mercoledì 12 marzo 2008

L'ideona

Bene, nella biblioteca i nostri continuano imperterriti ad apparire ancora più confusi, se possibile, di quanto già apparissero prima.-
Dopo lunga, noiosissima, sterile e sofferta discussione, decidono di andare a prendere tutto l’armamentario, con relativi zaini da viaggio ed addentellati, e di recarsi così conciati, credendosi comunque rapidi, furtivi e poco appariscenti, nella solita, squallida e per niente ispirante biblioteca.-
Altra interminabile discussione per decidere se andare direttamente nella biblioteca percorrendo un breve tragitto di trenta metri attraverso il tempio, o fare un lungo giro di tre chilometri esterno, con la sola, improbabile speranza di incontrare meno persone che possano chiederci che cazzo stiamo facendo bardati come un commando la notte della liberazione degli ostaggi di Entebbe.-
Considerato che il solo Alkatel ha con se non meno di centotrenta chili di armatura e similari e lo zaino di Emon Pok sembra quello di Babbo Natale, per non parlare dell’odore delle bende di Apelios e delle sempiterne pere di Ailin, dopo appena tre metri veniamo fermati da un gruppetto di quattro guardie che, seppur ossequiose, ci chiedono con fermezza dove pensavamo di andare così conciati.-
Immediatamente ad Alkatel si ferma la salivazione e comincia a balbettare confuse e deliranti spiegazioni tipo: “Stiamo andando in biblioteca a fare un picnic, cioè no pensavamo di fare un giro fuori per raccogliere alcuni funghi allucinogeni, anzi stiamo facendo una gara a chi fa il peto da sforzo più grande…”.-
Quando la situazione sta per virare dall’imbarazzo (dai peti che sta effettivamente producendo per rendere più verosimile la spaventosa versione dei fatti) alla tragedia, l’annoiato Arcimago, con tatto e credibilità, spiega alla guardie che stiamo semplicemente andando in biblioteca ma, onde tutelare i nostri preziosi averi, frutto di anni di sacrifici e studi, visti i brutti ceffi che girano nell’interno della cittadella, preferiamo portarli con noi.-
Le guardie, confortate da tale credibile spiegazione, ma soprattutto semiavvelenate dai peti e dagli effluvi provocati dall’abbondante sudorazione da stress dell’enorme e goffo paladino, salutano con virile cipiglio militaresco, ed i nostri possono finalmente tornare a frantumarsi i marroni nella biblioteca.-
Qui, dopo terza ed esiziale discussione, decidiamo di tornare ad ispezionare il primo tunnel della cripta (da non confondersi con la Cripta).-
Lanciamo non meno di ottanta utili sortilegi, che ci rendono immuni da non-morti, frecce, orticaria, gatti (non si sa mai), ragadi anali, varicella, poi partiamo in fila indiana, come un’allegra comitiva di boy scout entusiasti e dementi alla prova di fine corso per essere promossi da lupetto rincoglionito a pantera sdentata ma felice.-
Troviamo degli scheletri che, solo per farci dispetto, non si animano neanche quando usiamo il loro pelatissimo cranio per una simpatica partitella a calcetto.-
Squadre: Tayga in porta, Ridgell ed Apelios contro Ailin in porta, Emon Pok ed Alkatel.-
Subito il paladino, forte dei suoi centoventi chili addizionati dagli altri centotrenta di armatura, mette in crisi i forti e leali avversari che, in due, non raggiungono la metà del peso dell’enorme attaccante.-
Emon Pok, si dimostra, invece, un ottimo regista e, con parole semplici e ben scandite, telecomanda Alkatel verso la porta avversaria.-
Quando ormai tutti pensano che la partita per la squadra di Tayga non possa che finire come è finita per l’Inter ieri sera, ecco che l’Arcimago, non visto dagli arbitri (anche perché non ci sono), estrae rapidamente la sua daga magica e, con lestezza e disinvoltura, buca il pall cioè il teschio, ponendo così fine all’accesa tenzone.-
Dopo le docce negli spogliatoi (purtroppo divisi), a controcampo ed al processo del lunedì verranno rilasciate pesanti dichiarazioni dall’allenatore della squadra di Ailin, fortunatamente non supportate da prove.-
Tutto finirà in una bolla di sapone, con i tifosi ed alcuni deliranti supporter che portano in trionfo Tayga, Ridgell ed Apelios che, in verità, non gioca benissimo, ma è dotato di una finta naturale di fondoschiena che in più occasioni, ha messo in difficoltà gli avversari.-
Percorriamo così il lungo tunnel, senza altri problemi, fino ad arrivare ad una botola che, ci rendiamo subito conto, porta ad una squallida stamberga, abitata da quattro poveretti, beatamente addormentati.-
Ridgell si offre di salire per primo, addormenta uno dei quattro e, puntando una lama alla gola di un altro, cerca di far capire che non vogliamo fare loro del male.-
Qualcuno potrebbe obiettare che tenere una lama contro la gola non è proprio il metodo più efficace per avvalorare la tesi del non voler fare del male; però funziona!
Quando stiamo ormai per intavolare la quarta, terribile, discussione della serata, ecco la frase che tutti, non solo noi, non vorremmo mai sentire, soprattutto se pronunciata da lui.-
Alkatel, con la fronte corrugata dallo sforzo, salivazione semiazzerata, parziale perdita della sensibilità delle estremità degli arti inferiori e superiori, sudorazione abnorme, pupille in midriasi, voce da soprano, dice:

