lunedì 18 dicembre 2006

Da Torlan

Ormai ci sentiamo a Torisk come a casa nostra.-
Usciamo da casa di Torvill, aperitivo al Poco Loco, salutino agli amicucci, giretto in piazzetta poi alle camere per rinfrescarci un po', quindi alla locanda a mangiare e bere in modo smodato, poi in giro a cazzeggiare e fare shopping, infine, unica cosa veramente importante da fare, andiamo dal farmacista Torlan.-
Ovviamente Ailin si ricorda perfettamente le indicazioni ricevute da Torlan e, dopo appena sette giri completi del villaggio con Ridgell che bestemmia perché rischia di congelarsi gli zebedei, arriviamo alla casa del farmacista.-
Con un inimmaginabile colpo di scena il destino, tanto severo quanto giusto, ma sempre beffardo, fa si che la casa ci appaia ferma, solida, buia, chiusa, silenziosa, fredda, priva di odori, se rilevata magicamente priva di vita al suo interno.-
Subito Tayga, supportata dal fiero, ma servile paladino, azzarda un ipotesi: "Forse Torlan non è in casa".-
Intrigati dal fascino di tale audace pensata, e non sottovalutando il leggendario intuito del loro perspicace capo, comincia a serpeggiare in Emon Pok e in Alkatel come fattibile, l'ipotesi di entrare furtivamente, ma truffaldinamente, in contanta silente ed anonima abitazione.-
Emon Pok scassina con abilità la serratura (che Ridgell aveva già visto essere aperta) e tutti ci incuneiamo nello stretto, buio e silenzioso pertugio creatosi.-
Subito Emon Pok inciampa nello zerbino natalizio benenagurale e approfitta per toccare le pere di Ailin, il sedere di Tayga e, non si sa mai, il pacco di Apelios.-
Apelios, per il solo fatto che il cronista finalmente ha scritto giusto il suo nome, non si arrabbia, anzi, fraintendendo clamorosamente la situazione, ammicca con complicità verso l'incolpevole Alkatel.-
Fortunatamente Apelios, seppur in piena tempesta ormonale e ad un niente dal praticare autoerotismo, riesce a ricordare i suoi doveri di mistico e a lanciare alcuni utili sortilegi per identificare il magico, nonché a convincere della bontà di tale azione anche i due potenti usufruitori di magia: Ailin e Ridgell.-
Il destino, ovviamente, ricompensa i tre maghi facendo rilevare loro una emerita mazza.-
Quando ormai la situazione era ad un niente dall'essere decisamente imbarazzante, Emon Pok risolve il tutto con un silenziosissimo ma pestilenziale peto, frutto del frullato di trippa, rognoncini, cipolla, aglio, anguille marinate e prezzemolo che aveva tracannato a colazione.-
Subito tutti, bianchi in volto come cadaveri, si catapultano all'aperto in cerca di una boccata d'aria, seppur consci che solo una settimana di aerosol e irrigazioni nasali alle terme Felsinee potrebbe togliere dalle loro narici tale incredibile fetore.-
E' proprio in questo momento che, con la coda dell'occhio, Ridgell, mentre sta uscendo trattenendo il fiato, nota che in una certa parete non c'è una cosa che dovrebbe esserci .-
Appena usciti ci imbattiamo in due guardie che, stolte come poche, ci riaccompagnano dentro la casa di Torlan dove vengono immediatamente sondate da Ridgell con un ESP che coglie l'illuminante pensiero: "qui, in questa parete non c'è una cosa che dovrebbe esserci e che ha fatto togliere Torvill, speriamo che non se ne accorgano".-
Noi continuiamo ad accorgercene, ma anche a non capire un cazzo, perché ci riesce meglio vedere quello che c'è rispetto a non vedere quello che c'era….
Torniamo alla locanda dove Ridgell, ormai in trance sortilegio-competitiva, lancia uno charme ad un vecchio amico di Torlan, per scoprire che la cosa che non c'è dove doveva esserci, altro non era che il decalogo delle Regole da seguirsi in Torisk.-
La notizia, ovviamente, non aggiunge nulla alla scintilla interpretativa che soggiace negli occhi dei suoi compagni, quindi, non sapendo che altro fare, decidiamo di andare a prendere del freddo semimortale per cercare Torlan.,-
Non lo trov

