lunedì 3 marzo 2008

La biblioteca

Bene, nella biblioteca i nostri appaiono decisamente un po’ confusi.-
Tayga, praticamente in stato catatonico, balbetta incessantemente una insopportabile litania: “Io non capisco, ma cosa dobbiamo fare, chi siamo, perché siamo qui in biblioteca, quali libri dobbiamo guardare, dove dobbiamo andare poi, chi mi sta toccando il culo?” e dozzine di altri quesiti ai quali non è effettivamente semplicissimo dare una risposta (a parte l’ultimo).-
Ridgell, resosi conto di non avere con se l’amato libro degli incantesimi, mette il broncio e va a bestemmiare tutti gli dei che conosce (e sono veramente tanti, credetemi…), estraniandosi completamente dalle noiosissime cazzate che stanno facendo gli altri.-
Alkatel ed Emon Pok intavolano una discussione, se così può essere chiamata, centrata su se siano più arrapanti le pere di Ailin o il fondoschiena di Tayga.-
Apelios cerca di toccare il culo al giovane bibliotecario, che non nasconde adoranti sguardi di complicità e simpatia nei confronti del mistico.-
L’approccio frutta ad Apelios una promessa d’amore, un preservativo alla fragola e l’indicazione di una cripta segreta, dove poter studiare ancora i misteriosi testi trovati nella biblioteca.-
L’unica che cerca di guadagnare la pagnotta è Ailin; l’ottimo evocato, infatti, trovata una pergamena contenente una criptica scritta riguardante una chiave eterna e perpetua, cerca di decifrare l’arcano scritto, incurante delle lamentele dei compagni.-
Dopo un po’, visto l’impegno dell’elfa, anche Tayga e l’Arcimago si dedicano alla misteriosa scrittura.-
Alkatel ed Emon Pok, consci dell’inutilità della loro presenza in tal contesto, decidono di andare a perlustrare uno dei due oscuri corridoi presenti nella cripta.-
Li accompagna il mistico, con sguardo adorante e incedere sculettante, sicuro di non poter concentrarsi sulla decriptazione, ma propenso ad una nuova depilazione.-
I tre vengono assaliti da orribili non-morti che si fanno beffe delle armi di Alkatel, della magia del mistico e della rapidità del sicario.-
Tornano nella biblioteca dove Ailin, Tayga e Ridgell non sono riusciti ancora a decifrare l’oscura pergamena che, tra l’altro, sembra scritta da un bambino demente sotto gli effetti digestivi causati da una chilo di trippa, animelle ed anguille marinate.-
Subito il mistico, non pago della figura di merda fatta con i non-morti, esclama, facendo lo sborone: “La decifro iooooooooooo la pergamena”.-
Ridgell gli da la pergamena ed il mistico, nonostante una serie di peti isterici da sforzo, non può che arrendersi all’evidenza della sua incapacità.-
Quando anche Alkatel cerca di fornire una chiave di lettura del misterioso quesito, all’Arcimago scende definitivamente la catena: dimentica per un attimo il dolore provocato dalla separazione dal suo amato libro degli incantesimi, prende la pergamena e, con disarmante, semplicità, trova subito la chiave di lettura da tanti anni celata.-
Non pago, l’Arcimago si offre volontario per andare a perlustrare l’altro oscuro corridoio, sicuramente altrettanto pregno di pericoli semiletali.-
Il sicario si offre di accompagnare l’Arcimago.-
Subito appare uno spettro che lancia la sua magia di terrore ultraterreno.-
L’Arcimago, solido come una roccia, distrugge con un incantesimo il non-morto, mentre il giovane, inesperto e gonzo sicario, in preda ad un terrore ingovernabile, comincia ad urlare e correre lungo il buio corridoio.-
Fortunatamente cade in una profondissima buca dove si rompe una gamba e sviene.-
L’Arcimago, decisamente incazzato, raggiunge il grosso gonzo, uccide un altro pericoloso non-morto, protegge il sicario con una ragnatela, torna dagli altri, li riconduce da Emon Pok e, finalmente, stanco ma felice, torna nella biblioteca dove la sua mente riprende ad arrovellarsi per risolvere l’unica cosa veramente importante: “Come cazzo recupero il mio libro?”.-

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