venerdì 12 dicembre 2008

Mercenari

Solo la saggezza di Alkatel, che aveva momentaneamente cambiato un braccio per due neuroni, ci permette di rivalutare la bontà dell’offerta della missione pressoché suicida. Dell’insignificante signorotto locale-
Tayga, infatti, con la lucidità che la contraddistingue, propone un brain storming finalizzato alla difficile decisione.-
Subito gli eroi reagiscono con il cipiglio loro consueto:
Ailin inizia a disegnare miniature di elfi superdotati;
Emon Pok si addormenta;
Alkatel, accantonata momentaneamente l’idea della depressione o del suicidio, e si accalora;
Tayga prende in mano la situazione;
Ridgell cerca di trarne vantaggio camuffandosi da situazione…
Dopo appena otto ore di civile discussione, previo consulto con l’insignificante e frigida guardiana, imbeccato da Alkatel e motivato da Tayga, Ridgell riassume con le solite, chiare, inequivocabili, serene, candide, esiziali parole, quanto ritiene possa essere il piano d’azione.-
Con la ormai conosciuta bonomia e condiscendenza, il potente Arcimago eiacula la seguente teoria:
“Visto che noi evocati non sappiamo una emerita fava di questo mondo di merda, visto che voi evocatori (..sic…), giovani ed inesperti ed alcuni anche un po’ coglioni, ne sapete forse ancora meno, perché cercare inutilmente di continuare a ingannare, inventandosi storie inverosimili ed a volte pietose facilmente tanabili anche da un bambino di quattro anni, persone di età media 400/500 anni, dotati di almeno quattro buchi nel naso, inchiavabili, giocatori di poker incalliti, scafatissimi, super intelligenti, molto ma molto ma moltissimo tatuati (che su questo mondo di merda conta), sciamani, sciamane, grifoni, polli enormi, elfi cazzutissimi, signori, signorotti, eta beta, re, ex re, futuri re, e quant’altro, ecc., perché non diciamo esattamente chi, cosa, perché, quando, come siamo?”.-
Piacevolmente intrigata dall’imbeccata, Tayga grande faiga, decide di:
Fanculare il signorotto;
Non accettare, quindi, la missione;
Mandare a cagare l’inutile, in quanto frigida (e neppure lesbica) guardiana;
Andare dal Re;
Raccontare a Re praticamente tutto;
Dare il permesso a Ridgell di raccontare al Re il resto;
Sputtanare, quindi, il Principe e la sua troia.-
Il Re, bonario come solo un Re sa essere, ed il suo figliolo, stronzo come solo un figlio di Re sa essere, ci “propongono” una missione, che, questa volta , non ci sentiamo di rifiutare….
Sapete, i Re sanno esser molto, ma molto convincenti, se vogliono…
Alkatel, intanto, restituisce, in quanto praticamente inutilizzati, i due neuroni…

martedì 2 dicembre 2008

Eta Beta

Il dolore per la perdita del braccio ha reso Alkatel un po’ più suscettibile del normale.-
Il bonario e mononeuronico apprendista paladino, infatti, si era del tutto immotivatamente ed erroneamente convinto di essere praticamente invulnerabile.-
Per dimostrare agli amici tale privilegiata condizione l’enorme energumeno inizia così a sfidare la sorte, nonché il nuovo braccio da poco riacquisto, con demenziali ed esiziali prove che, per brevità, riassumeremo qui di seguito:
Prova numero uno. Resistenza al fuoco: Alkatel, dopo aver chiassosamente attirato l’attenzione degli sbalorditi compagni, tocca con la neomano una infernale sbobba appena tolta dal fuoco, di temperatura appena inferiore del piombo fuso. Risultato: due ore di guaiti ed immersioni dell’arto nell’acqua ghiacciata per limitare al numero di trecento le vesciche da ustione;
Prova numero due. Resistenza agli urti: Alkatel, con manona gonfia e vescicolata, dopo aver nuovamente attirato l’attenzione degli esterrefatti amici, prende la rincorsa e si schianta a tutta velocità, di faccia, contro un tronco di due metri di diametro. Risultato: rumore raccapricciante di nasone in frantumi, occhi pesti e doloranti, frutti, caduti per la botta tremenda, per tutti;
Prova numero tre. Resistenza alle avversità: Alkatel la prende abbastanza bene. Capito che non è invulnerabile, ma al massimo, invunerabile, decide, nell’ordine, di: togliersi la vita, cadere in profonda depressione, scappare nottetempo, scappare pomeriggiotempo, scappare mattinatempo, ritagliarsi il braccio, chiedere a Ridgell se lo fa vincere almeno una volta a scacchi, affogarsi in un laghetto di olio e melanzane.-
Gli amici, solidali come sempre, se ne trasbattono tutti gli ammennicoli e cercano di capire cosa fare adesso che il Principe li ha lasciati per la crudele bonazza.-
Seguendo i suoi consigli ce ne andiamo mesti e lesti, verso una fattoria che, secondo le sue previsioni dovrebbe essere confortevole e solitaria.-
Ovviamente nella fattoria ci attende uno strano e solerte servitore, tale Eta Beta, che ci accudisce come neanche Nonna Papera avrebbe potuto fare.-
Ci accoglie come potenti mercenari e ci chiede se intendiamo incontrare un altro signorotto locale, il suo padrone, che sicuramente vuole ingaggiarci per una missione pericolosissima o suicida.-
Il mattino dopo veniamo scortati dal nuovo signorotto, meno nobile, giovane, potente, tatuato, dotato, sciamano e stronzo del Principe traditore, ma comunque degno di rispetto.-
Ci tratta benissimo e ci propone, in qualità di potenti mercenari, una missionicina facile facile: andare a recuperare un prezioso monile onde poter far cessare una faida ormai centenaria tra due famiglie.-
Stiamo per accettare con immotivato entusiasmo, a parte Alkatel e Liu Gin che fanno a gara a chi fa il broncio più bello, quando Tayga, lucida e propositiva come sempre, eiacula la soluzione ai nostri problemi.-
La saggia chierica, infatti, capisce che solo il Principe e/o la troia possono averci preannunciati come mercenari allo speranzoso signorotto.-
Ovviamente se è stato il Principe non c’è un grande problema, ma se è stata la troia accettare la missione equivale quasi certamente ad un suicidio.-
Alkatel, appena sente la parola suicidio, si allena sbattendo ripetutamente il testone contro il muro…..

lunedì 24 novembre 2008

Re e Regina

Con il candore e l’entusiasmo di una quindicenne pre-menarca, goffa ed un po’ bruttina alla sua prima uscita fino alle dieci di sera con il suo nuovo, giovane, brufoloso, ipodotato ma immotivatamente arrapatissimo spasimante, ci facciamo convincere dal principe a farci trasportare dai ferocissimi grifoni.-
Subito Ailin e Tayga, fraintendendo clamorosamente il senso di “grossi uccelli”, si lanciano cariche di aspettative verso gli enormi ed insopportabili pennuti.-
Chiarito l’equivoco, anche con l’aiutino di un litro di bromuro cadauna, il principe cerca di convincere le mostruose avicolità ad accettare come passeggeri anche i due incolpevoli evocati.-
Il bromuro, a scanso di equivoci, è per Ailin e Tayga….
Dopo alcuni giri di attento e reciproco studio, gli orrendi e variopinti esseri decidono di poter sopportare sul loro ampio groppone anche le sode natiche della graziosa elfa e quello seppur nobili ma più secche, del potente Arcimago.-
Non facciamo neanche in tempo a partire che subito i potenziali nebbiofori esplicano l’attività per la quale ci stanno accompagnando, ovvero avvertirci solo all’ultimissimo momento di un mortale pericolo dal quale, guarda caso, loro (principe guerriero sciamano potentissimo più tatuato di un marinaio genovese e guardiana dagli incredibili e misteriosi poteri) debbono tempestivamente allontanarsi.-
Ad onor del vero ci danno un prezioso consiglio: “non cercate di combattere il grifone più grosso, ma accanitevi con pervicacia sui più piccoli”.-
E’ sufficiente una breve visione dei nostri nemici per rendersi conto immediatamente della bontà del consiglio.-
I piccoli sono, infatti, poco più di polli sgraziati e malcresciuti, nonché maleodoranti.-
Quello grosso, invece, nonostante lo sguardo ebete ed ammirato delle due psicolabili ancora intontite dal bromuro, è il più grande, orrendo, variopinto, veloce, cattivo, uccello visto in questo modo di merda.-
Subito l’arrogante volatile ci passa sopra cagandoci letteralmente addosso una ventina di piccoli polli appena descritti.-
Ridgell, ligio nel seguire i consigli del vile principe e dell’inutile guardiana, lancia una bella palla di fuoco sull’intero gruppo.-
L’effetto è del tutto soddisfacente, infatti stermina praticamente l’intero pollaio, lasciando agli amici il compito di spennare i pochi pennuti sopravvissuti seppur gravemente feriti.-
Il grosso ed insopportabile pennuto decide di ritirarsi non prima però di effettuare un ultimo beffardo gesto di vendetta.-
Il povero Alkatel, che stava ancora domandandosi se poteva farsi rimborsare il prezzo del biglietto non utilizzato per la mancata gita alle grotte di Frasassi, e quindi distratto dal complicato pensiero neuronale, se ne sbatte allegramente della battaglia e non trova niente di meglio che farsi strappare un braccio dall’odioso e decisamente permaloso pennuto.-
Scampato il pericolo il principe torna cercando di giustificarsi dicendo che l’orrendo uccellaccio da noi scacciato avrebbe fatto sui suoi quattro grifoni lo stesso effetto di un bell’elfo muscolo, tatuato e con perizoma paccoevidenziante, su Ailin e Tayga.-
Capito, a parte Alkatel, la fine allegoria, riprendiamo il volo, con gli uccelloni appena un po’ meglio disposti anche nei confronti dei due bravi evocati, ed arriviamo alla villa della famiglia ribelle, nemica dell’inutile principe.-
Troviamo qui la proprietà completamente devastata ed un’elfa, decisamente gnocca, mestamente accomodata nella posizione del loto, resa più interessante da uno stacco di gamba di almeno un metro e mezzo e dal visibile perizoma di pizzo nero, che indica al principe un cesto dal sicuramente inquietante contenuto.-
Basta un’occhiata a Ridgell per capire che la troia ne vuole dal principe, infatti, prevedibile come il nuovo, giovane, brufoloso, ipodotato ma immotivatamente arrapatissimo spasimante di cui sopra, la troia, dopo aver scoperchiato il cesto contenente la testa appena recisa dell’ex capofamiglia, dice:
“Bene caro principe, vuoi diventare re?
Hai visto che ho già pensato io ad eliminare mio padre, mia madre, i nonni, i suoceri, i miei quattro fratelli, le mie tre sorelle, i dodici nipotini, le quattordici cuginette, le guardie, la servitù, gli animali casalinghi e non, ed anche alcuni virus che giravano qui intorno?
Vuoi veramente diventare Re?
Vuoi che io sia la Regina?
Vuoi, quindi, sposarmi?
Se vuoi tutto questo manda via quegli stronzi che ti accompagnano e vieni dentro che ti faccio vedere qualcosa di molto, ma molto, decisamente molto più interessante!”
Tanto voi stronzi siete d’accordo, vero?
Il principe, indeciso se coprire l’erezione che non gli veniva da circa duecento anni od asciugare il torrentello di bava che gli scorre sul mento, impiega un microsecondo a prendere l’impegnativa decisione e risponde, a tutte le domande, specialmente l’ultima:
“Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”.-
Del tutto senza motivo, anche noi diamo il nostro nulla osta a tali richieste.-
Il principe, allora, decisamente in fregola, ci congeda frettolosamente, con lo sguardo colpevole ma l’uccello dritto, non prima di averci curato, braccio di Alkatel compreso.-
Alkatel intanto smoccola insoddisfatto perché il biglietto del quale intendeva chiedere il rimborso e che teneva nella mano del braccio reciso, è andato irrimediabilmente perduto……
Mentre ce ne andiamo, curati ma avviliti, i soliti pensieri o quesiti rimbombano nelle vuote teste (si intende nella media…) degli eroi:
Ridgell: come faceva la troia a sapere di noi, perché ci ha scacciati e non uccisi?
Emon Pok: ma era davvero pizzo nero quello che si intravedeva?
Ailin e Tayga: però il principe, nonostante l’età…..
Alkatel: meno male che mi hanno riattaccato il braccio che uso per scaccolarmi….