lunedì 11 dicembre 2006

Torisk

Le guardie, giustamente inorgoglite dalle gentili parole di Tayga, tentano invece un virile approccio nei confronti della splendida Elfa.-
Ailin, afflitta però fin dall'evocazione da una spiacevole vaginite pruriginosa isterica, resiste ad ogni tentativo di inchiavardamento e, tra una palpata e l'altra, riusciamo ad arrivare alla locanda.-
Non volendo entrare troppo armati nella locanda, decidiamo di lasciare le armi nelle due camere assegnateci.-
Ovviamente, prima di decidere, come ovvio, di lasciarle li è basta, vengono prese in considerazione tutte le possibili ed utili alternative quali: rimane uno di noi a fare la guardia, rimane la metà di noi a fare la guardia, lanciamo un blocca porta, lanciamo una creazione spettrale, ecc….
Appena entrati nella locanda cessa il gioviale brusio che caratterizza siffatti locali e, nuovamente, Ailin viene fatta oggetto di educati e spiritosissimi commenti, quali: "Guarda quella bonazza, ha delle pere enormi, ha anche le orecchie a punta, che garantiscono una miglior presa…"
Confortati dall'ottima impressione che Ailin e la cortesissima Tayga (se no si ingelosisce) hanno fatto sugli avventori, ci mettiamo a sedere e ordiniamo un'abbondante cena.-
Mentre Emon Pok e Alkatel bevono una quantità sesquipedale di birra locale (che ha più o meno il tasso alcolico dello spirito dei nani), il mistico Apelios li guarda schifati e l'astuto Ridgell li scrive ad una gara di rutto perpetuo.-
Vinta con facilità (ovviamente a parimerito) la gara, Emon Pok si affida al cosiddetto "sonno del sicario" cioè un simil sonno che gli permette di riposare ma, al tempo stesso essere vigile come un ornitorinco e pronto ad ogni evenienza, mente Alkatel si guarda in giro annoiato in cerca di qualcuno a cui rompere i coglioni.-
Subito, come per incanto, entrano nella locanda, accolti da un boato evocativo, il capo del villaggio Torvill (un nano brutto, presuntuoso e puzzolente), accompagnato da uno strano essere, atermico ed asessuato, e da due enormi guardie che non si esimono dal toccare il sedere ad Ailin.-
Emon Pok, nel vigile conforto del sonno del sicario, neanche si accorge di Torvill che lo sposta di peso e lo usa come cuscino per sedersi, sopraelevato, di fianco ad Ailin in modo da guardarle meglio le enormi pere.-
Mentre Alkatel continua a gettare sfide a destra e manca (fortunatamente non accolte in quanto non arriva neanche alla cinta della maggior parte dei nerboruti e muscolosissimi indigeni), Emon Pok sogna di essere in una fogna (per forza, è sotto il culo di Torvill…) , Ailin schiaffeggia le mani di metà dei clienti, Apelios ripassa i canoni di Elios, Tayga prende a male parole l'oste e tutti i camerieri, Ridgell lancia un ESP con l'unico risultato di captare il monotematico pensiero: "Guarda quella bonazza, ha delle pere enormi, ha anche le orecchie a punta, che garantiscono una miglior presa…"
Finiamo di cenare, Alkatel mette il broncio perché non è riuscito a litigare con nessuno, Tayga fa l'offesa perché nessuno le tocca il culo, Ailin fa l'offesa perché glielo toccano tutti, Apelios ci prova con lo strato spilungone asessuato, Emon Pok russa, Ridgell, unico che ha bevuto acqua invece di birra, prende accordi per andare più tardi da Torvill.-
Mi asterrò dal riportare il noioso ed inutile dialogo avvenuto con Torvill, anche perché Ridgell ha bevuto solo acqua, ma il suo alter ego cronista non può dire altrettanto e, onestamente, non si ricorda un cazzo….

giovedì 30 novembre 2006

Primo Interludio

Mentre Ridgell, colpito dalla dotta eloquenza di Tayga, pensa alle pere dell'elfa Nera ed ai canoni di Elios, Xar (….se in un altro universo esiste una Trinità, qui potrà ben esistere una duità….), con metodi decisamente sbrigativi ed al limite della maleducazione, gli ricorda che il nome del paese nel quale i quattro dementi hanno deciso di andare non è Torvill, bensì Torisk.-

Ovviamente Ridgell aveva teso un astuto tranello a Xar, per vedere se era attento e per testarne la tanto decantata infallibilità.-

Xar era attento.-

Xar è infallibile.-

Xar è però anche un grandissimo cioccapiatti.-

Infatti, millantando un importantissimo consesso di deità, il tanto giusto quanto severo dio ha bellamente piantato in asso i suoi quattro incapaci chierici (con appendice di evocati al seguito), per andare ad allietare i suoi divini colleghi con celestiali effluvi delle sue canne.-

Alcuni maligni hanno, invece, giurato e spergiurato che Xar in realtà sia andato ad un corso di recupero serale per deità lavoratrici, organizzato dalla cigielle, preparatorio al concorso universale per il passaggio alla qualifica superiore di trinità.-

Noi, evocati e non, non crediamo a tale infamante accusa, ma siamo certi che alla prossima occasione Xar saprà farsi perdonare.-