“Fermi tutti mi è venuta un’ideona”.-

Ora, ricordando la pericolosità di una semplice idea, al pensiero di un’ideona:
Ailin va in menopausa isterica;
Apelios torna virile;
Tayga sviene;
Emon Pok perde la fede e decide di ritornare a fare il sicario;
Ridgell assume subito il sicario per un lavoretto in loco…..
Ora, è bene ricordare che a volte l’imponderabile e l’improbabile (fratelli tra loro e parenti almeno di primo grado dell’impossibile), per motivi che sfuggono ai comuni mortali, ma in questo caso anche agli dei, decidono di farsi beffe delle più elementari leggi naturali, fisiche e statistiche.-
Voi sapete, per esempio, che da due genitori bianchi può nascere un figlio nero.-
Sapete anche che, essendoci una probabilità su un miliardo, tale circostanza provoca normalmente nel padre l’immotivata ma immediata fuoriuscita di nuovi epiteti, in molti casi anche dotati di una certa fantasiosa ruvidità, nei confronti dell’incolpevole madre.-
Bene, nonostante la probabilità fosse la medesima dell’esempio poc’anzi accennato, comincia a serpeggiare negli allibiti cervelli (a differenza di quello del paladino, plurineuronici) dei nostri la fastidiosa ed inconsueta sensazione che l’ideona di Alkatel abbia un barlume di possibile attinenza con la realtà.-
Il posseduto (non c’è altra spiegazione) paladino, per farla breve, propone di far passare una parte dell’esercito di Clodian per questo oscuro e segretissimo tunnel, onde assalire dall’interno la cittadella e creare un diversivo che ci permetta di leggere quel cazzo di libro e scoprire dove sia la Cripta.-
Purtroppo, puntuale come una diarrea alla prima di un concerto di Uto Ughi (magari accompagnato da un celebre organista), arriva l’ennesima, sterile, non proficua, faziosa discussione.-
Sotto gli occhi esterrefatti dei quattro poveretti, cerchiamo così inutilmente di decidere se l’ideona sia veramente realizzabile.-
Rooonff.-
Buona Pasqua.-