venerdì 14 novembre 2008

Assassini

Gli eroi, visibilmente preoccupati per la statica condizione di Ridgell, subito si gettano a capofitto nell’usuale e divertentissima gara a chi dice la cazzata più grande.-
Infatti, nell’ordine, propongono:
Ailin: tagliamolo in tanti pezzetti onde ricavarne, una volta mummificati, un congruo numero di reliquie che potranno essere adorate dai posteri;
Alkatel: costruiamo un enorme mausoleo perché possa essere ricordato in eterno dai posteri;
Tayga: bruciamolo e portiamo le sue ceneri al principe, affinché ne ricavi una pomata violacea rinvigorente per il membro, che diventi famosa e ricordata dai posteri con il nome di Ridgellagra;
Emon Pok, stranamente interessato alle sorti dell’incolpevole Arcimago: portiamolo dal principe perché faccia il necessario per riavere tra noi il coraggioso, astuto, leale, potente, nobile, sagace, perseverante, bellissimo Arcimago, nonché mettiamolo nel culo ai posteri;
I posteri, intanto, così pervicacemente coinvolti, tutto sommato d’accordo con il sicario ed un po’ infastiditi (i posteri, si sa, sono un po’ snob), non capiscono perché poi dovranno ricordare Ridgell del quale non sbatte loro una emerita fava…..
Fortunatamente l’intervento, prima di Liu Gin, poi di uno sciamano che ci attendeva alla villa, pone fine al coacervo di cazzate e convince i nostri eroi a portare ciò che resta di Ridgell, ora in forma di non-morto un po’ tonto, dal principe.-
Decidiamo un’astuta strategia che consiste nel mandare avanti l’abile sicario, onde intercettare eventuali insidiosissimi pericoli.-
Emon Pok se la cava egregiamente in quanto non vi sono pericoli neanche a cercarli col lanternino.-
Il bravo e fedele ex assassino passa allora il tempo a lasciare tracce visibili del suo passaggio ai compagni, nelle consuete forme di catarri di incredibile grandezza e colorazione, caccole variegate in forme e sostanza, schizzetti di urina sui tronchi e/o scie maleodoranti talmente appestanti da essere percepite anche a distanza di ore.-
Facilitati dalla perizia del sicario, ed allietati dalle grida di gioia di Alkatel che, finalmente allo stesso livello neuronale di Ridgell, lo sta battendo a scacchi, dama, goffetto e raspighino reale, giungiamo alla dimora del principe, che troviamo con evidenti tracce di assedio.-
Sbattendocene allegramente, come fossimo ad una gita scolastica delle scuole medie alle grotte di Frasassi, imbocchiamo il passaggio segreto che ci porterà direttamente negli alloggi privati del principe.-
Incredibilmente riusciamo a non farci tanare immediatamente dai tre elfi, bianchicci ed assassini, che stanno infliggendo le più efferate ed inimmaginabili torture al nostro anfitrione.-
I tre gonzi, infatti, stanno, nell’ordine:
Stuzzicando con una penna di grifone le enormi e pelosissime narici del vecchio babbione;
Sfregando, con una carta vetrata finissima, un enorme callo ubicato nel più che fetido alluce sinistro del prigioniero;
Leggendo, imitando la stridula ed insopportabile voce di Vanna Marchi, le incredibili capacità taumaturgiche della pomata Ridgellagra.-
I nostro eroi, ovviamente e giustamente inorriditi dalla crudezza dell’immagine loro proposta, si lanciano in un forsennato combattimento per liberare il povero, vecchio, indifeso, rammollito, debole, anziano principe.-
Non prima di aver eiaculato, con la brevità organizzativa che ci contraddistingue, una strategia scevra di imperfezioni.-
Ricorderemo ora, per non tiracela troppo, solo alcuni dei momenti topici:
Alkatel attacca un elfo, che respinge magicamente tutti i suoi attacchi fisici;
Ridgell, resosene conto, consiglia ad Ailin di non colpire quell’elfo, ma di indirizzare la sua freccia su quello già attaccato da lui e da Tayga;
Ailin, particolarmente intuitiva e collaborativa, se ne sbatte, colpisce l’elfo di Alkatel che ovviamente le respinge indietro le ferite, e va in coma;
Emon Pok attacca il terzo elfo, ma scivola su un filo di bava lasciato dal principe, sbatte la testa contro il letto sul quale è incatenato e va in coma;
Alkatel, stanco del palleggio delle ferite tra lui ed il primo elfo, lancia l’incantesimo “invunerabilità” (così è chiamato nelle terre di origini del mononeuronico guerriero), volta le spalle all’elfico assassino e va a cercare di liberare il principe;
Tayga, per simpatia con gli altri, dopo aver lanciato incredibili incantesimi di attacco a destra e manca senza vedere un cazzo perché avvolta da una semimagica nebbia, va in coma anch’essa;
Ridgell, anch’esso tardoneuronico, lancia miriadi di sortilegi su nemici ed amici poi, annoiato come solo un non-morto riesce ad essere, saluta tutti e si getta nella botola dalla quale era risalito.-
Quando ormai il più vivo e vegeto della compagnia è Ridgell, il povero, vecchio, indifeso, rammollito, debole, anziano principe, che ne ha veramente i coglioni pieni delle piume di grifone, carta vetrata, Vanna Marchi, ecc., lancia tre utili sortilegi che sortiscono il semplice, efficace, intrigante effetto di decapitare i tre elfi assassini, che chiameremo ora, per dovere di purezza linguistica elfi assassinati.-
Il principe poi si complimenta con noi, anche se non capiamo di cosa vista la figura di merda fatta, cura quelli in coma e prende da parte Ridgell che, certo della eterosessualità del vecchio mandrillo, non si preoccupa più di tanto.-
Ci dice senza mezzi termini che vorrà essere incoronato Re degli elfi, che noi avremo una parte importante in tutto ciò, e che verrà con noi per aiutarci nelle nostre rispettive missioni.-
Capendo quando viene oltrepassata la sottile linea di confine tra una richiesta e un ordine, accettiamo con fanciullesco entusiasmo tale circostanza.-
Così adesso ne avremo due che si faranno di nebbia…
Unico lato positivo, Ridgell viene a conoscenza del fatto che su questo mondo gli evocati tendono a non morire così facilmente…
Altro lato positivo, forse l’Arcimago ha imparato un altro utile (per il bene della compagnia, ovvio!) sortilegio…
Alkatel, che solo ora realizza che presto al mago torneranno le sue normali facoltà cerebrali, si nasconde in un angolino triste e solitario e, scaccolandosi con indifferenza e rischiando la lacerazione della narice sinistra, si mette a ripassare le per lui difficilissime regole della morra cinese.-
In un inconsueto ed ultimo lampo di lucidità, il grosso e mononeuronico energumeno guarda con occhi adoranti la luna ed esclama: “Ma le abbiamo poi viste le grotte di Frasassi?”.-

mercoledì 5 novembre 2008

Elfi!

PERSONAGGI, IN ORDINE MISTO DI APPARAZIONE ED IMPORTANZA
Tale nuova circostanza si rende necessaria onde impedire alla divinità protempore subdoli trucchetti basati sulle differenze linguistiche che, sovente, rendono difficile, se non impossibile, trascrivere con esattezza nomi di personaggi sentiti pronunciare magari una sola volta nei pessimi dialetti locali….

PRINCIPE MOLTO VECCHIO E POTENTE NUMERO 1
PRINCIPE MOLTO GIOVANE E MENO POTENTE NUMERO 2
VITTIMA NUMERO 1 FRATELLO DELLA PUTTANA
VITTIMA NUMERO 2 PROMESSO SPOSO NUMERO 1 DELLA PUTTANA
VITTIMA NUMERO 3 PROMESSO SPOSO NUMERO 2 DELLA PUTTANA
PROMESSO SPOSO NUMERO 3 DELLA PUTTANA
PUTTANA
CAPO CLAN PICCOLO NUMERO 1
CAPO CLAN PICCOLO NUMERO 2
CAPO CLAN GRANDE NUMERO 3
SERVO VILLA NUMERO 1
SERVO VILLA NUMERO 2
MOSTRO INFIDO E POTENTE

Dove sbarcare?
Dopo la solita breve, civile e costruttiva discussione, decidiamo di arrivare al porto dei marinai.-

I INTERLUDIO
Il leggendario senso di orientamento di Alkatel, che ha assunto il compito di guida, incredibilmente lo abbandona nel momento del bisogno e fa si che il grosso paladino, insieme agli incolpevoli Tayga e Ridgell (e due dei cinque terribili folletti di cui leggerete più avanti), vengano momentaneamente a trovarsi in territorio straniero ed ostile. Tutto si risolve, fortunatamente, con una precipitosa fuga dal pericoloso territorio nemico ed un poco di tempo perduto.-

Al porto veniamo accolti festosi da un tripudio di marinai che, parlando in strettissimo dialetto sardo, non ci caga neanche di striscio.-
Solo il perizoma di Liu Gin, che si intravede dalle svolazzanti e trasparenti vesti, ci permette di ottenere alcune vitali informazioni quali la possibilità di andare da un potente principe, tale PRINCIPE MOLTO VECCHIO E POTENTE NUMERO 1, che come hobby alleva grifoni, utili uccelli capaci di risparmiarci centinai di chilometri in questa jungla calda, umida, fetida, ma soprattutto, piena di elfi del cazzo.-