Comunque in bocca al lupo per il concerto.-

Ridgell, Arcimago.-



giovedì 23 novembre 2006

Verso Torisk

Sjoreen, con la mascella ancora anchilosata, ci porta a fare spesucce in giro per il paese.-
Andiamo dal mercante (simile a Farabut del mio amato Veldern) che ci aveva offerto una indecorosa miseria per le nostre mercanzie, il quale, non appena vede Sjoreen e ne valuta le indubbie potenzialità aspiratrici, ci ricopre di monete d'oro, argento e mirra.-
Subito, devastati psichicamente dall'immeritata ricchezza, ci mettiamo a spendere come comari impazzite dall'abuso di televendite, acquistando costosissime vesti, ampolle di profumi, inutili monili, che ci verranno poi puntualmente rubate.-
Ormai rassegnato all'idea di essere raggiunti dall'ennesimo chierico, Ridgell impiega il tempo per copiare altri due incantesimi sul suo preziosissimo libro, mentre Ailin smoccola in almeno quattro lingue qui ancora sconosciute.-
Partiamo, permeati della ingenua gaiezza tipica delle adolescenti pre-menarca, con i nostri piccoli e puzzolenti pony, mentre il mistico distruggi tesori ci raggiunge in groppa ad un magnifico stallone in calore.-
Mentre il mistico – Apejol - racconta una quantità sfacciata di cazzate giustificative per la perdita dei tesori (tipo finanziaria…) Emon Pok fa a gara con lui su chi è più bravo ad adulare e blandire l'incapace e provvisorio capo del loro insulso consesso chiericale: Tayga.-
Lo stallone, invece, ne approfitta per inchiappettare due dei nostri cinque quadrupedi e tenta di far patire la stessa orrenda sorte ad almeno altri tre bipedi.-
Fortunatamente veniamo sorpresi da una banda di famelici semiumani che, accerchiateci, trafiggono i pony con un a selva di frecce, con l'evidente intento di procurarsi una decorosa e super proteica cena.-
Immediatamente Ridgell, esperto in tattiche e strategie militari, ed Ailin, esegeta del pensiero equino post-coitum, consigliano di scappare lasciando i puzzolenti pony in pasto ai semiumani.-
Alkatel, recependo immediatamente il consiglio, tenta di lanciare una freccia alla cazzo nella boscaglia.-
Tayga, riconoscendo la bontà del suggerimento e probabilmente aiutata in questo dall'arrivo di due enormi orsi e di almeno un troll, ordina a tutti di scappare.-
Alkatel, nuovamente particolarmente ricettivo, tenta di lanciare una freccia al primo orso.-
Apejol prende al volo Ridgell sul proprio stallone, approfittandone per toccargli il culo, e ubbidendo senza indecisione all'ordine di Tayga, si lancia verso il paese ormai visibile in lontananza.-
Alkatel, ora un po' confuso in quanto sta ancora tentando di interpretare il volere del suo capo (che sta ermeticamente urlando: "stupida testa di cazzo, lascia stare quei merdosi pony e togliti dai coglioni"), tenta di lanciare l'ormai ammuffita freccia affinché la stessa trafigga un occhio del primo orso, distragga il secondo e concluda la sua traiettoria colpendo il pressoché invisibile troll, nonché spaventi le decine di semiumani che ci stanno assediando.-
Ailin, unica ancora in groppa al suo pony, passando sferra un tremendo coppino ad Alkatel il quale, ormai messosi in testa di lanciare almeno una freccia, decide di colpire l'innocente cavalcatura dell'elfa, poi, finalmente, si lancia anch'esso verso il paese.-
Arrivati al portone d'ingresso nella formazione: 4c 2e 1s 1pcfdAnc (quattro chierici, due evocati, uno stallone, un pony con freccia di Alkatel nel culo), veniamo interrogati dalla guardia che, facendo il suo dovere, ci chiede le solite cose: "Da Dove venite, chi siete, cosa volete, state, ma quanto state, mi ami., ma quanto mi ami, avete soldi, le donne la danno facile, ecc..").-
Tayga, insolitamente di buon umore, risponde educatamente alle domande: "Senti testa di cazzo, siamo stanchi, non rompere i coglioni e facci entrare se non vuoi che ti faccia sdrenare il culo dallo stallone e indicaci una taverna. A ecco la taverna. Ei tu con quella faccia da stupido, sei l'oste? Si, allora dacci due camere e da mangiare e di a quel cerebroleso dello stalliere che chiami quel frocio del farmacista per togliere dal culo la freccia che quel coglione di Alkatel ha tirato al puzzolentissimo pony. Che Xar sia con voi!".-