lunedì 10 marzo 2008

Intrighi

Bene, nella biblioteca i nostri continuano ad apparire sempre più confusi.-
Visto che le precedenti e catastrofiche peregrinazioni nei due lugubri ed infestati tunnel hanno causato quasi la morte di alcuni compagni, Tayga, dimostrando sbarazzine doti di leadership, cautela e lungimiranza, propone immediatamente di tornare ad ispezionare il più pericoloso, ovvero quello che è costato ad Emon Pok una gamba.-
Tutti (inspiegabilmente anche il mezzo Emon Pok) accettano con entusiasmo la nuova pericolosissima avventura, tanto che anche il tanto austero quanto giusto mistico, in un eccesso di trasporto, pensando agli esiziali non-morti presenti nel sottosuolo, pronuncia la frase che tutti vorremmo sentirci dire: “Tayga, tira fuori il simbolo dalle mutande”.-
Tayga, ingenua come una soffice ed immacolata coltre di tardiva neve di primavera (per i più scafati Cfr. “Effetto neve”), estroflette l’odoroso simbolo e, forte della sua fede e del suo odore, si incammina seguita dai semianestetizzati compagni, nell’oscuro tunnel prescelto alla bisogna.-
In effetti i non-morti, incantati, stupiti o forse spaventati da tale nuovo e persistente afrore, si fanno di nebbia, mentre del tutto inaspettatamente, i nostri si trovano seguiti da tutti i gatti randagi delle catacombe.-
Tayga, in versione rivisitata del pifferaio magico, procede spavalda nella direzione consigliata dall’Arcimago e, entro breve, troviamo la fine del tunnel.-
Non sarebbe davvero la fine del tunnel, ma una tonnellata di macigni ne creano lo stesso, inquietante effetto.-
Decidiamo che, tutto sommato, come ultima chance, potrebbe essere una via di fuga per il porto e, soddisfatti ed assordati dagli incessanti miagolii, torniamo nella biblioteca.-
Ad un certo punto, con ormai i testicoli completamente frantumati dall’orda di gatti festanti, decidiamo che preferiremmo combattere contro i non-morti e, a fatica, convinciamo Tayga a riporre nell’innominabile, umido ed odoroso nascondiglio l’ormai ammorbato simbolo.-
Purtroppo non avevamo fatto i conti con un’altra, altrettanto terribile ma decisamente meno intrigante fonte di afrore: i piedi di Alkatel!
I gatti, infatti, già irretiti dal precedente ed irresistibile aroma, continuano imperterriti a seguirci miagolando felici e carichi di aspettativa.-
Quando ormai l’Arcimago si vede costretto a sacrificare una preziosissima pergamena contenente un utile e catartico sortilegio (palla di fuoco), l’altro evocato, non si sa perché intenerita dagli incessanti miagolii, lancia una creazione spettrale consistente in una enorme forma di parmigiano che, rotolando languidamente via, riesce a sbarazzarci dell’orribile orda felina.-
Liberi e felici, torniamo in biblioteca, poi nelle nostre camere dove l’Arcimago, come prima cosa, bacia il suo libro degli incantesimi, mentre Apelios preferisce baciare ben altro…
Nel tempo libero l’Arcimago trova il modo di farsi abbindolare da un troione di alto bordo che porta lui e il mistico (triste perché è saltato l’aperitivo post-coitale con l’aiuto bibliotecario) al porto, pensando di farli cadere in un tranello escogitato da un furbo corsaro, tale Figldiputt.-
Ridgell ed Apelios, ovviamente, non cascano del fanciullesco tranello (che sarebbe stato più che sufficiente per Alkatel ed Emon Pok) e ritornano dai compagni per raccontare loro l’accaduto.-
Finalmente Apelios riesce ad rincontrare il suo nuovo amichetto che, guarda caso, racconta al deliziato mistico che il corsaro che potrà portarli, in caso di bisogno, velocemente via dalla cittadella è un tale Figldiputt.-
Moderatamente stupiti, i nostri si recano nuovamente dal corsaro e, dopo un veloce scambio di complimenti e convenevoli (il più gentile di Ridgell è: “Lurida merdaccia se provi nuovamente a minacciarmi con quattro miserrime balestre, riduco la tua barchetta ad un troncone bruciacchiato semigalleggiante”), Figldiputt, che finge di non essere intimorito, ma comincia a sudare e sentire odore di bruciato, fissa un prezzo sproporzionato per il passaggio.-
Ridgell, come sempre splendido, accetta senza fiatare.-
D’altronde i soldi, non fanno la felicità; la comprano!