II INTERLUDIO
Il senso dell’orientamento di Alkatel questa volta si fa proprio di nebbia e fa si che il mononeuronico paladino ed il suo consueto e nuovamente incolpevole equipaggio si trovino questa volta intrappolati in un vero e proprio budello illusorio autorestringente. Solo l’intervento di due volenterose guardie locali permetterà ai nostri eroi di liberarsi. Alkatel continuerà poi per interminabili ore a smoccolare criticando in modo costruttivo le usanze locali, a suo dire povere di indicazioni per i poveri pellegrini bisognosi ed inesperti.-

Il nobile elfo, dopo averci messo alla prova facendoci infilzare come tordi da alcune sue guardie, ci accoglie con sagge parole: “ Avete veramente fatto cagare, ma essendoci solo voi in giro mi vedo costretto a chiedere a voi di sbrigare un paio di semplici faccenduole”.-
Confortati dalle lusinghiere parole del lungimirante e saggio elfo, accettiamo entusiasticamente le missioni, in numero di due, senza neanche sapere di cosa si tratti.-
Fortunatamente il vecchio elfo, senile ma non coglione, se ne ricorda appena in tempo e, con dovizia di particolari, ce le illustra più o meno così:

MISSIONE NUMERO 1
In una vicina parte del mio regno ci sono tre clan: CLAN NUMERO 1, CLAN NUMERO 2 e CLAN NUMERO 3. Accade, nell’ordine, che vengano uccisi in modo misterioso: VITTIMA NUMERO 1 FRATELLO DELLA PUTTANA, VITTIMA NUMERO 2 PROMESSO SPOSO NUMERO 1 DELLA PUTTANA, VITTIMA NUMERO 3 PROMESSO SPOSO NUMERO 2 DELLA PUTTANA, così che la PUTTANA sia adesso promessa in sposa a PROMESSO SPOSO NUMERO 3 DELLA PUTTANA. Da tale circostanza ne otterrebbe enorme vantaggio PROMESSO SPOSO NUMERO 3 DELLA PUTTANA e, se lui morisse, PUTTANA stessa. I tre clan, basandosi sulla strana mia condizione di CAPO CLAN e SCIAMANO contemporaneamente, probabilmente vorranno chiamare per il necessario giudizio un altro signore e, precisamente, PRINCIPE MOLTO GIOVANE E MENO POTENTE NUMERO 2. Andate li, trovate il colpevole, portale la pace tra i tre clan e fate in modo che PRINCIPE MOLTO GIOVANE E MENO POTENTE NUMERO 2 non venga a rompere i coglioni.-

MISSIONE NUMERO 2
Andate in un tempietto poco distante, dissacratane l’altare, recuperate una testa semi-umana e riportatemi il tutto passando, però, dalle fogne.-

Nessun problema partiamo e con irrisoria facilità capiamo che la colpevole non può essere che PUTTANA.-
La sbugiardiamo, tanto da costringerla, con sommo sollievo di PROMESSO SPOSO NUMERO 3 DELLA PUTTANA, a scappare.-

III INTERLUDIO
Alkatel si alza, appesantito e sofferente, lascia velocemente gli esterrefatti compagni senza dare spiegazione alcuna e torna, dopo un considerevole lasso di tempo, decisamente più snello e con una compiaciuta espressione di assoluta serenità.-


Torniamo da PRINCIPE MOLTO VECCHIO E POTENTE NUMERO 1 che, evidentemente vecchio ma non ancora raggiunto dalla pace dei sensi, ci dice che PUTTANA è li da lui e ci incarica di decidere al suo posto se sposarla o ucciderla.-
Non ci pensiamo neppure un attimo: gli consigliamo di rimandarla dai tre clan per la giusta punizione (che avverrà effettivamente per mano di PROMESSO SPOSO NUMERO 3 DELLA PUTTANA).-

IV INTERLUDIO
Tayga si alza, appesantita e sofferente, lascia velocemente gli esterrefatti compagni senza dare spiegazione alcuna e torna, dopo un considerevole lasso di tempo, decisamente più snella e con una compiaciuta espressione di assoluta serenità.-


Partiamo adesso, baldanzosi come pochi, per raggiungere il tempietto.-
La cosa si rivela un po’ più complicata di quanto il PRINCIPE MOLTO VECCHIO E POTENTE NUMERO 1 ci avesse fatto supporre.-
Infatti, il tragitto, tra l’altro continuamente interrotto da:

V INTERLUDIO
Emon Pok si alza, appesantito e sofferente, lascia velocemente gli esterrefatti compagni senza dare spiegazione alcuna e torna, dopo un considerevole lasso di tempo, decisamente più snello e con una compiaciuta espressione di assoluta serenità.-

VI INTERLUDIO
Emon Pok si alza, appesantito e sofferente, lascia velocemente gli esterrefatti compagni senza dare spiegazione alcuna e torna, dopo un considerevole lasso di tempo, decisamente più snello e con una compiaciuta espressione di assoluta serenità.-

VII INTERLUDIO
Emon Pok si alza, appesantito e sofferente, lascia velocemente gli esterrefatti compagni senza dare spiegazione alcuna e torna, dopo un considerevole lasso di tempo, decisamente più snello e con una compiaciuta espressione di assoluta serenità.-


continua in uno stillicidio di sfinenti e massacranti sfide che mettono a dura prova la forza e l’intelligenza dei nostri eroi.-
Leggendari i duelli tra Emon Pok e Ridgell, che sconfiggono con irrisoria facilità una pericolosissima Naga, e tra Alkatel, Ailin e Tayga che riescono a cavarsela per il rotto della cuffia contro tre piccoli ed semi innocui cuccioli di troll.-
Finalmente, dopo l’ennesima battaglia basata sul senso della posizione, giungiamo nel tempio vero e proprio dove ci attende uno dei mostri più pericolosi fino ad ora incontrati: un goblin alto trenta centimetri.-
Il lurido folletto, infatti, altri non è che Stanislao Moulinsky in uno dei più diabolici travestimenti.-
Subito si moltiplica in non meno di trenta esserini, per poi riunirsi in uno decisamente tosto e pericoloso.-
Mentre i più si guardano in torno sbalorditi, l’Arcimago, dopo averne intrappolati 5 in una ragnatela, per poi subito dopo cuocerli con una bella palla di fuoco, affronta con coraggio il furioso Soletaken una volta che questi si sia solidificato in un unico nemico.-
Ha appena terminato di infliggergli un bel po’ di ferite con due potentissimi sortilegi, quando, con la coda dell’occhio, vede Ailin che sta per lanciare un altro incantesimo verso il mostro.-
Certo che si tratti di un preciso, mirato, chirurgico, fatale per il Soletaken ed innocuo per lui, dardo incantato, Ridgell si concede un respiro di sollievo.-
Strano, improvvisamente l’Arcimago viene avvolto prima da un grande e caldo bagliore, subitamente seguito da un innaturale, ma inquietante, gelido, silenzioso, sempiterno buio………

venerdì 24 ottobre 2008

Sirene

Non facciamo neppure in tempo ad arrivare sul ponte di prua, che è quello che manda affanculo il ponte di poppa, che il capitano ci urla concitato: “salvate il timoniere, che ai serpentoni ci pensiamo noi”.-
L’ordine, seppur ben formulato in quanto espresso in forma comprensibile e con voce ben impostata nel tono di comando, ci lascia comunque un po’ basiti in quanto:
E’ buio pesto e gli umani non vedono una sega;
Ailin e Tayga fanno il broncio al pensiero di non poter andare dai serpentoni;
Nella penombra si intravedono tre sinuose forme eliche decisamente femminee;
Ma, soprattutto, non c’è nessun timoniere.-
Subito i nostri fanno a gara per chi compie la cazzata più grande e, nell’ordine, accade che:
Ailin, smaniosa di far vedere a tutti la nuova spilla che le ha regalato l’ultimo spasimante, lancia l’utile sortilegio: “rilevare eventuali forme di pericolo accidentalmente occultate ai seppur scaltrii ed abili occhi dei compagni”;
Ridgell lancia, con il solo scopo di vedere meglio le tre bonazze, il pericolosissimo incantesimo: “luce magica”;
Emon Pok, con consumato atteggiamento da play boy, da il suo biglietto da visita alla bonazza numero uno;
Alkatel, timido ed impacciato, comincia a strisciare gli enormi e sudatissimi piedoni, cercando di incrociare lo sguardo della bonazza numero tre;
Tayga se ne sbatte.-
Le tre bonazze, evidentemente restie a dare confidenza ai due energumeni, reagiscono lanciando una selva terrificante di dardi ad Ailin, che va in coma gridando le ermetiche parole: “ho capito”, e a Ridgell, che sopporta stoicamente bestemmiando allegramente le divinità di almeno quattro piani di esistenza differenti.-
Sorvolerò con modestia sul resto del combattimento (notare che le tre bonazze hanno lanciato incantesimo per preparare incantesimo istantaneo nel round successivo + utilizzo dell’arma contemporaneamente all’uso di magia + anticoncezionale automatico + paraspruzzi posteriore) in quanto servirebbe solo a decantare le incredibili doti di combattente dell’Arcimago, che ha lanciato una palla di fuoco sulle tre mentecatte, che scopriremo poi essere delle odiose Sirene, permettendo agli altri la soddisfazione di finirle con una colpetto ben assestato di spada o pugnale.-
Tayga, come sempre misericordiosa, cura Ailin (adocchiando con interesse la sua nuova spilla…), Emon Pok (adocchiandogli il pacco) e Ridgell il valoroso, poi si rivolge con la consueta bonomia al capitano, dicendogli: “Senti malcresciuta testa di cazzo imbrattata di merda, la prossima volta che non ci avverti di simili pericoli ti spello vivo e ti faccio ritornare bianco come il culo di Apelios”.-
Il capitano, seppur scosso dal pensiero delle orribili mistiche terga, non fa in tempo a farlo vedere perché arriva, appariscente come Elvis al concerto alle Hawaii, un enorme idiota, travestito da Poseidone il semidio coglione, che, con voce impostata alla Nando Gazzolo intima a Liu Gin ed a noi, una volta entrati in possesso dei rispettivi monili, di ritornare da lui.-
Sapendo che in diverse occasioni ha distrutto una nave con un semplice colpo di verga, non riteniamo saggio contraddirlo e lo salutiamo fintamente adoranti.-
Lui, compiaciuto, ci saluta imitando questa volta la voce di Eros Ramazzotti.-
Certo che le Sirene erano delle gran belle topone!