Ridgell,

giovedì 16 novembre 2006

Da Dookan

Appena arrivati al castello, Dookan fa incatenare e torturare il cornuto coglionazzo che, grazie ad uno strapagato corso a distanza fatto in tenera età presso la CIA, il KGB e Radio Elettra, resiste a tutte le torture e si fa beffe dei suoi carnefici.-
Vistosi costretto, Dookan da il permesso al capo delle guardie di tentare il tutto per tutto: fa annusare a Mister T la pappetta scroto-inguinale di Gulf e Wulf.-
Subito il poveretto confessa di essere fortitudino e milanista, di non essere umano (che è praticamente la stessa cosa), quindi lancia un urlo disumano e muore.-
Da quello appena accaduto Dookan e la troia Sjoreen ovviamente deducono immediatamente che: Mister T sapeva alcune cose, ma non troppe; sapeva di noi, ma non tutto; noi dobbiamo avere delle informazioni, ma non tutte; noi dobbiamo liberare il Conte Elghen, ma non subito; noi esistiamo, ma non ufficialmente, noi siamo più interessanti di altri, ma non i più interessanti.-
I due piccioncini proseguono poi, tra una tubata e l'altra, proponendoci di andare in un paese, Torisk, a buco del culo del mondo dove l'unica attrattiva è costituita dalle miniere (di inutile mitril e utilissima cartaroccia) nelle quali lavora la peggior feccia maleodorante ed assassina del pianeta.-
Questo perché dieci giorni prima il minatore Travis ha mandato una richiesta di aiuto, cinque giorni prima il capominatore Torvill ha annullato la richiesta di aiuto, e quindi, in base al principio che i capi non capiscono mai un cazzo, Dookan ha deciso di mandarci in aiuto tutti la.-
Dookan, per far vedere che mantiene i patti, dona un libro di incantesimi intonso ai maghi.-
Mentre Ridgell sbava con signorilità, Ailin, altruista come sempre e commossa da una ulteriore regalia di Dookan, cinque cavalli nani e puzzolenti, spiega a Tayga come sia molto più sensato dare questo primo libro al mago, in quanto lei, dovesse restare senza magia, almeno può combattere.-
Tayga, equanime come sempre, consegna il libro al Mago, accompagnandolo con le disinteressate e sagge parole: "Ei tu, inutile evocato, ricordati che mi devi un gioiello".-
Mentre Alkatel si fa spiegare da Dookan la planimetria dell'intero pianeta, la gerarchia completa dell'ordine dei sacerdoti di Xar, la genealogia degli attuali capi dei vari stati, il prezzo di mercato delle armi e dei preservativi, le tattiche delle più importanti battaglie avvenute negli ultimi otto secoli a Risiko, nonché tante altre interessantissime ed indispensabili notizie, gli altri, in ordine:
q Emon Pok sviene;
q Tayga si sloga la mascella per gli sbadigli;
q Ailin cerca di farsi toccare il culo da Gulf, senza farsi vedere dal gelosissimo Wulf;
q Sjoreen si inginocchia sotto la scrivania di Dookan e si sloga anch'essa la mascella;
q Dookan inizia a sudare e ad articolare con sempre più fatica le parole;
q Ridgell, ormai completamente inebetito, accarezza il libro.-
Scopriamo, poi, che Alkatel è lungi dal volersi elevare culturalmente, ma è semplicemente preoccupato perché deve sostenere l'esame da privatista di Paladino e non ha avuto ultimamente molto tempo per prepararsi al terribile esame teorico/pratico/attitudinale/anale.-
Finalmente Dookan viene … al nocciolo della questione, ci restituisce le armi, ci dice che possiamo andare in giro per il paese a fare gli sboroni, e ci manda nuovamente alla locanda.-
Saluti vari, a parte Sjoreen che, essendo una signora, sa che a bocca piena non si parla.-
Si va quindi alla locanda per riposarci un po' a parte Ridgell che inizia a vergare i suoi incantesimi sul nuovo libro ma, accorgendosi dopo soli due incantesimi di aver già esaurito tutta la magia, estroflette un torrente di oscenità che viene immediatamente scambiato per un'invocazione all'immancabile Xar che, non avendo evidentemente un cazzo da fare, manda a tutti un'agghiacciante visione: Il mistico si è fatto tanare nella grotta piena dei nostri tesori, così la fa crollare distruggendoli tutti. Purtroppo il tentativo di sfuggire alle macerie gli riesce e sopravvive .-
Ridgell, disgustato, decide di andare dalla concorrenza cioè nell'attigua locanda gestita da Luana l'idrovora….

