifichiamo la posizione della Cripta segreta.-
Stiamo per godere del meritato riposo, quand’ecco che un sospetto trambusto disturba le nostre orecchie meritevoli di quiete e beatitudine.-
Subito capiamo che il duello tra la troia e lo schifoso non-morto deve essersi concluso ed i più sperano in una conclusione a favore della guardiana di facilissimi costumi.-
Quando il tutto sembra calmarsi ed i nostri eroi cercano di riposarsi un po’, ecco che la porta della biblioteca si apre ed appaiono, nell’ordine:
Un mistico, dalla grandissima aura di potere, probabilmente il delfino del Priore;
Un bibliotecario, altro mistico di non sottovalutabile potere;
Repugnant, stronzo, ma sicuramente anch’esso di invidiabile potere.-
Subito, con una inaspettata sinergia intellettuale (per quelli in grado di svilupparla, ovviamente), i nostri reagiscono come un sol uomo, e cioè:
Alkatel propone di attaccarli tutti e farli prigionieri;
Tayga si sveglia;
Emon Pok smoccola perché non riesce ad estrarre l’ultima, fondamentale, caccola dal naso;
Ailin disegna una battaglia tra una triade di draghi ed un villaggio di puffi;
Apelios pensa alla prossima scadenza dei redditi;
Ridgell lancia la pozione di drago.-
Esplode mezza biblioteca ed uccidiamo due stronzi su tre (Repugnant no, cazzo…).-
Ridgell va in coma.-
Alkatel, esclamando giulivo: “Ti do una mano io”, lo prende in spalla e scende nella cripta.-
Apelios, ancora ferito e privo di magia, li segue.-
Tayga, ancor più ferita ed anch’essa priva di magia, li li segue segue .-
Ailin, che sta stranamente bene, essendosi rotta il cazzo dei puffi, li li li segue segue segue.
Emon Pok, li li li li segue segue segue segue……….