martedì 21 ottobre 2008

Nave

Ormai consci della buona fede del vecchio onanista Fan Cul e della frigidissima Liu Gin, Ridgell ottiene il permesso dalla cauta Tayga di raccontare qualche altro importante particolare fino a quel momento astutamente occultato.-
L’esperto Arcimago procede, quindi, in quanto teste informato sui fatti, a rendere edotti anche i due elfi in merito ad atti o circostanze realmente avvenuti e non altrimenti possibili da tacere.-
Nello specifico, viene esplicitato che:
Apelios è gay, ma solo nei giorni dispari;
Ailin si è rifatta le tette;
Tayga ha assoldato un personal trainer per ottenere in meno di un mese le chiappe più sode di Alberen;
Emon Pok ha finito l’infuso di Timo con il quale si prepara rinfrescanti e corroboranti palliluvi;
Alkatel, scambiandolo per un preparato per gargarismi, ha bevuto tutto l’infuso di Emon Pok e adesso, ogni volta che rutta, una vasta area intorno a lui sembra un verde prato ubertoso sotto il quale sia stato seppellito un grosso mucchio di letame (se scoreggia, invece, come sopra ma senza l’effetto prato ubertoso);
Ridgell in un momento di debolezza ed immodestia a lui non congeniale, rivela che in gioventù è stato campione regionale di “pompa passiva ossessivo-compulsiva”.-
Gli Elfi, inspiegabilmente grati ed intrigati dall’evidente fiducia loro concessa dai nostri eroi, si prodigano in falsissimi complimenti ed inutili consigli fino a tarda notte, per poi congedarci con l’unica scaletta di indicazioni veramente utile:
Se incontrate un elfo con dei tatuaggi sono cazzi;
Se incontrate un elfo con molti tatuaggi sono molti cazzi;
Se incontrate un elfo con moltissimi tatuaggi sono moltissimi cazzi.-
Con ragionamento tipicamente femminile, Ailin e Tayga non trovano in ciò niente di male.-
Anche Apelios ci fa sapere che per lui non c’è problema.-
In Ridgell ed Emon Pok nasce, invece, il germe del dubbio che in questo caso si manifesta con un fastidioso pre-bruciore dove non batte mai il sole (Apelios escluso).-
Il mononeuronico, ma virilissimo Alkatel è, invece, felice perché spera di trovare validi avversari, seppur battibili, nella sua sempiterna sfida a chi piscia più lontano.-
(Neanche a dire che il primo che incontreremo sarà praticamente un tatuaggio con un po’ di elfo sotto)…..-
Veniamo imbarcati su una meravigliosa nave il cui capitano è l’elfo sopradescritto e la prima parte del viaggio va via liscia liscia.-
Quando ormai la noia sta per frantumare definitivamente i sensibili marroni dell’Arcimago, ecco che il ricamato capitano ci chiama sul ponte per chiedere il nostro aiuto.-
Incuriositi, alcuni preoccupati, ma i più decisamente sollevati dall’avere finalmente qualcosa da fare, andiamo sul ponte ed una scena agghiacciante ci aspetta.-
Il mare sembra ora un gigantesco piatto di spaghetti all’arrabbiata; ci sono, infatti, alcune decinaie di orrendi ed enormi serpenti di mare che, lunghi, grossi, lucidi, turgidi e sinuosi, si muovono con finta lentezza, pronti ad attaccarci.-
Fatto capire alle incantate e sbavanti Ailin e Tayga che non è quello che pensano e non è il caso di tuffarsi, ci approntiamo alla pugna….

giovedì 9 ottobre 2008

FAN CUL E LIU GIN

Dopo cena andiamo a dormire il sonno dei giusti.-
Subito agghiaccianti incubi aggrediscono i nostri eroi:
Tayga sogna di non poter più dormire le sue necessarie quattordici ore di sonno quotidiane;
Alkatel sogna Tayga, arrabbiata, che gli frantuma sempiternamente i marroni;
Ailin sogna di cantare contemporaneamente in quattro cori che fanno due prove alla settimana, tanto da dover fare un giorno il doppio turno;
Emon Pok sogna di dover, tutte le domeniche sera, ospitare Ridgell ed una allegra combriccola di suoi amici maghi semialcolisti;
Ridgell sogna le pere di Liu Gin.-
Fortunatamente una boccia di scuro elisir procurato dall’astuto Arcimago, nonché la prospettiva di un futuro ed allegro viaggio nella Marca Carpegnesca, riportano il buon umore e la necessaria dose di concentrazione per poter affrontare il capo degli elfi.-
Dopo aver a lungo discusso sul quanto dire effettivamente all’orribile elfo (1,90, nero, muscoloso, mascellona alla Ridge di Beatiful, virilissimo, in perizoma paccoevidenziante, occhi celesti…), ci dirigiamo convinti, compatti e fiduciosi nella sala del consiglio.-
Qui ci attende una gradita sorpresa, a parte il perizoma di Fan Cul e le pere di Liu Gin, il capo ha sloggiato tutti gli altri membri (nel senso di facenti parte) del consiglio e ci accoglie con un’espressione furbesca, ma al tempo stessa bonaria.-
In pratica ci propone subito una ghiotta alternativa:
O ci fidiamo di lui e gli raccontiamo la nostra storia, in tal caso ci promette a sua volta di scambiare quante più informazioni possibili;
O sentiamo direttamente quanto ha da proporci la custode.-
Tayga, calatasi nella parte di capocomico, oltre che capo della compagnia, esclama le ovvie parole: “La seconda che hai detto”.-
Liu Gin si lancia, allora, in una dettagliata descrizione del continente, formato da quattro grosse isole e alcune migliaia di altri piccolissimi isolotti.-
Nominate le più importanti, che per comodità chiameremo Cuccureddo, Anastasi, Bellugi e Benetti, Liu Gin inizia ad elencare, con pedissequa precisione elfica, le altre ottomila isolette ed i nomi degli evocati ivi residenti.-
Ridgell prova a fermarla toccandole il sedere, ma Liu Gin, con gentile fermezza, fa capire all’Arcimago in astinenza che non gradisce le sue avance.-
Esclama infatti le ermetiche parole: “Se ci riprovi ti uccido”.-
Ridgell guarda Alkatel ed Emon Pok con fare complice, ma legge negli occhioni dei due guerrieri il germe del dubbio che la simpatica fighetta elfica non sia poi così disponibile.-
Ridgell, smoccolando frasi del tipo: “Tanto a me le nere non piacciono”, “Il mio tipo di donna è Kate Moss” ed altre cazzate similari, reputa comunque prudente allontanarsi dall’algida custode….
Morale della storia: I custodi debbono mantenere tra loro un equilibrio, tale per cui per ogni troia (Chijan) debbono assoldare una frigida (Liu Gin).-
E pensare che su Veldern stavo per farmi l’Elfa Nera…..

mercoledì 1 ottobre 2008

Secondo interludio

Un’armata di batteri, cattocomunisti, fortitudini e milanisti, ha nuovamente teso un agguato all’incolpevole Arcimago.-
Faccio notare che su Veldern non mi era mai accaduto di subire simili attacchi nella oltraggiosa misura di due in un anno (e non è ancora finito, cazzo!).-
Probabilmente l’invivibile temperatura di Alberen mina anche i fisici più forti.-
Figuriamoci quelli meno…
Per ingannare il tempo, vi racconterò un aneddoto che riguarda cose accadute fuori dal tempo, in un altro luogo, un incredibile pianeta di nome Terra.-
Attori di questo accadimento sono gli alter ego dei nostri eroi:
Alkatel, protagonista;
Tale nobile SilviaZambmom, nota cantrice dall’angelica voce, antagonista;
Ridgell e Tayga, incolpevoli deuteragonisti.-
Era una sera nella quale gli eroi, nella per loro inconsueta veste di semplici spettatori, erano andati a godere dell’insostenibile pesantezza dell’ascolto di un concerto di chierici ruffiani, votati al culto adorante un vecchio monaco di nome Fabiiiiiiiii da Bologna, nell’antica abbazia di Sveti Antoniiiiiii.-
Terminato l’insostenibile sfregamento di marroni, obnubilati dall’idea di poter partecipare ad abbondanti libagioni, i nostri eroi si recano nelle segrete dell’abbazia, per l’occasione guidati dall’Arcimago in persona, e qui si lasciano andare alle più efferate e smodate manifestazioni etilicogastroculinarie.-
Dopo appena otto litri di un imbevibile vinaccio ammannito dal losco cantiniere Pluto, Alkatel, ebbro e soddisfatto, decide di fare il galante e, avvicinatosi con occhi cisposi, alito pestilenziale ed abbondante sudorazione ai piedoni, per l’occasione cinti in un sandalino malese numero 48, alla nobile SilviaZambmom, la apostrofa con le consuete ed argute parole: “Ehilà vecchia babbiona, come sta quella stronza di sua figlia? A, tra l’altro, a sentire questi mentecatti inascoltabili non le viene voglia anche a lei di tornare a cantare?”
Tayga e Ridgell, troppo agghiacciati da quello che le loro incolpevoli orecchie stanno udendo, non riescono a proferire parola.-
La nobile SilviaZambmom, ieratica e calma come un quarzo oscillatore, guarda Alkatel con la medesima espressione dedicata poc’anzi alla regina delle blatte e prova ad aprire quel melodioso strumento che in altri si chiama bocca, in altri fogna, in altri cloaca, e via dicendo.-
Ovviamente la basita nobildonna nulla può contro la monsonica fiatata alcolica proveniente dalla cloaca di Alkatel se non proferire un timido “Ma veramente Alkatel, io avrei cant….” .-
Alkatel, cambiando il forzato semi-silenzio per un incoraggiamento a proseguire il suo inevitabile sprofondamento nella più profonda fossa di merda mai vista su Terra, continua con altre indimenticabili parole: “Si, sto dicendo proprio a lei, cos’è sorda oltre che vecchia? Ho chiesto, e vorrei che avesse la gentilezza di rispondermi, se non le piacerebbe tornare a cantare?.-
A questo punto solo l’intervento congiunto di Ridgell (gomitata nelle costole), Tayga (calcio negli stinchi) e della nobildonna che sussurra: “Ho detto che cantavo anch’io, idiota!”, riescono a riporta Alkatel su Alberen, per la gioia dei terrestri tutti….
Ridgell/Tigre