martedì 7 novembre 2006

Da Mister T fine

….. subito Ailin grida felice: "Presto andiamo al piano di sopra, sono certa ci sia un passaggio per la stanza di mister T".-
Il connubio tra subito e presto si trasforma in non meno di due ore di inutile chiacchierio finalizzato a parlare male di Raspanti, nonché prendere le seguenti deliranti decisioni:
q Non diamo fuoco per davvero al palazzo;
q Non diamo fuoco per finta al palazzo;
q Cessiamo di rompere i coglioni al corridoio pregno di trappole;
q Cerchiamo di impedire ad Alkatel altre spaventose cazzate;
q Blocchiamo l'uscita del piano terra (camino);
q Blocchiamo l'uscita del sotterraneo (così Ridgell si sputtana un altro utile incantesimo).-
A questo punto, certi di aver bloccato come un topo in trappola mister T, Ailin si avvia agile, furtiva e letale come un'anatra all'arancia, al piano di sopra.-
Qualcuno ha versato dell'olio sulla scala, ma noi ne traiamo intelligentemente vantaggio dandogli fuoco, e pregiudicandoci così la possibilità di vedere qualcosa in tutto il piano superiore.-
Ailin non si scoraggia (mentre Emon Pok, che sta assumendo preoccupanti dosi di un antico distillato ritrovato da Ridgell, scoreggia) e, pur non vedendo un cazzo, riesce ad arrivare davanti ad una porta dall'aspetto minaccioso.-
La apre con l'abilità che solo un'elfa della sua esperienza può avere, ed infatti entrambi i ladri nascosti dietro la porta riescono facilmente ad infilzarla (cambiando così il suo stato da anatra a tordo).-
Tutti sentono il grido disperato di aiuto di Ailin, ma se ne sciacquano beatamente gli zebedei e, in un imbarazzante silenzio infranto solo dai peti di Emon Pok (ormai completamente ubriaco) e dai rutti di stupore di Alkatel, guardano speranzosi il Mago (capiterà sovente nella trattazione che, per modestia, Ridgell venga indicato semplicemente come Mago e non con il titolo che gli compete, cioè quello di Arcimago).-
Ridgell non si fa pregare: si precipita al piano di sopra e lancia due dardi incantati al ladri, aiutando Ailin a liberarsene definitivamente.-
Finito lo scontro anche gli altri coraggiosi chierici raggiungono i due evocati e danno il loro contributo trovando una chiave che apre tutte le porte fuorché l'unica veramente utile.-
Nessun problema, scendiamo di sotto e prendiamo il passaggio per andare nella stanza da letto di mister T (non domandatemi perché non l'abbiamo fatto prima perché il fiato ormai mefitico di Emon Pok non mi permette di elaborare una risposta convincente).-
Nella stanza troviamo sei pozioni: quattro di cure (che tutti fuorché il generoso ed altruista Mago si scolano allegramente), una misteriosa e non identificabile, ed una di veleno mortale, che solo l'intervento di Ridgell impedisce ad uno dei gonzi di bere a mo' di frizzantino.-
Emon Pok, che ha finito l'arcano e potentissimo distillato di Ridgell, avendo ormai perduto l'ultimo barlume di lucidità, tenta di berla lo stesso, e solo l'ordine autorevole di Tayga (coadiuvato da una tremenda botta nei marroni) glielo impedisce.-
Offeso va in un angolo a scaccolarsi e farsi un bidè.-
A questo punto tutti si guardano un po' preoccupati perché è da decisamente troppo tempo che Alkatel non dice o fa una cazzata tremenda.-
Subito il forte, astuto e leale paladino capisce di non poter deludere le aspettative dei compagni di sventura e, adocchiato uno scrigno dall'aspetto prezioso, pericoloso, letale, misterioso, importante, unico, caro al proprietario, con un'etichetta "maneggiare con cura in quanto protetto da una trappola mortale che lo farà esplodere al minimo tentativo di effrazione", cala con indifferenza sullo stesso con tutte le sue forze una terrificante martellata.-
Ridgell, inconsapevole dell'insensata idiozia del paladino, sta canticchiando felice nella stanzetta un simpatico motivetto (parapaponzi ponzi ponzi, perché cazzo sto coi gonzi…), cercando nel frattempo altri utili oggetti per i suoi compagni di avventura.-
Solo l'agghiacciante silenzio creatosi (in quanto lo stesso silenzio sta zittissimo perché anch'esso giustamente curioso di vedere come andrà a finire) permette al Mago, con la coda dell'occhio, di vedere e purtroppo intuire la portata esiziale della cazzata fatta dall'enorme ed imprevedibile stolto.-
Ridgell, a questo punto, tenta nell'ordine, ed in subordine, di:
q Svegliarsi, perché questo è sicuramente un incubo;
q Pregare Onaig perché smaterializzi lo stolto;
q Pregare Xar perché accetti il sacrificio umano di un suo devoto paladino;
q Uccidere il gonzo prima che compia l'insensato gesto;
q Lanciarsi fuori dalla stanzetta prima dell'esplosione;
q Ripararsi meglio possibile;
q Bestemmiare tutte le divinità di tutti i mondi da lui conosciuti (e sono tanti).-
Dei frenetici tentativi del Mago solo l'ultimo va in porto.-
Lo scrigno esplode.-
Ferisce marginalmente il grosso idiota.-
Riduce in fin di vita il mago.-
Il Mago, con la signorilità del Conte Oliver (ricordate Alan Ford vero?), invita i compagni ad andarsene e, soprattutto, a portare via il paladino, in quanto avendo ancora un paio di utili e mortali sortilegi, in questo momento non vede il motivo per non utilizzarli immediatamente, con grande soddisfazione personale ed indubbio beneficio per l'intera compagnia.-
Ai compagni basta un'occhiata ad Ailin per capire la giustezza del consiglio del Mago, e rapidamente si tolgono tutti dai coglioni.-
Mentre il Mago legge l'intera collezione di Tex, Zagor e Playboy di mister T, il gonzo, l'etilista, l'evocata ed il capo di questa straordinaria compagnia scendono una scala, aprono il passaggio segreto, arrivano nella stanza dove c'è mister T (e la sua vice, una grande zoccola traditrice), e si imbattono in Gulf e Wulf (un troll ed un orco).-
Emon Pok esclama volenteroso: "Tayga non preoccuparti, ti difendo io", ma purtroppo, essendo completamente annientato dal fumi dell'immensa quantità di liquore ingurgitata, cade ai piedi del troll.-
Fortunatamente fa inciampare il troll (probabilmente perché investito da un'alitata pestilenziale e dall'odore dei piedi di Alkatel) che cade sull'orco ferendolo gravemente.-
La zoccola traditrice, vedendo la goffaggine di Gulf e Wulf, decide di far buon viso a cattivo gioco e, non dimentica delle numerose inchiavardate ricevute dal suo capo, gli punta un coltello alla gola e ci grida: "possiamo metterci d'accordo, vero signori? Di questo bastardo bavoso e sottodotato non me ne frega niente, ma vi prego non uccidete i due enormi bestioni.." (pensate pure male perché è esattamente quello che sto abilmente sottintendendo).-
Fortunatamente in questo preciso istante appare il Mago che, malconcio ma lucido (a differenza di altri…) ricorda a Tayga che il Duca ci aveva chiesto, se possibile, di portargli il coglione T vivo.-
A questo punto ci si lascia andare ai soliti convenevoli, con scambi di biglietti da visita, smancerie e commenti del tutto fuori luogo sulle acconciature delle signore (le signore) e sulle pere delle signore (i signori).-
Gulf e Wulf toccano il culo a Tayga e ad Ailin, che fingono di arrabbiarsi, ma furtivamente, dopo un'occhiata allo strato rigonfiamento inguinale dei bestioni, fanno scivolare un misterioso bigliettino sicuramente ricco di indizi e povero di pregiudizi.-
Usciamo acclamati dalla folla.-
Andiamo dal Duca.-
Il Mago è incazzato nero……

