venerdì 14 novembre 2008

Assassini

Gli eroi, visibilmente preoccupati per la statica condizione di Ridgell, subito si gettano a capofitto nell’usuale e divertentissima gara a chi dice la cazzata più grande.-
Infatti, nell’ordine, propongono:
Ailin: tagliamolo in tanti pezzetti onde ricavarne, una volta mummificati, un congruo numero di reliquie che potranno essere adorate dai posteri;
Alkatel: costruiamo un enorme mausoleo perché possa essere ricordato in eterno dai posteri;
Tayga: bruciamolo e portiamo le sue ceneri al principe, affinché ne ricavi una pomata violacea rinvigorente per il membro, che diventi famosa e ricordata dai posteri con il nome di Ridgellagra;
Emon Pok, stranamente interessato alle sorti dell’incolpevole Arcimago: portiamolo dal principe perché faccia il necessario per riavere tra noi il coraggioso, astuto, leale, potente, nobile, sagace, perseverante, bellissimo Arcimago, nonché mettiamolo nel culo ai posteri;
I posteri, intanto, così pervicacemente coinvolti, tutto sommato d’accordo con il sicario ed un po’ infastiditi (i posteri, si sa, sono un po’ snob), non capiscono perché poi dovranno ricordare Ridgell del quale non sbatte loro una emerita fava…..
Fortunatamente l’intervento, prima di Liu Gin, poi di uno sciamano che ci attendeva alla villa, pone fine al coacervo di cazzate e convince i nostri eroi a portare ciò che resta di Ridgell, ora in forma di non-morto un po’ tonto, dal principe.-
Decidiamo un’astuta strategia che consiste nel mandare avanti l’abile sicario, onde intercettare eventuali insidiosissimi pericoli.-
Emon Pok se la cava egregiamente in quanto non vi sono pericoli neanche a cercarli col lanternino.-
Il bravo e fedele ex assassino passa allora il tempo a lasciare tracce visibili del suo passaggio ai compagni, nelle consuete forme di catarri di incredibile grandezza e colorazione, caccole variegate in forme e sostanza, schizzetti di urina sui tronchi e/o scie maleodoranti talmente appestanti da essere percepite anche a distanza di ore.-
Facilitati dalla perizia del sicario, ed allietati dalle grida di gioia di Alkatel che, finalmente allo stesso livello neuronale di Ridgell, lo sta battendo a scacchi, dama, goffetto e raspighino reale, giungiamo alla dimora del principe, che troviamo con evidenti tracce di assedio.-
Sbattendocene allegramente, come fossimo ad una gita scolastica delle scuole medie alle grotte di Frasassi, imbocchiamo il passaggio segreto che ci porterà direttamente negli alloggi privati del principe.-
Incredibilmente riusciamo a non farci tanare immediatamente dai tre elfi, bianchicci ed assassini, che stanno infliggendo le più efferate ed inimmaginabili torture al nostro anfitrione.-
I tre gonzi, infatti, stanno, nell’ordine:
Stuzzicando con una penna di grifone le enormi e pelosissime narici del vecchio babbione;
Sfregando, con una carta vetrata finissima, un enorme callo ubicato nel più che fetido alluce sinistro del prigioniero;
Leggendo, imitando la stridula ed insopportabile voce di Vanna Marchi, le incredibili capacità taumaturgiche della pomata Ridgellagra.-
I nostro eroi, ovviamente e giustamente inorriditi dalla crudezza dell’immagine loro proposta, si lanciano in un forsennato combattimento per liberare il povero, vecchio, indifeso, rammollito, debole, anziano principe.-
Non prima di aver eiaculato, con la brevità organizzativa che ci contraddistingue, una strategia scevra di imperfezioni.-
Ricorderemo ora, per non tiracela troppo, solo alcuni dei momenti topici:
Alkatel attacca un elfo, che respinge magicamente tutti i suoi attacchi fisici;
Ridgell, resosene conto, consiglia ad Ailin di non colpire quell’elfo, ma di indirizzare la sua freccia su quello già attaccato da lui e da Tayga;
Ailin, particolarmente intuitiva e collaborativa, se ne sbatte, colpisce l’elfo di Alkatel che ovviamente le respinge indietro le ferite, e va in coma;
Emon Pok attacca il terzo elfo, ma scivola su un filo di bava lasciato dal principe, sbatte la testa contro il letto sul quale è incatenato e va in coma;
Alkatel, stanco del palleggio delle ferite tra lui ed il primo elfo, lancia l’incantesimo “invunerabilità” (così è chiamato nelle terre di origini del mononeuronico guerriero), volta le spalle all’elfico assassino e va a cercare di liberare il principe;
Tayga, per simpatia con gli altri, dopo aver lanciato incredibili incantesimi di attacco a destra e manca senza vedere un cazzo perché avvolta da una semimagica nebbia, va in coma anch’essa;
Ridgell, anch’esso tardoneuronico, lancia miriadi di sortilegi su nemici ed amici poi, annoiato come solo un non-morto riesce ad essere, saluta tutti e si getta nella botola dalla quale era risalito.-
Quando ormai il più vivo e vegeto della compagnia è Ridgell, il povero, vecchio, indifeso, rammollito, debole, anziano principe, che ne ha veramente i coglioni pieni delle piume di grifone, carta vetrata, Vanna Marchi, ecc., lancia tre utili sortilegi che sortiscono il semplice, efficace, intrigante effetto di decapitare i tre elfi assassini, che chiameremo ora, per dovere di purezza linguistica elfi assassinati.-
Il principe poi si complimenta con noi, anche se non capiamo di cosa vista la figura di merda fatta, cura quelli in coma e prende da parte Ridgell che, certo della eterosessualità del vecchio mandrillo, non si preoccupa più di tanto.-
Ci dice senza mezzi termini che vorrà essere incoronato Re degli elfi, che noi avremo una parte importante in tutto ciò, e che verrà con noi per aiutarci nelle nostre rispettive missioni.-
Capendo quando viene oltrepassata la sottile linea di confine tra una richiesta e un ordine, accettiamo con fanciullesco entusiasmo tale circostanza.-
Così adesso ne avremo due che si faranno di nebbia…
Unico lato positivo, Ridgell viene a conoscenza del fatto che su questo mondo gli evocati tendono a non morire così facilmente…
Altro lato positivo, forse l’Arcimago ha imparato un altro utile (per il bene della compagnia, ovvio!) sortilegio…
Alkatel, che solo ora realizza che presto al mago torneranno le sue normali facoltà cerebrali, si nasconde in un angolino triste e solitario e, scaccolandosi con indifferenza e rischiando la lacerazione della narice sinistra, si mette a ripassare le per lui difficilissime regole della morra cinese.-
In un inconsueto ed ultimo lampo di lucidità, il grosso e mononeuronico energumeno guarda con occhi adoranti la luna ed esclama: “Ma le abbiamo poi viste le grotte di Frasassi?”.-

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