giovedì 18 settembre 2008

Elfi

Ci svegliamo, accaldati ed intorpiditi, alcuni anche un po’ rincoglioniti, ed una visione agghiacciante ci avvolge in tutta la sua spaventosità: tre elfi, enormi, neri, con giganteschi pacchi stellari evidenziati da risicati perizoma, con acconciature variegate ed improponibili.-
L’esiziale scena viene solo un po’ ammorbidita da un’altra elfa, un po’ meno scura, decisamente graziosa, avvolta in una tunichetta che non nasconde del tutto le forme decisamente interessanti.-
Dopo il consueto pensiero comunitario: “A come avrebbe apprezzato Apelios la vista di questi elfici fustacchioni”, l’elfica fighetta ci comunica che verremo portati al cospetto del custode del portale di questo caldo e maleodorante continente.-
Intanto, come in sogno, capiamo che abbiamo raggiunto i pieni poteri che derivano dal livello del titolo in quanto, oltre al normale accrescimento di abilità fisiche e magiche ad esso conseguenti, acquistiamo le seguenti incredibili specificità:
Tayga, dopo ogni guzzata, ritorna vergine;
Ailin può decidere, a piacere, di ridurre od ingrandire le pere da una prima ad una sesta;
Emon Pok, a comando, può far apparire un bacile di acqua profumata al timo o alla mentuccia per farsi un rinfrescante palliluvio;
Ridgell può, a suo comodo, perdere un round di tempo prima di lanciare un incantesimo;
Alkatel, a piacere, può far apparire un secondo buco del culo, in modo da essere imbattibile nella gara di peti e flatulenze.-
Incredibilmente compiaciuti dai nuovi poteri acquisiti, a parte Emon Pok, decisamente preoccupato dalla nuova abilità di Alkatel, veniamo condotti dal custode, tale Fan Cul, del portale che, in linea di massima, può così descrivere la sua posizione:
E’ uno dei sette uomini più potenti (in termini politici) di questo mondo;
E’ decisamente l’uomo più potente di questo continente (per lo meno in questo luogo e momento);
E’ incazzato nero perché gli abbiamo appena fatto collassare il sistema dei portali;
E’ anche stupito perché non aveva mai visto un gruppo di persone passare da un portale chiuso, per poi distruggerlo, nonché avere una quantità spaventosa di oggetti magici, tra i quali un grosso cristallo, una incredibile mappa dei cristalli, una pergamena che non riesce neppure a toccare ed, infine, due evocati.-
Quindi resta decisamente stupito quando, alla semplice domanda: “Chi siete?”, si sente rispondere dalla morbida voce di contralto di Tayga: “Un gruppo di viandanti che si è smarrito nel bosco, mentre era a caccia di funghi ed altre erbette aromatiche da portare alla nonna affinché possa prepararci il gustoso Haggis di Nonna Papera”.-
Il suo stupore si tramuta in aperta minaccia, tanto da convincere Tayga ad aggiungere un’altra, seppur ermetica, spiegazione, del tipo: “Si aggiunga che non siamo stati noi a distruggere il portale, o per lo meno non coscientemente, anzi noi non volevamo neppure venire qui, ma volevamo andare in un mondo molto più freddo, inoltre, eravamo inseguiti da un mostro orrendo, cosa che ci ha convinti a passare da un portale, anche se era già chiuso…….. Ehm ….. Cioè, quasi chiuso. Anzi abbiamo sentito una voce, e poi a te che cazzo te ne frega chi siamo negro di merda?”.-
Solo l’intervento congiunto di Ridgell, che non tiene la pipì e svela l’aiuto di Chijan, e la conferma di Liu Gin, custode sottosviluppata di questo continente, ci salva, per adesso, da morte certa…..

mercoledì 10 settembre 2008

martedì 9 settembre 2008

Riassunto

  • Tayga, Alkatel e Apelios, tre chierici di Xar impauriti dagli accadimenti che stano avvenendo sul loro mondo, evocano da Veldern l’Arcimago Ridgell e l’elfo Ailin;

  • Tale evocazione superiore, in realtà proibita, viene permessa per fini che loro stessi ancora ignorano;

  • Subito si aggiunge alla compagnia un quarto elemento: il sicario pentito Emon Pok;

  • Il loro convento (come apprenderanno poi, in realtà tutti i conventi dedicati Xar) è stato distrutto, ed il loro maestro, in fin di vita, dice loro di raggiungere un certo Conte, ancora fedele alla causa;

  • Apelios resta in una grotta a fare la guardia ai tesori recuperati dal convento distrutto;

  • Tayga tiene però un cristallo ed una veste sacra;

  • Alla locanda dei genitori adottivi di Tayga ed Alkatel incontriamo un Guardiano: Chijan;

  • Decidiamo di non andare dal conte (probabilmente rapito) ma da un signorotto locale, tale Dookan;

  • Subito il signorotto ed il suo acerrimo nemico (Mister T), cercano di assoldarci per fare le scarpe all’altro;

  • Ci mettiamo al soldo di Dookan e gli portiamo prigioniero Mister T;

  • Conosciamo l’intrigante Sjoreen;

  • Per ringraziarci Dookan ci manda a Torisk per mettere a posto una difficile situazione creatasi tra il capetto Torvill, i subumani amici di Dookan, il farmacista Torlan, il defunto Travis, ecc.;

  • Torna Apelios;

  • Incontriamo uno strato personaggio: Gerarld;

  • A Torisk mettiamo a posto tutto;

  • I subumani consegnano a Tayga un altro cristallo;

  • Torniamo indietro, evitando un pericoloso passo, e ci dirigiamo verso una grotta di un drago;

  • Uccidiamo il drago e prendiamo i suoi tesori;

  • Ci imbattiamo in un branco di lupi che uccide i nostri muli;

  • Veniamo catturati da alcuni guerrieri fedeli al nuovo culto di Rax;

  • Sjoreen, abilmente travestita, riesce a farci tornare nella cittadella di Dookan e liberarci;

  • Torniamo a Torisk con Dookan che, da abile politico, mette a posto tutti;

  • Conosciamo la guaritrice Frida che ci da alcune utili indicazioni;

  • Andiamo verso i paesi di Koth e di Ekin, e qui incontriamo la guardiana Chijan, che ci chiede di accompagnarci;

  • Ha paura di incontrare qualcuno, sicuramente molto potente e pericoloso;

  • Arriviamo a Koth;

  • Il giorno dopo arriviamo a Ekin, e qui incontriamo i due fratelli Nike e Htok, che ci raccontano di una strana grotta piena di evocati (che Ridgell ed Ailin riconoscono come demoni);

  • Andiamo via da Ekin ed incontriamo Shjkathar (per gli amici Rocco): è molto potente, sembra ai due evocati un demone superiore, ci parla di varie fazioni (uni, altri, loro, ecc,) in combutta tra loro, di una prima evocazione che si è rivelata troppo forte ed adesso può ucciderci tutti anche al solo nominarla, alla fine riconosce Ailin e Ridgell come seconda evocazione superiore, e ci lascia andare;

  • Tayga e Chijan epurano la mappa e lasciano a noi solo una parte;

  • Chijan se ne va;

  • Entriamo in una grotta e combattiamo contro vari ragni ed un coleottero gigante;

  • Entriamo in una strana coltivazione di funghi e veniamo soggiogati da una potentissima illusione;

  • Ci cattura un gruppo di sparuti umani, che scopriamo essere il mangime dei demoni evocati;

  • Ailin e Ridgell mangiano i funghi, per annullare l’effetto dell’illusione, e guidano gli altri fino alla cittadella dei demoni (dove uno più forte degli altri ha preso il potere e ha sovvertito la pace che regnava prima tra umani e demoni);

  • I demoni, quando capiscono che vogliamo andare a sconfiggere il capo, non ci fermano;

  • Andiamo prima nelle grotte dove c’è una statua che crea l’illusione;

  • La distruggiamo, ma Ridgell viene ucciso da alcuni demonietti;

  • Incontriamo Dadaumpa;

  • Ridgell viene resuscitato da Frida in forma di Lazzaro;

  • Lamentazioni di Ridgell il Lazzaro;

  • Dookan ci incarica di andare a liberare il Conte, prigioniero nel covo dei sicari;

  • Andiamo, ma, nel tentativo, ovviamente, il Conte muore;

  • Torniamo da Dookan, che se ne sbatte, e ci incarica di trovare un sostituto del Conte;

  • Frida resuscita, per davvero, Ridgell, ma purtroppo muore nel farlo;

  • Prima, però, consiglia come successore Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano II, detto Coito, figlio del Conte;

  • Tayga, in quanto ultima fedele rimasta, viene nominata Patriarca di Xar;

  • Ridgell propone una veglia di preghiera in memoria del Conte defunto, alla quale tutti debbono partecipare, per poter sceglierne con calma il successore;

  • Intanto, quattro draghetti…..

  • Decidiamo di fare Re, Coito;

  • Alla cerimonia, a sorpresa, arriva Chijan che la officia;

  • Capiamo subito che Coito sarà un vero Re;

  • Andiamo alla capitale per incontrare un vecchio e potente mago;

  • Combattiamo dei briganti in un vicino villaggio e li scacciamo;

  • Incontriamo un vecchio, 132, scomparso;

  • Andiamo ad una torre e combattiamo contro i nostri simulacri;

  • Troviamo il bastone da riportare al mago;

  • Vediamo Dadaumpa, che no lo vuole toccare;

  • Decidiamo di andare ad Orlan;

  • Siamo inseguiti dal Mietitore;

  • Incontriamo il Mietitore, ma fortunatamente Chijan ed altri tre guardiani lo fermano e noi riusciamo a fuggire;

  • Incontriamo Ssssssshit e lo lasciamo libero;

  • Torniamo da Clodian, dove Chijan ci dice di aver ucciso Ssssssshit;

  • Tayga nomina un vicario;

  • Arriviamo ad Orlan;

  • Sulla cittadella vola un enorme drago tartaruga per crearci un diversivo;

  • Entriamo nella cittadella fortificata;

  • Biblioteca, Cripte, ecc.;

  • Conosciamo Repugnant ed il Priore;

  • Scopriamo orrendi esperimenti per trasformare umani in bestie non-morti;

  • Il Priore è il Nosferatu;

  • Incontro tra Nosferatu e Chijan;

  • Tayga nomina Repugnant suo vicario;

  • Andiamo alla capitale dal mago che ci commissiona un omicidio;

  • Ritroviamo il Nosferatu che ci aiuta a fuggire dal Mietitore;

  • Prendiamo un altro pezzo del cristallo;

  • Passiamo un portale che ci porta nella terra degli elfi;