martedì 24 ottobre 2006

Da Mister T ancora

….. Tayga, che adesso chiamiamo confidenzialmente Sant'Orsola-Malpighi, finisce definitivamente la magia per curare tutti (a dire il vero la finisce per curare l'Arcimago, se non altro per fargli cessare l'interminabile sequela di oscenità che fuoriesce dal suo orifizio superiore).-
Finito di visitare il piano inferiore ci fermiamo alla cassa automatica ed acquistiamo quattro ticket per il viaggio turistico dei piani superiori (Emon Pok non paga perché ha rubato un tesserino da disabile ad un nonno ladro, ma ormai completamente rincoglionito).-
Liquidiamo con imbarazzante facilità altri tre ladri e ci dedichiamo a goderci l'interessante ed interminabile sequela di stanze, corridoi, cucine, sale da pranzo, lavanderie, archi, archetti, contrabbassi e violoncelli.-
Procediamo, come sempre, del tutto immotivatamente ottimisti, con l'intento di ispezionare, mattone per mattone, l'intero castello.-
Troviamo centoquarantasette passaggi segreti, tutti inutili fuorché uno.-
Subito Ridgell si sputtana l'unico incantesimo dal nome "Formidabile sortilegio finalizzato a far credere all'usufruitore di magia di poterlo utilizzare per aprire l'unico passaggio segreto utile dell'intero castello, ed in realtà capace solo di produrre l'effetto di perdere la magia e di restare come un allocco a fissare il passaggio perfettamente e sempiternamente chiuso "
Ridgell non si perde d'animo: esplode in rapida successione quattro bestemmie apocalittiche, poi chiede all'astuto Emon Pok, per precedenti meriti già candidato alla cattedra di "Ermeneutica della trappola", che già stava per immolarsi in un tripudio di nuove trafitture e cadute, di usare più prudenza e fare andare avanti l'Elfa, decisamente più abile (da vedere se anche più furba…).-
Emon Pok viene immediatamente colto da una forte dissenteria, ma essendo un sicario con poca dimestichezza con il linguaggio aulico, invece di cagarsi addosso, semplicemente non è d'accordo con la decisione dell'Arcimago e si lancia con espressione beota verso la prossima, certa, letale (speriamo solo per lui) trappola.-
Quando tutto sembra ormai perduto, si erge a paladino dell'intero gruppo Alkatel.-
Assumendo l'ormai celeberrima espressone tra il truffaldino e l'ipovedente, lancia l'urlo di battaglia dei suoi antenati: "Ghe pensi mi" ed inizia, sotto gli occhi e di fianco alle orecchie degli esterrefatti amici, a proporre le seguenti enormi cazzate:
q Martelliamo via le gambe di questo gigantesco tavolo e, ormai resolo del peso di sole otto tonnellate, usiamolo come un surf per scivolare sul corridoio pregno di trappole;
q Visto che il tavolo, seppur senza gambe, non passerebbe dall'ex passaggio segreto, tagliamolo con il mio temperino e, poi resolo del peso di sole tre tonnellate, usiamolo come un surf per scivolare sul corridoio pregno di trappole;
q Visto che il tavolo, seppur senza gambe, seppur snellito dal mio temperino, non passerebbe ancora dall'ex passaggio segreto, tagliamone dei pezzetti e, resoli di soli cento chili l'uno, gettiamoli (cantando tutti insieme un insulso motivetto propiziatorio) nel medesimo corridoio pregno di trappole.-
A questo punto il corridoio pregno di trappole, che si stava rompendo i coglioni ad ascoltare le cazzate di Alkatel, decide di innaffiarlo con una corroborante doccia di frecce che lo lascia, meritatamente e con grande sollievo di tutti, in fin di vita.-
Tayga, purtroppo, estrae disonestamente dalla manica l'ultimo (questa volta, nonostante le spaventose imprecazioni di Ridgell, per davvero) barlume di magia e sana il gigantesco idiota, intimandogli di stare fermo e non toccarsi.-
Ovviamente, appena curato, l'istrionico paladino propone, in spregio alle più elementari norme di coerenza e fattibilità, di: andare su per le scale, bruciare il castello per davvero, tornare nei sotterranei, resuscitare un ladro per torturarlo a morte, bruciare il castello per finta, andare al piano di sopra, non andare al piano di sopra, spegnere l'incendio vero, spegnere l'incendio finto, attendere che mister T muoia di fame, bussare al portone spacciandosi per il fattorino delle pizze, ecc., ecc., ….-

giovedì 19 ottobre 2006

Da Mister T

Come un solo uomo, gravidi di immotivato entusiasmo e trasudanti ottimismo, ci precipitiamo nei sotterranei dai quali, poi, crediamo di raggiungere agevolmente il quartier generale del fantomatico nemico del nostro signorotto.-

Eliminiamo con spregiudicatezza ed abilità la pericolosissima sentinella e, attenti ed intuitivi come solo noi sappiamo essere, ci precipitiamo alla cazzo verso il primo corridoio che troviamo.-

Ci guida il più abile, furtivo, lesto ed astuto ex sicario del mondo: Emon Pok!
Non si accorge di una prima mattonella del pavimento: scatta una trappola e viene trafitto da una dozzina di frecce;
Non si accorge di una seconda mattonella del pavimento: scatta una trappola, precipita per tre metri nel vuoto e viene trafitto da una dozzina di lance;
Non si accorge di una terza mattonella del pavimento: scatta una trappola e l'intera stanza tenta di arrostirlo come un pollo.-
Emon Pok non fa una piega in quanto è certo che siano tutti evidenti segni della benevolenza e dell'attenzione che il dio Xar gli rivolge.-
Tayga, pur cominciando a dubitare dell'astuzia del sicario pentito, ne ammira però la fede e la pazienza, e consuma praticamente tutta la magia per curarlo.-

Sempre Tayga, a questo punto, si ricorda di un utile sortilegio dal confuso nome arcano e misterioso: "Incantesimo per scovare con certezza tutte le trappole nascoste in sotterranei costruiti da ladri ed affini, nonché per scoprire eventuali passaggi segreti, ed infine utile per trovare la leva per disinnescarle definitivamente". -
Incerta sull'utilità dell'incantesimo, si consulta con gli altri usufruitori di magia che, ovviamente, le consigliano di non sprecarlo, e di spronare e fare andare avanti ancora Emon Pok, onde sbarazzarsene definitivamente.-
Tayga, invece, travolta da un incomprensibile ed immotivato slancio di sovrumana bontà, lancia l'incantesimo, scopre tutte le trappole, scopre tutti i passaggi segreti ed, infine, ci porta nella stanza dove sarà poi possibile disinnescarle definitivamente.-