lunedì 3 marzo 2008

La biblioteca

Bene, nella biblioteca i nostri appaiono decisamente un po’ confusi.-
Tayga, praticamente in stato catatonico, balbetta incessantemente una insopportabile litania: “Io non capisco, ma cosa dobbiamo fare, chi siamo, perché siamo qui in biblioteca, quali libri dobbiamo guardare, dove dobbiamo andare poi, chi mi sta toccando il culo?” e dozzine di altri quesiti ai quali non è effettivamente semplicissimo dare una risposta (a parte l’ultimo).-
Ridgell, resosi conto di non avere con se l’amato libro degli incantesimi, mette il broncio e va a bestemmiare tutti gli dei che conosce (e sono veramente tanti, credetemi…), estraniandosi completamente dalle noiosissime cazzate che stanno facendo gli altri.-
Alkatel ed Emon Pok intavolano una discussione, se così può essere chiamata, centrata su se siano più arrapanti le pere di Ailin o il fondoschiena di Tayga.-
Apelios cerca di toccare il culo al giovane bibliotecario, che non nasconde adoranti sguardi di complicità e simpatia nei confronti del mistico.-
L’approccio frutta ad Apelios una promessa d’amore, un preservativo alla fragola e l’indicazione di una cripta segreta, dove poter studiare ancora i misteriosi testi trovati nella biblioteca.-
L’unica che cerca di guadagnare la pagnotta è Ailin; l’ottimo evocato, infatti, trovata una pergamena contenente una criptica scritta riguardante una chiave eterna e perpetua, cerca di decifrare l’arcano scritto, incurante delle lamentele dei compagni.-
Dopo un po’, visto l’impegno dell’elfa, anche Tayga e l’Arcimago si dedicano alla misteriosa scrittura.-
Alkatel ed Emon Pok, consci dell’inutilità della loro presenza in tal contesto, decidono di andare a perlustrare uno dei due oscuri corridoi presenti nella cripta.-
Li accompagna il mistico, con sguardo adorante e incedere sculettante, sicuro di non poter concentrarsi sulla decriptazione, ma propenso ad una nuova depilazione.-
I tre vengono assaliti da orribili non-morti che si fanno beffe delle armi di Alkatel, della magia del mistico e della rapidità del sicario.-
Tornano nella biblioteca dove Ailin, Tayga e Ridgell non sono riusciti ancora a decifrare l’oscura pergamena che, tra l’altro, sembra scritta da un bambino demente sotto gli effetti digestivi causati da una chilo di trippa, animelle ed anguille marinate.-
Subito il mistico, non pago della figura di merda fatta con i non-morti, esclama, facendo lo sborone: “La decifro iooooooooooo la pergamena”.-
Ridgell gli da la pergamena ed il mistico, nonostante una serie di peti isterici da sforzo, non può che arrendersi all’evidenza della sua incapacità.-
Quando anche Alkatel cerca di fornire una chiave di lettura del misterioso quesito, all’Arcimago scende definitivamente la catena: dimentica per un attimo il dolore provocato dalla separazione dal suo amato libro degli incantesimi, prende la pergamena e, con disarmante, semplicità, trova subito la chiave di lettura da tanti anni celata.-
Non pago, l’Arcimago si offre volontario per andare a perlustrare l’altro oscuro corridoio, sicuramente altrettanto pregno di pericoli semiletali.-
Il sicario si offre di accompagnare l’Arcimago.-
Subito appare uno spettro che lancia la sua magia di terrore ultraterreno.-
L’Arcimago, solido come una roccia, distrugge con un incantesimo il non-morto, mentre il giovane, inesperto e gonzo sicario, in preda ad un terrore ingovernabile, comincia ad urlare e correre lungo il buio corridoio.-
Fortunatamente cade in una profondissima buca dove si rompe una gamba e sviene.-
L’Arcimago, decisamente incazzato, raggiunge il grosso gonzo, uccide un altro pericoloso non-morto, protegge il sicario con una ragnatela, torna dagli altri, li riconduce da Emon Pok e, finalmente, stanco ma felice, torna nella biblioteca dove la sua mente riprende ad arrovellarsi per risolvere l’unica cosa veramente importante: “Come cazzo recupero il mio libro?”.-