  • Apelios sparisce;

giovedì 4 settembre 2008

Dal Mago

Lo stronzo ci lancia un sortilegio di incredibile potenza, Ridgell sbavacchia un po’, ma tutto sommato la prende abbastanza bene, che servirà ad annullare almeno un attacco magico del suo vecchio amico e ci congeda, dicendo che probabilmente non ci vedremo più.-
Ci tocchiamo i marroni (Ridgell, Alkatel ed Emon Pok i propri, Ailin e Tayga a caso, Apelios è indeciso…), e partiamo, decidendo di lasciare tutti i nostri beni e zaini sui cavalli, anch’essi abilmente schermati.-
Nel frattempo, abbiamo elaborato un piano infallibile per uccidere il vecchio amico del mago (non senza aver subito alcune bizze di Emon Pok e ideucce di Alkatel) che, a grandi linee, potrebbe essere così riassunto:
Alkatel entra per primo e si dispone a sinistra, pronto ad attaccare corpo a corpo;
Apelios entra per secondo e si dispone a destra, pronto ad attaccare corpo a corpo;
Emon Pok entra per terzo e si dispone al centro, pronto ad attaccare corpo a corpo o a lanciare un pugnale;
Ridgell entra per quarto e si dispone a destra pronto a lanciare un dardo;
Ailin entra per quinta (pur avendo una sesta) e si dispone a sinistra pronta a lanciare un dardo;
Tayga entra per ultima e, preso atto della situazione, da abile stratega qual è, deve solo decidere il momento dell’attacco coordinato pronunciando la parola chiave “Zubizarreta”.-
Impieghiamo cinque minuti per arrivare al convento del mistico da terminare, ma quasi due ore a far imparare a Tayga la parola chiave, poi, affidati i cavalli allo stalliere, entriamo duri, incazzati, compatti, massicci, determinati, risoluti, virtussini ed interisti, nello studio dell’ignaro mistico.-
Come sapete tutti i piani, anche quelli praticamente perfetti (di cui il nostro ambisce esserne esempio sempiterno, nonché caso di studio per le reclute del centro addestramento di Quantico per i prossimi vent’anni), hanno a volte un piccolo intoppo dato dall’imperscrutabile e beffardo disegno che il destino tratteggia con le sue tinte pallide ed offuscate.-
La forma prescelta dal destino, nel caso specifico a noi caro, questa volta prende le temibili sembianze del nostro vecchio amico Nosferatu: il Priore che davamo per morto e sepolto per merito di quella vecchia puttana di Chijan.-
A questo punto, nell’ordine, e nel rispetto quasi pedissequo di quanto concordato, accade che:
Alkatel entra per primo e si dispone a sinistra, pronto ad attaccare corpo a corpo, emanando però un’ininterrotta scia orrendamente maleodorante, provocata dall’emozione (sicuramente non paura…) di trovarsi davanti un Nosferatu ;
Apelios entra per secondo e si dispone a destra, pronto ad attaccare corpo a corpo, ma estrae il suo rosario portatile e, con metodo e calma, comincia a ricordare in ordine cronologico e chiedere perdono degli ultimi peccatucci commessi;
Emon Pok entra per terzo e si dispone al centro, pronto ad attaccare corpo a corpo o a lanciare un pugnale, poi sorride felice, perché, tutto sommato, gli dispiaceva uccidere un vecchietto buono ed innocente, mentre con il Nosferatu….;
Ridgell entra per quarto e si dispone a destra pronto a lanciare un dardo, poi si va a sedere su una poltrona, smoccolando come uno scaricatore di porto al quale è appena caduta sul ditone con unghia incarnita una cassa da tre tonnellate;
Ailin entra per quinta (pur avendo una sesta) e si dispone a sinistra pronta a lanciare un dardo, ma dall’emozione le pere si riducono ad una terza scarsa, provocando un moto di risentimento in tutti i presenti, Nosferatu compreso;
Tayga entra per ultima e, preso atto della situazione, da abile stratega qual è, deve solo decidere il momento dell’attacco coordinato pronunciando la parola chiave “Zubizarreta”, non vede il Nosferatu perché è ad occhi chiusa, concentratissima, che cerca disperatamente di ricordarsi la parola chiave.-
Fortunatamente non se la ricorda, così possiamo restare vivi ancora per qualche attimo, giusto il tempo che permette al vecchio mistico di salutarci con calore e chiederci quale oggetto mirabolante dobbiamo mostrargli.-
Mentre l’idiota, ormai inconsapevolmente border-line con la vita, ci guarda speranzoso ed i più rimangono pietrificati nelle descritte posizioni, Tayga, sempre ad occhi chiusi, continua a borbottare spezzoni semincomprensibili di parole tipo: “Zuzzurellone, Zuzzurro, Zatteronzolo, Zibibbo, Zazzera, Zuppiera, Zulbindarrebelleta, …..”.-
Il Nosferatu, incomprensibilmente contento di vederci, lancia un’occhiata maliziosa ai nostri eroi, colta la volo dallo scafato Arcimago, e domanda: “Posso sbrigare io la piccola formalità prima di parlare di cose importanti?”.-
Ad un cenno affermativo di Ridgell, pugnala il vecchio idiota (che ha ancora stampato sul viso un ebete sorriso ricco di aspettative), annullando con disarmante semplicità una quantità enorme di magia, e (solo dopo un’altra passatina ad asciugare il filino di bava di Ridgell), lascia cadere a terra il corpo senza vita, non dopo aver dato una leccatina all’intrigante pugnale.-
Il Nosferatu ci racconta di aver raggiunto un soddisfacente accordo con la puttana e deciso di aiutarci, ci dice, inoltre, di fare in fretta perché il mietitore è molto vicino e può percepire i nostri oggetti e controllare i nostri cavalli.-
Improvvisamente il piacevole chiacchiericcio viene interrotto dalla morbida voce da contralto di Tayga che urla, trionfante: “Zubizarreta”.-
Come un orda di lupi affamati ci lanciamo sul corpo esanime del vecchio e ormai defunto idiota, infierendo con armi e magie, fino a ridurlo ad un irriconoscibile grumo.-
Lo stesso Nosferatu inorridisce e rivaluta perplesso la bontà della sua decisione di stare dalla nostra parte….
Informata Tayga dell’accaduto, prendiamo il quarto pezzo del cristallo, che si fonde coi i tre precedenti (il Nosferatu si volta abbagliato e/o infastidito), e corriamo a prendere i nostri zaini, per poi dirigerci verso il portale segnalatoci dal mago.-
Nella piazza principale il portale, bello, sfavillante, acceso, invitante, ma evidentemente stronzo come tutti quelli che incontriamo su questo mondo di merda, appena ci vede si disattiva.-
Sentiamo tutti una voce che si sprona a passare comunque.-
Lo facciamo.-
Ci svegliamo, Apeliosprivi, senza armi, senza i nostri oggetti, coperti solo da una tunichetta di cotone, in un mondo orribilmente caldo ed umido, chiusi in una gabbia decisamente magica, con l’unica compagnia di una pergamena che immediatamente leggiamo.-
In estrema sintesi si può dire che:
La pergamena l’ha scritta la puttana;
Siamo sul continente degli elfi (diversi da Ailin, lei ha più pere);
Spero che il Master ci mandi il testo della pergamena perché la settima birra ha resettato il neurone scrivano.-
Mentre attendiamo che qualcuno venga a liberaci, Alkatel, che non ha ancora fatto la cazzata quotidiana, si guarda intorno triste e spaesato, con le grossa ditone in perenne movimento, sudatissimo e, con voce assonnata e malinconica dice: “Mi sarebbe proprio piaciuto vedere Apelios con questa graziosa tunichetta…”.

venerdì 20 giugno 2008

Alla capitale

Sulla nave l’atmosfera è un po’ tesa perché si è sparsa la voce tra i marinai, in astinenza da sei mesi almeno, che a bordo ci sono, nell’ordine:
Una bonazza con un paio di enorme tette rifatte;
Una stratopolona con un incredibile voglia di nerchia;
Un delicato e volenteroso giovane, abile nell’antica arte bolognese del risucchio perpetuo;
Due grossi omoni che, con il mefitico odore dei loro piedi e delle loro ascelle, possono anestetizzare chiunque in caso di bisogno (estrazione denti cariati, estirpazione di emorroidi doloranti, castrazione chimica, ecc.,ecc.);
Un altro, distinto, sagace, nobile, ieratico uomo che, invece, si fa i cazzi suoi.-
Tayga, stanca di rimirarsi le tette, decide inaspettatamente di fare una deviazione, con la scusa di voler parlare al re, ma in realtà solo per andare a riprendere l’anello che ha lasciato a Coito.-
Il capitano, a fronte di un breve ritocco del prezzo pattuito (un disegno a carboncino fatto da Ailin di Tayga di profilo e di Apelios da dietro), accetta e trova una comoda insenatura dove attendere i nostri eroi.-
Alkatel, ripresosi per un attimo dal torpore pressoché costante provocato dagli orrendi effluvi da lui stesso prodotti e dai quali sembra fortunatamente non immune, esclama terrorizzato ed incrociando le braccia: “Non voglio andare alla capitale”.-
Tranquillizzato Alkatel con una balla pazzesca, tipo andremo a fare una gita a Gardaland, incontriamo Coito, Dookan, Sjoreen, Micca, Topolino, Diabolik e Stanislao Moulinsky.-
Ridgell nota subito come i giorni di inattività abbiamo abbassato l’attenzione nell’esercito, a parte quella di Dookan, tenuto evidentemente in continua tensione da Sjoreen che, guarda caso, abbisogna di continui impacchi lenitivi all’articolazione mandibolo-mascellare.-
Dopo i soliti convenevoli di circostanza e una serie pressoché infinita di complimenti ed apprezzamenti sul nuovo stato fisico della reverenda figlia di Xar e dell’altra topona, Tayga stessa, di natura umile come Berlusconi, decide di congedare Dookan e il suo codazzo, per poter rimanere a parlare con il solo Coito che, ricordiamo, si chiama Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano II, figlio di Ildebrando Clotilde Maria Summus Magnificus Cesare Domiziano I.-
Alkatel, in un secondo, brevissimo, istante di pseudolucidità, esclama sempre più terrorizzato e facendo il broncio: “Non voglio andare alla capitale, ecco”.-
Una provvidenziale folata di vento lo mette a favore dell’ascella sinistra di Emon Pok e questo, per il momento, sembra sufficiente a calmare il grosso aspirante paladino.-
Rimasti soli con Coito parliamo del più e del meno, anche perché, come sempre non ci capiamo ancora un cazzo, ma decidiamo, comunque, immotivatamente permeati di un’insolita fiducia nella vita, di andare alla capitale dove, per lo meno, ci attende lo stronzissimo, ma forte ed astuto mago.-
Ritorniamo all nave e, come in un lampo, stesso tempo che occorre in media per prenderlo nel culo, arriviamo alla capitale.-
Alkatel, in un terzo momento benedetto dal barlume della ragione, esclama sempre più confuso e battendo gli enormi e maleodoranti piedoni per terra: “Non voglio andare alla capitale, non voglio, non voglio”.-
Apelios lo distrae facendogli vedere un sacchettino pieno di biglie colorate e tutto si risolve, ancora una volta, senza troppi piagnistei e tragedie.-
Qui al porto ci attende una folla di nobilotti ostentatamente festanti, capeggiata dallo stronzissimo mago in persona.-
Il deficiente, stronzo, vecchio, bavoso, lascivo, ruba bastoni, ruba spadini di drago identificati a tradimento, ex chiavatore di maghette carine, decide di dare la tipica occhiata da mago numero 4, quella dal recondito significato: “Sto per fare un sortilegio di enorme potere, preparato da tempo con incredibile dispendio di fatica, magia, denaro per convocare qui questi attori e sudore, che permetterà a tutti, se entro un cerchio di tre metri di diametro con me come centro, di essere teletrasportati con tranquillità e sicurezza nella mia dimora che, come noto, è protetta da insormontabili barriere magiche capaci perfino di occultarci al Mietitore stesso”.-
Purtroppo l’ormai senile ed impotente mago rivolge la breve occhiata ad Apelios che cerca di ritrasmettere esattamente, nei minimi dettagli e con dovizia di particolari e sfumature interpretative, tramite il sapiente utilizzo della famosa l’occhiata numero tre dell’apprendista mistico, il criptico messaggio ai suoi compagni.-
Nell’ordine gli eroi capiscono:
Tayga di aggiustarsi il corpetto perché si vedono le pere. Questo la costringe a stare ferma, così da essere teletrasportata via;
Ailin che le si vede il filo di bava che le scende sul mento mentre sta guardando le due virilissime e vergognosamente superdotate guardie del corpo del mago. Questo la costringe a stare ferma, così da essere teletrasportata via;
Alkatel che siamo nella capitale. Questo lo fa raggelare, incrociare le braccia, mettere il broncio, pestare i piedoni, comunque stare fermo così da essere teletrasportato via;
Emon Pok sviene per un ennesimo, insopportabile effluvio proveniente dalla bocca spalancata di Alkatel che esclama triste: “Non volevo andare alla capitale”. Questo gli permette di essere teletrasportato via.-
Ridgell intanto, distratto dalle due maghette, veramente fighette e carine, ne approfitta per grattarsi le balle proprio mentre il vecchio e bavoso mago lancia il potente ed arcano sortilegio.-
Più il caso che altro fa si che l’Arcimago tocchi proprio in quell’istante la daga assorbi magia che, ligia ed efficace come solo una daga sa essere, annulla il potente incantesimo del vecchiaccio e lascia un perplesso Ridgell fortunatamente non da solo (ci sono le due fighette…) sul pontile, mentre gli altri suoi compagni spariscono accompagnati da un disgustoso plop (stesso suono che è facile udire allorquando un proctologo estrae il suo enorme ditote guantato dal dolorante orifizio dello sfortunato ed esplorato paziente).-
Mentre gli altri cazzeggiano felici nella lussuosa dimora del vecchio ed avido mago da strapazzo, Ridgell deve convincere il capitano a riaccompagnarlo in un altro pontile dal quale, insieme a fighetta e fighella, raggiungere il resto della compagnia.-
Solo la grande riservatezza ed il rispetto che l’umile e saggio Arcimago ha sempre dimostrato nei confronti dell’universo femminile, mi costringono a non narrare la piacevolezza del breve ma intenso viaggio che Ridgell ha fatto con le due giovani usufruitrici di magia.-
Arrivati a destinazione il vecchio bavoso ci fa entrare e i nostri mettono a conoscenza anche l’Arcimago della missione di cui dobbiamo farci carico: uccidere un vecchio amico (compagno di studi che ha scelto la più agevole strada del mistico) dello stronzo.-
Accettiamo giulivi mentre Alkatel, ancora un po’ imbronciato, mugugna sommessamente: “Ma siamo veramente nella capitale?”.-