Disinneschiamo quindi le trappole, il che costa anche a Ridgell una dozzina di frecce (e le imprecazioni dell'Arcimago non lasciano alcun dubbio su come lui, invece, interpreti tali segni…), e affrontiamo altri quattro ladri.-
Diamo loro la possibilità di arrendersi, ma ovviamente preferiscono suicidarsi, procurandoci però altre fastidiose, velenose, dolorose ferite.-

Tayga, che adesso chiamiamo confidenzialmente Sant'Orsola-Malpighi, finisce definitivamente la magia per curare tutti.-

Ridgell su Alberen

….. con gli idioti, che appaiono orgogliosi di quello che hanno fatto, ci mettiamo in cammino … unica loro speranza di vita è quella che non mi ritornino i miei poteri…..

Purtroppo i mali non vengano mai solo in coppia: infatti gli idioti sono tre!

Il terzo è un assassino pentito che crede di essere diventato un sant'uomo; passa il tempo a salmodiare insensate ed insopportabili frasi buonistiche e a stare attento a non calpestare neppure una formichina.-

Comunque i tre gonzi hanno la situazione perfettamente sotto controllo.-

Loro hanno un piano pressoché perfetto da seguire, infatti, nell'ordine, accadono i seguenti eventi:

q Il loro convento è stato completamente distrutto ed i loro fratelli, nonché il maestro, uccisi;
q Il maestro, in punto di morte, farnetica alcune inutili parole, subito fraintese dal capo dei tre gonzi, il sacerdote Tayga;
q Il mistico del gruppo (che non posso definire il quarto, per la brevità della sua apparizione), forse l'unico non gonzo, decide di rimanere al sicuro in una confortevole e calda grotta, con la scusa di custodire innumerevoli tesori ivi trovati (avendo intrinsecamente ambidestrismo, i tre gonzi non riescono a nascondere una certa preoccupazione…);
q Il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di prendere solo alcune armi, lasciando le altre in custodia all'imprevedibile mistico;
q Andiamo poi alla locanda dei genitori adottivi di Tayga e Alkatel; qui riusciamo a farci uccellare da una dei grandi e veri guardiani (custodi del fatto che non si deve evocare…) che ci spruzza subito innumerevoli cazzate talune ovvie, altre inutili, comunque tutte incomprensibili,
q Decidiamo allora di andare da un fantomatico ed amichevole Conte, ma subito una assassino (questo, tra l'altro, non pentito!) consiglia ad Emon Pok di andare da una altro signorotto, che regna in una cittadella abitata da tagliagole, ladri, assassini, fortitudini, puttane, busoni, mendicanti, ecc.;
q Subito il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un altro goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di andare in questo sicuro e confortevole luogo, così ricco di aspettative e di interessi;
q Arriviamo contenti e felici in questo covo di vipere, che subito si rivela molto peggio di quanto si aspettassero i gonzi;
q Ailin, intanto, passa il tempo a rompere i coglioni a Tayga che, per strani e del tutto incomprensibili motivi, le ricorda una sacerdotessa che nel precedente mondo rompeva, invece, i coglioni a lei….;
q Ridgell, invece, continua a maledire tutte le divinità conosciute e non, affinché qualcuna di loro, se non altro per farlo tacere, gli restituisca i tanto agognati poteri;
q Tayga decide allora di consultare il suo dio, Xar, il quale si fa beffe di lei dicendole:
"Tayga, hai rotto i coglioni, come te lo devo dire che puoi fare quel cazzo che vuoi? Vuoi andare dal signorotto? Vacci! Vuoi andare dal suo nemico? Vacci! Vuoi andare a prenderlo in culo? Arrivo!";
q Tayga, confortata da cotanta espressione di bontà e stima da parte del suo dio, si risveglia dalla trance con una inarrivabile espressione di beotico intuito, ed esclama le profetiche parole: "Iniziate pure a dire le solite vostre inutili e lunghissime cazzate, tanto alla fine si farà come dico io, branco di inetti e pusillanimi imbecilli";
q Subito Alkatel ed Emon Pok si scambiano uno sguardo che trasuda, insieme, amore, rispetto ed ammirazione per il loro umile e gentile capo perché, ancora una volta, è riuscita ad uscire da una difficile situazione con l'eleganza e la rettitudine che ci si aspetta da un futuro maestro sacerdote;
q Subito Ailin e Ridgell si scambiano uno sguardo che trasuda un unico mefitico pensiero: merda!

Ormai confortati dal sapere cosa fare, Alkatel e Tayga fanno la gara a chi dice la cazzata più incredibile, mentre Emon Pok cerca di scaccolarsi senza fare male ai microbi che ha nel naso ed Ailin pensa a quale guardia trombarsi.-

Ridgell, invece, il quale ha riacquistato solo una miseranda parte dei suoi immensi poteri, cerca di capire la difficile gestione politica di questo coacervo di delinquenti.-

Basta un attimo al Mago per capire che ci sono due galli in questo pollaio ed entrambi ci vogliono affidare un semplice e simpatico incarico: liberarsi elegantemente dell'altro.-

A questo punto il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un ennesimo goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di andare dal signorotto ufficiale di questo porcile immondo.-

Il signorotto, come il Mago aveva predetto (anche se il paladino cerca furbescamente di rivendicare una sua precedente o, quantomeno, simultanea e simile intuizione) ci chiede di portargli la testa del suo nemico, ostentando un'adamantina indifferenza in merito al fatto che tale testa sia accompagnata, o meno, al resto del corpo.-

