giovedì 19 ottobre 2006

Ridgell su Alberen

….. con gli idioti, che appaiono orgogliosi di quello che hanno fatto, ci mettiamo in cammino … unica loro speranza di vita è quella che non mi ritornino i miei poteri…..

Purtroppo i mali non vengano mai solo in coppia: infatti gli idioti sono tre!

Il terzo è un assassino pentito che crede di essere diventato un sant'uomo; passa il tempo a salmodiare insensate ed insopportabili frasi buonistiche e a stare attento a non calpestare neppure una formichina.-

Comunque i tre gonzi hanno la situazione perfettamente sotto controllo.-

Loro hanno un piano pressoché perfetto da seguire, infatti, nell'ordine, accadono i seguenti eventi:

q Il loro convento è stato completamente distrutto ed i loro fratelli, nonché il maestro, uccisi;
q Il maestro, in punto di morte, farnetica alcune inutili parole, subito fraintese dal capo dei tre gonzi, il sacerdote Tayga;
q Il mistico del gruppo (che non posso definire il quarto, per la brevità della sua apparizione), forse l'unico non gonzo, decide di rimanere al sicuro in una confortevole e calda grotta, con la scusa di custodire innumerevoli tesori ivi trovati (avendo intrinsecamente ambidestrismo, i tre gonzi non riescono a nascondere una certa preoccupazione…);
q Il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di prendere solo alcune armi, lasciando le altre in custodia all'imprevedibile mistico;
q Andiamo poi alla locanda dei genitori adottivi di Tayga e Alkatel; qui riusciamo a farci uccellare da una dei grandi e veri guardiani (custodi del fatto che non si deve evocare…) che ci spruzza subito innumerevoli cazzate talune ovvie, altre inutili, comunque tutte incomprensibili,
q Decidiamo allora di andare da un fantomatico ed amichevole Conte, ma subito una assassino (questo, tra l'altro, non pentito!) consiglia ad Emon Pok di andare da una altro signorotto, che regna in una cittadella abitata da tagliagole, ladri, assassini, fortitudini, puttane, busoni, mendicanti, ecc.;
q Subito il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un altro goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di andare in questo sicuro e confortevole luogo, così ricco di aspettative e di interessi;
q Arriviamo contenti e felici in questo covo di vipere, che subito si rivela molto peggio di quanto si aspettassero i gonzi;
q Ailin, intanto, passa il tempo a rompere i coglioni a Tayga che, per strani e del tutto incomprensibili motivi, le ricorda una sacerdotessa che nel precedente mondo rompeva, invece, i coglioni a lei….;
q Ridgell, invece, continua a maledire tutte le divinità conosciute e non, affinché qualcuna di loro, se non altro per farlo tacere, gli restituisca i tanto agognati poteri;
q Tayga decide allora di consultare il suo dio, Xar, il quale si fa beffe di lei dicendole:
"Tayga, hai rotto i coglioni, come te lo devo dire che puoi fare quel cazzo che vuoi? Vuoi andare dal signorotto? Vacci! Vuoi andare dal suo nemico? Vacci! Vuoi andare a prenderlo in culo? Arrivo!";
q Tayga, confortata da cotanta espressione di bontà e stima da parte del suo dio, si risveglia dalla trance con una inarrivabile espressione di beotico intuito, ed esclama le profetiche parole: "Iniziate pure a dire le solite vostre inutili e lunghissime cazzate, tanto alla fine si farà come dico io, branco di inetti e pusillanimi imbecilli";
q Subito Alkatel ed Emon Pok si scambiano uno sguardo che trasuda, insieme, amore, rispetto ed ammirazione per il loro umile e gentile capo perché, ancora una volta, è riuscita ad uscire da una difficile situazione con l'eleganza e la rettitudine che ci si aspetta da un futuro maestro sacerdote;
q Subito Ailin e Ridgell si scambiano uno sguardo che trasuda un unico mefitico pensiero: merda!

Ormai confortati dal sapere cosa fare, Alkatel e Tayga fanno la gara a chi dice la cazzata più incredibile, mentre Emon Pok cerca di scaccolarsi senza fare male ai microbi che ha nel naso ed Ailin pensa a quale guardia trombarsi.-

Ridgell, invece, il quale ha riacquistato solo una miseranda parte dei suoi immensi poteri, cerca di capire la difficile gestione politica di questo coacervo di delinquenti.-

Basta un attimo al Mago per capire che ci sono due galli in questo pollaio ed entrambi ci vogliono affidare un semplice e simpatico incarico: liberarsi elegantemente dell'altro.-

A questo punto il capo della nostra compagnia, Tayga, nonostante un ennesimo goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di andare dal signorotto ufficiale di questo porcile immondo.-

Il signorotto, come il Mago aveva predetto (anche se il paladino cerca furbescamente di rivendicare una sua precedente o, quantomeno, simultanea e simile intuizione) ci chiede di portargli la testa del suo nemico, ostentando un'adamantina indifferenza in merito al fatto che tale testa sia accompagnata, o meno, al resto del corpo.-

Nasce un nuovo e malriuscito tentativo di dialogo dove tutti, senza preoccuparsi della bontà del collegamento con il proprio cervello, cercano di dire cose intelligenti in merito.-

Ridgell cerca allora di stemperare l'atmosfera con queste leggere e veritiere parole:
"Sentite bene chierici del cazzo!
Ci avete evocati e quindi, volenti o nolenti, io ed Ailin dobbiamo seguirvi in questa follia.
Visto che il vostro capo è Tayga, lo è a maggior ragione anche per noi.
Quindi, per cortesia, non frantumateci i coglioni con pedisseque e prolississime esposizioni di intelligentissime teorie.
Tayga, dicci cosa fare, e noi, per dio (quale a voi la scelta), lo faremo!".-

Onorata, un po' impaurita, ma anche intrigata dalle sagge parole del mago, il riconosciuto capo della compagnia, Tayga, nonostante un ultimo goffo tentativo del paladino Alkatel di mettere in dubbio la saggezza del suo ispirato dire, decide di accettare la proposta del signorotto.-

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