mercoledì 11 giugno 2008

La Cripta

Ancora scossi dall’esplosione, scendiamo nei lugubri e tortuosi tunnel con l’agghiacciante consapevolezza di non sapere dove cavolo andare e che cazzo fare.-
Fortunatamente, proprio quando stava ormai per manifestarsi in tutta la sua dannosa pericolosità l’esiziale potere del solitario neurone dell’aspirante paladino, Tayga viene contattata da Repugnant che, con i consueti sgarbatissimi ed irriverenti modi, ci invita ad un happy hour da lui tra due ore esatte.-
Emon Pok smoccola perché si accorge che uno zingarello non-morto gli ha appena fottuto il Rolex d’oro che aveva personalmente trafugato dal tesoro di famiglia, ma Tayga, fraintendendone il motivo della pena, gli dice di non preoccuparsi, perché lei è in grado di percepire il trascorrere del tempo con grande esattezza, basandosi sui ritmici peti di Alkatel.-
Emon Pok, comunque, si preoccupa lo stesso.-
Dopo tremila peti (due ore esatte, esatte…) arriviamo davanti alla porta segreta degli appartamenti di Repugnant e, furtivi e truffaldini, dopo un rapido consulto sull’opportunità di annunciarci o meno, decidiamo di socchiuderla in grande silenzio.-
Una vista tra l’agghiacciante ed il maleodorante ci coglie impreparati: Repugnant, prono su una scrivania, vestito con tutina di latex nera superaderente, calze a rete autoreggenti di nailon e frustino, sta incitando Chiappuccio a mettere più vigore nel disgustoso compito di spalmargli in zone innominabili il famigerato “Preparato H”, miracolosa pomata per le emorroidi.-
Appena il tempo per congedare l’imbarazzatissimo bibliotecario che Repugnant, ancora con le orribili ed arrossate, nonché doloranti vergogne esposte, ritrova il suo consueto aplomb, e rivolge alla reverenda figlia di Xar le seguenti, rispettose parole: “Dove cazzo vi eravate infilati, brutti stolti, non avete saputo che il Priore è stato trovato inspiegabilmente morto nella sua stanza, senza motivo apparente, mentre quella gran troia di Chijan è scomparsa, mentre “qualcuno – forse un orribile mostro” ha ucciso il delfino del priore ed altri quaranta monaci?”.-
Piacevolmente intrigati dall’avere colto sul fatto il più che pervertito abate e dal doverci in futuro preoccupare dei soli monaci rimasti, ma tutto sommato confortati dall’inaspettata astuzia dimostrata dall’ambizioso, anche se perverso Abate, preferiamo comunque non dilungarci in spiegazioni con Repugnant stesso, anche perché, a ben pensarci, non capendoci una emerita fava di quello che sta accadendo, avremmo ben poco da spiegare.-
I soliti dubbi, infatti, galleggiano solitari nelle enormi e rimbombanti vastità delle menti dei nostri eroi: chi ha ucciso il Priore? È stata Chijan? O è stato ECEACLPE? O non è morto, ma si è trasferito in un altro corpo?
Questi ed altri interessantissimi quesiti (sicuramente non le risposte…) potrete trovare sul prossimo numero di Focus Junior, in edicola tra cinque giorni.-
Lasciamo, quindi, il presuntuoso, perverso e politicamente scorretto Abate, comunque immeritatamente investito da Tayga del titolo di reggente dell’ordine, nonché, sempre per merito nostro, promosso ora anche Priore del monastero, a trastullarsi con gli insidiosi e sporgenti grappolini, e ci dirigiamo sicuri e spavaldi verso la Cripta.-
La raggiungiamo con facilità e qui Tayga, dopo essersi data un filo di rossetto, un velo di fard, un tocco di eye-liner, una ravvivata alla pettinatura, una lucidatina ai calzari, indossa la veste che per l’occasione è stata rifinita con ago e filo e meticolosamente stirata da Apelios (che ha ancora il broncio al pensiero di quanto poc’anzi visto in merito ai servigi resi da Chiappuccio al suo Abate).-
Appena messa la veste appaiono tre guardiani che pongono a Tayga le solite domande:
Chi sei?
Cosa vuoi?
Sei umile?
Ti sei fatta un bidet?
Come ti poni nei confronti della sindrome ossessivo-compulsiva da fellatio regressiva?
Tayga risponde benino alla 1 e decisamente bene alla 4 ed alla 5, e ciò è sufficiente ai guardiani, che si stanno dando di gomito e ridacchiano felici e colmi di aspettativa, per darle accesso all’enorme potere del sacro luogo.-
Tayga, la prende decisamente con umiltà e, praticamente in delirio di onnipotenza chiericomisticofigliadilettaereverendadiXargrandetopona, risana i compagni, arto dell’Arcimago compreso, riporta tutti al massimo della forma fisica e magica, cura un foruncolo sul culo di Alkatel, fa la barba ad Emon Pok, depila le gambe sue e di Ailin, fa una ceretta al petto di Ridgell, tenta di rendere più virile Apelios, ma fallisce, si ingrossa le tette, migliora l’alito dei presenti, non trovando altre ferite fa tornare vergine Ailin.-
L’Arcimago, ancora ululante dal dolore straziante al petto, cerca di riportare Tayga su questo mondo, anche perché, con la coda dell’occhio, nota un mucchietto di oggetti decisamente magici, messi lì come per caso.-
Gli stessi si rivelano, infatti, doni per noi, e precisamente:
Un’armatura di piastre con spadone bimane del peso complessivo di circa centottanta chili, adattissimo alla naturale propensione alla diplomazia di Alkatel;
Un fascia rosa da fronte, decisamente fatta per essere indossata dal mistico Apelios;
Un corpetto, forse di una misura troppo grande, subito adocchiato dalla reverenda e popputa figlia di Xar;
Una spilla raffigurante un uccello in volo. Capendone l’enorme spirito evocativo, viene lestamente accalappiata dalla bella Elfa, ora in trepidante attesa del virile eroe che saprà meritarsi la possibilità di cogliere il nuovo fiore;
Un ? (cazzo non mi ricordo) per Emon Pok;
Un libro dall’intrigante titolo “De la masturbatione. Mille ed uno metodi per provare piacere financo con una sola mano”. I soliti stronzi, facendo occhiolino, decidono di darlo all’Arcimago, nonostante la sua insolita condizione biartica.-
Capiamo, però, che potremo utilizzare tali incredibili oggetti (previo, si spera, comprensione dei loro effettivi poteri), solo quando raggiungeremo il livello del titolo.-
Felici e carichi di aspettative, mettiamo tutti gli oggetti in un altro utile manufatto, la borsa di Eta Beta, che ne permette l’occultamento, nonché l’agevole trasporto.-
A questo punto, appagati e felici, ci dirigiamo lesti e sicuri verso la nave, che ci sta aspettando da giorni al porto.-
I sapienti accordi diplomatici intessuti da Ridgell ed Apelios, che si possono riassumere più o meno in: “Io non ti brucio vivo e tu non mi infilzi come un tordo”, sembrano funzionare a meraviglia, quindi, con esasperante lentezza, la nave inizia a portarci verso la capitale.-
Tayga, ancora inebriata dal potere avuto per un momento nella Cripta, nonché sbilanciata in avanti dal non abituale peso delle enorme tette di cui è ora dotata, sbianca in viso ed esclama preoccupata: “Cazzo ragazzi, il Mietitore ci sta aspettando alla capitale”.-
Come sempre le reazioni degli eroi sono più che appropriate al loro rango ed alla loro fama: Emon Pok, Alkatel ed Apelios scappano nelle latrine; Ailin si guarda disperatamente in giro in cerca di un marinaio avvenente, perché non vuole morire vergine; Tayga se ne fotte e si specchia nell’acqua ammirandosi le pere; Ridgell anche….