Nasce un nuovo e malriuscito tentativo di dialogo dove tutti, senza preoccuparsi della bontà del collegamento con il proprio cervello, cercano di dire cose intelligenti in merito.-

Ridgell cerca allora di stemperare l'atmosfera con queste leggere e veritiere parole:
"Sentite bene chierici del cazzo!
Ci avete evocati e quindi, volenti o nolenti, io ed Ailin dobbiamo seguirvi in questa follia.
Visto che il vostro capo è Tayga, lo è a maggior ragione anche per noi.
Quindi, per cortesia, non frantumateci i coglioni con pedisseque e prolississime esposizioni di intelligentissime teorie.
Tayga, dicci cosa fare, e noi, per dio (quale a voi la scelta), lo faremo!".-

Onorata, un po' impaurita, ma anche intrigata dalle sagge parole del mago, il riconosciuto capo della compagnia, Tayga, nonostante un ultimo goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di accettare la proposta del signorotto.-

Ridgell su Veldern

Stavo per giacere con l'Elfa Nera, quando mi colse un terribile senso di nausea, vuoto e senso d'impotenza.-
Resomi subito conto dell'inutilità di un test di gravidanza, provai con tutte le mie forze a resistere, ma non ci fu niente da fare; in un attimo fui …. Ma forse è meglio fare un passo indietro …

La vecchia Triade di draghi (Fizban & C,) ormai si è ritirata a miglior vita e la nuova, come da accordi, ci ha permesso di vederla crescere (cazzo se crescono in fretta i draghi; in un mese il rosso ha un pisello grande come Birdstone).-
Io sono un Arcimago, ma un destino beffardo, con ogni probabilità lo stesso che governa l'Inter e la Fortitudo, mi ha messo al servizio del primo di tutti gli usufruitori di magia: l'Arcimago Myzar il bianco.-
Myzar, oltre che essere più vecchio, più intransigente, più noioso, più rompicoglioni, meno bello, meno dotato, meno intelligente, meno potente di me, si guzza L'Elfa Nera.-
L'Elfa Nera, ricorderete, è la più bella, meravigliosa, intrigante, affascinante, porca, disponibile, femmina che mai abbia sculettato su Veldern.-
Tra l'altro, la furbetta, ha praticamente costretto Ridgell (ricorderete la "raccomandazione" di Onaig) a non ucciderla, anzi riabilitarla tanto da renderla la Prima Chierica del più temibile tra gli Dei.-
Mentre il vecchio e pallido babbione passa la maggior parte del tempo a sollazzarsi con contanta femminea tentazione, Io (gli Arcimaghi possono mettere la I maiuscola!) studio il modo di eludere la sorveglianza della gelosissima Tiara, di evitare il cambio dei pannolini di Alfa e Omega, di evadere la montagna di scartoffie che il bianco mi passa quotidianamente, Lui ha altro da fare…. (purtroppo gli Arcimaghi possono mettere anche la L maiuscola!).-
La vita scorreva a corrente alternata; un giorno chiuso nella torre chino sui tomi di magia, un giorno oggetto di richieste deliranti di poveretti che, vedendo in noi gli Eroi scomparsi ritornati e redenti, approfittavano di millantate conoscenze per chiederci i più terrificati favori.-
Oggi, però, forse la dea bendata sta volgendo il suo gradevole effluvio dalla mia parte.-
Myzar è partito per la capitale per ritirare un importante tributo: il primo premio del campionato mondiale tra maghi di uncinetto.-
Tiara, essendo una bella giornata, ha deciso di andare al fiume a prendere un po' di sole con le due pestifere e pestilenziali gemelline.-
Birdstone e Blade gareggiano in una gara del lancio del nano con rutto, arbitro dell'evento l'incorruttibile Nartios (che per l'occasione si lancia un ambidestrismo che gli permette di segnare i punti con tutte e due le mani).-
Ailin sta, invano, tentando di insegnare a Silverbitch la ricetta del drago con riso bollito.-
Tutti gli altri sono parimenti impegnati a farsi i cazzi loro…

Sento la porta che si apre, silenziosamente, e vengo investito da un inconfondibile odore, sconvolgente, ammaliante… alzo gli occhi, arrossati dallo studio, dal tomo di magia porno che ho sul leggio e la vedo: bellissima, perfetta, quasi mi fa paura la bramosia che mi coglie non appena Lei mi si avvicina.-
Non parla, non c'è bisogno, fa cadere la veste di seta, che mai potrà essere morbida come la Sua pelle, e mi si avvicina. Mi sembra di essere in un sogno, il mio più grande desiderio sta per avverarsi: sto per giacere con L'Elfa Nera.-
Sto per giacere con l'Elfa Nera, quando mi coglie un terribile senso di nausea, vuoto e senso d'impotenza.-
Resomi subito conto dell'inutilità di un test di gravidanza, provo con tutte le mie forze a resistere, ma non c'è niente da fare; in un attimo vengo trasportato in un modo alieno, freddo, inospitale, (ben diverso dall'umido e caldo rifugio che stavo agognando).-
Io ed Ailin, che ha subito la stessa malasorte, veniamo accolti da due giovani idioti, aspiranti chierici, seguaci di un fantomatico maestro.-
Con gli idioti, che appaiono orgogliosi di quello che hanno fatto, ci mettiamo in cammino.-
Unica loro speranza di vita è quella che non mi ritornino i miei poteri…..