lunedì 9 giugno 2008

Il Mistico

Raggiungiamo rapidamente la biblioteca dove, finalmente, riusciamo a leggere in santa pace il libro da tanto tempo agognato.-
Ovviamente l’arcano tomo contiene un altro delirante ed imperfetto arzigogolo che i nostri risolvono, però, con imbarazzante facilità, mentre l’Arcimago, ancora monoartico e per nulla stimolato da cotanta lapalissiana facilità, preferisce risolvere un “Bartezzaghi” in un angolo e poi, spronato dai subdoli ed ingrati compagni, si dedica alla ricerca del libro: “Come capire se questo cazzo di anno di merda sia, o meno, bisesto”.-
Alkatel, completamente inutile se non dannoso nella soluzione del seppur elementare indovinello, lascia il compito ai più dotati Apelios, Ailin e Tayga (Emon Pok, seppur dotatissimo, non sembra particolarmente interessato e si ritira in un angolino per fare un mosaico di caccole), e comincia con irritante continuità a rivolgere al mago offerte di aiuto nonché citazioni attinte dal suo ricco bagaglio lessicale, che suonano più o meno così: “Vuoi una mano? – Una mano lava l’altra – Chi di mano ferisce di mano perisce – Me ne lavo le mani (calcando malignamente sul plurale)”.-
Ridgell sopporta con invidiabile, adamantina e serafica calma i ripetuti tentativi di innervosirlo del mononeuronico aspirante paladino, nonché gli ultimi schizzi ossessivo-compulsivi di Tayga di proporgli stupidi giochetti che presuppongono l’utilizzo di almeno due mani e trova il libro dal quale si evince che siamo in una anno normale (per fortuna….).-
A questo punto con un oculato utilizzo del teodolite portatile che Emon Pok (riportato tramite ipnosi regressiva alla sua precedente condizione di geometra modello) porta sempre con se, identifichiamo la posizione della Cripta segreta.-
Stiamo per godere del meritato riposo, quand’ecco che un sospetto trambusto disturba le nostre orecchie meritevoli di quiete e beatitudine.-
Subito capiamo che il duello tra la troia e lo schifoso non-morto deve essersi concluso ed i più sperano in una conclusione a favore della guardiana di facilissimi costumi.-
Quando il tutto sembra calmarsi ed i nostri eroi cercano di riposarsi un po’, ecco che la porta della biblioteca si apre ed appaiono, nell’ordine:
Un mistico, dalla grandissima aura di potere, probabilmente il delfino del Priore;
Un bibliotecario, altro mistico di non sottovalutabile potere;
Repugnant, stronzo, ma sicuramente anch’esso di invidiabile potere.-
Subito, con una inaspettata sinergia intellettuale (per quelli in grado di svilupparla, ovviamente), i nostri reagiscono come un sol uomo, e cioè:
Alkatel propone di attaccarli tutti e farli prigionieri;
Tayga si sveglia;
Emon Pok smoccola perché non riesce ad estrarre l’ultima, fondamentale, caccola dal naso;
Ailin disegna una battaglia tra una triade di draghi ed un villaggio di puffi;
Apelios pensa alla prossima scadenza dei redditi;
Ridgell lancia la pozione di drago.-
Esplode mezza biblioteca ed uccidiamo due stronzi su tre (Repugnant no, cazzo…).-
Ridgell va in coma.-
Alkatel, esclamando giulivo: “Ti do una mano io”, lo prende in spalla e scende nella cripta.-
Apelios, ancora ferito e privo di magia, li segue.-
Tayga, ancor più ferita ed anch’essa priva di magia, li li segue segue .-
Ailin, che sta stranamente bene, essendosi rotta il cazzo dei puffi, li li li segue segue segue.
Emon Pok, li li li li segue segue segue segue……….

giovedì 29 maggio 2008

Il Priore

Decidiamo in fretta in quanto Tayga trova particolarmente intrigante fare da esca.-
Ailin, Apelios ed Emon Pok, stranamente silenti, appoggiano incondizionatamente l’idea, mentre Alkatel e Ridgell, decisamente più partecipi, dopo attenta ponderazione (da parte dell’Arcimago, si intende…), si convincono anch’essi della bontà della decisione della reverenda madre.-
Tayga, come promesso a Chijan, investe ufficialmente Repugnant della carica di reggente dell’ordine, tramite la benedizione del suo medaglione (benedizione che avviene nei consueti modi, ovvero tenendolo per alcune ore in posti caldi ed umidi).-
Repugnant se ne va odoroso e contento, seguito da tutti i felini del convento, ed i nostri possono finalmente attuare il piano astutissimo che prevede, nell’ordine: andare in biblioteca, dopo mezz’ora prendere il libro, scendere in un tunnel prospiciente gli appartamenti del priore, attendere fiduciosi che Chijan, avvertita la trasformazione del priore in nosferatu, arrivi e lo uccida.-
Ed infatti andiamo in biblioteca dove Ailin, Apelios ed Emon Pok fanno la conta per chi deve prendere il libro; vince, barando stupidamente, Apelios che, irrorato da infondato ottimismo, tocca il libro e va immediatamente in coma, costringendo Tayga a consumare tutta la sua magia per mantenerlo in vita.-
A questo punto accade l’inimmaginabile: Alkatel, con sguardo truffaldino, alza il suo enorme ditone e noi ci rassegniamo a sentirlo sillabare la frase che tutti temono di udire e che spesso è fonte di orrendi incubi notturni.-
Del tutto inaspettatamente, invece, dal normalmente malusato orifizio fuoriesce l’innocente domanda: “Pina Colada?”.-
Con un grosso sospirone di sollievo, lo mandiamo tutti a cagare, e torniamo a preoccuparci dell’attuazione dell’infallibile piano.-
Ailin rimane con l’inutile Apelios di guardia alla porta segreta, mentre gli altri scendono verso il lugubre tunnel, onde poter aprire il misterioso libro.-
Arriviamo, Tayga si mette la veste e, finalmente, apre il libro.-
Il priore appare nella sua consueta, sfavillante, normalissima, veste di … priore ….
Un po’ attapirati i quanto nosferatulesi, cominciamo così un interminabile duello dialettico-semantico con il priore che, per brevità, potremmo così riassumere: Il priore ci dice che i guardiani sono degli stronzi, che lui ed il suo padrone vogliono solo ritornare nel loro mondo, che solo lui può tenere a bada il mietitore, che è suo interesse allearsi con noi per portare a termine ciò che un interesse comune, che è da vedere, tra l’altro, se Chijan sia realmente in grado di ucciderlo.-
Mentre accade tutto ciò ci rendiamo conto di due cose, una marginale, l’altra di importanza sesquipedale.-
Quella marginale è che ai margini della grotta nella quale ci troviamo c’è (e forse c’è sempre stata) Chijan, in versione superfiga guerriera e tostissima.-
Quella di importanza sesquipedale è che, con tutto questo trambusto, Tayga, che ha per l’occasione indossato la sacra veste di Xar, non ha ancora provveduto a sanare l’arto leso di Ridgell.-
Chijan ci dice di andarcene e noi, tutto sommato, riteniamo degno di essere preso in considerazione tale suggerimento……..

martedì 20 maggio 2008

CHIJAN

Torniamo rapidi e furtivi nelle nostre stanze del monastero. Ridgell, visibilmente scosso dal non poter scaccolarsi e grattarsi contemporaneamente il culo, attività nella quale era imbattibile un suo ambidestrissimo amico della vita passata, percorre silenzioso e mesto il per lui interminabile tragitto mentre Tayga, evidentemente regredita ad una fase infantile-ossessivo-compulsiva, continua a proporgli stupidi giochetti che presuppongono l’utilizzo di almeno due mani.-
Quando stanno per esplodere definitivamente i coglioni al povero Arcimago (ed un attento osservatore l’avrebbe senz’altro capito dal fatto che con l’unica mano cerca disperatamente di recuperare la pozione di drago…), ecco che appare l’ennesimo chierico-lacchè, amico di Chiappuccio, che ci dice che l’Abate potrà riceverci in giornata.-
Apelios rilassato come un turista alle terme si Saturnia, Alkatel, Ailin e Tayga, sbattendosene allegramente gli zebedei della condizione monoartica dell’Arcimago, passano la giornata in giocosa e spensierata letizia, mangiando e bevendo quantità spropositate di alcool e cibo e gozzovigliando a più non posso.-
Solo Emon Pok, solidale con lo sfortunato evocato, rinuncia agli smodati baccanali e, cupo e solitario, passa il resto del tempo a fare una gara di peti rumorosi e maleodoranti con l’aiuto cuoco del convento.-
Finalmente Repugnant ci riceve e, con ghigno satanico, manifesta la sua completa ed abbacinante inutilità dicendo che non è in grado di rigenerare l’arto carbonizzato di Ridgell.-
Lo salva da sicura esecuzione da pozione solo il tempestivo chiarimento che Tayga, in quanto guaritrice, se dotata di veste o se permeata del potere della Cripta, potrà sicuramente far ricrescere all’Arcimago quanto attualmente di ridotte dimensioni (non vale neanche la pena di insistere sul doppio senso, vi lascio liberi di sfogarvi secondo necessità ed in base alla vostra fantasia, normalmente proporzionale al numero dei neuroni. Infatti Alkatel non ride…).-
Ridgell accetta eroicamente di attendere il momento giusto per la rigenerazione in quanto farlo adesso potrebbe essere percepito dal Priore Nosferatu.-
Tayga gli da un contentino confidandogli che l’utile sortilegio comporta anche la necessità di tenere l’arto da rigenerare a contatto del posto più caldo ed umido del guaritore.-
Alkatel, incredibilmente, questa volta capisce e, fischiettando, comincia a raccontare come pochi giorni prima, mentre stava pisciando, un cane affamato gli abbia, ecc., ecc., ecc.,…..
Quando ormai Ridgell pensa che peggio di così non possa andare, arriva un altro chierico-simil-checca-servile per annunciare in gran segreto all’Abate che sta arrivando la guardiana Chijan e che domani mattina officerà una cerimonia nel monastero.-
Così accade: Chijan, come sempre bella nel corpo e troia nella mente, spara un sacco di cazzate, solo per spaventare qualche chierico di mente debole ed insicuro, e, tirandosela all’infinito, in serata finalmente ci riceve.-
Anche lei manifesta la sua completa ed abbacinante inutilità dicendo che non è in grado di rigenerare l’arto carbonizzato di Ridgell.-
Spara poi altre inutilità tipo che il Nosferatu, essendo anche umano ed evocato, sicuramente ha perso gran parte del potere venendo su questo mondo di merda e, quindi, possiamo: 1) sbattercene, 2) fare da esca, 3) affrontarlo nella Cripta dove noi siamo più tosti.-
Tayga, in trance, esclama le profetiche parole: “La seconda che hai detto”.-
A, dimenticavo, ci dice che il Mietitore è sempre più vicino e che Tayga farebbe bene a dare ampia delega a Repugnant in relazione all’ordine dei chierici.-
Unica consolazione: mi ha chiamato Arcimago davanti all’inutile e ripugnante coglione…..