lunedì 18 dicembre 2006

Da Torlan

Ormai ci sentiamo a Torisk come a casa nostra.-
Usciamo da casa di Torvill, aperitivo al Poco Loco, salutino agli amicucci, giretto in piazzetta poi alle camere per rinfrescarci un po', quindi alla locanda a mangiare e bere in modo smodato, poi in giro a cazzeggiare e fare shopping, infine, unica cosa veramente importante da fare, andiamo dal farmacista Torlan.-
Ovviamente Ailin si ricorda perfettamente le indicazioni ricevute da Torlan e, dopo appena sette giri completi del villaggio con Ridgell che bestemmia perché rischia di congelarsi gli zebedei, arriviamo alla casa del farmacista.-
Con un inimmaginabile colpo di scena il destino, tanto severo quanto giusto, ma sempre beffardo, fa si che la casa ci appaia ferma, solida, buia, chiusa, silenziosa, fredda, priva di odori, se rilevata magicamente priva di vita al suo interno.-
Subito Tayga, supportata dal fiero, ma servile paladino, azzarda un ipotesi: "Forse Torlan non è in casa".-
Intrigati dal fascino di tale audace pensata, e non sottovalutando il leggendario intuito del loro perspicace capo, comincia a serpeggiare in Emon Pok e in Alkatel come fattibile, l'ipotesi di entrare furtivamente, ma truffaldinamente, in contanta silente ed anonima abitazione.-
Emon Pok scassina con abilità la serratura (che Ridgell aveva già visto essere aperta) e tutti ci incuneiamo nello stretto, buio e silenzioso pertugio creatosi.-
Subito Emon Pok inciampa nello zerbino natalizio benenagurale e approfitta per toccare le pere di Ailin, il sedere di Tayga e, non si sa mai, il pacco di Apelios.-
Apelios, per il solo fatto che il cronista finalmente ha scritto giusto il suo nome, non si arrabbia, anzi, fraintendendo clamorosamente la situazione, ammicca con complicità verso l'incolpevole Alkatel.-
Fortunatamente Apelios, seppur in piena tempesta ormonale e ad un niente dal praticare autoerotismo, riesce a ricordare i suoi doveri di mistico e a lanciare alcuni utili sortilegi per identificare il magico, nonché a convincere della bontà di tale azione anche i due potenti usufruitori di magia: Ailin e Ridgell.-
Il destino, ovviamente, ricompensa i tre maghi facendo rilevare loro una emerita mazza.-
Quando ormai la situazione era ad un niente dall'essere decisamente imbarazzante, Emon Pok risolve il tutto con un silenziosissimo ma pestilenziale peto, frutto del frullato di trippa, rognoncini, cipolla, aglio, anguille marinate e prezzemolo che aveva tracannato a colazione.-
Subito tutti, bianchi in volto come cadaveri, si catapultano all'aperto in cerca di una boccata d'aria, seppur consci che solo una settimana di aerosol e irrigazioni nasali alle terme Felsinee potrebbe togliere dalle loro narici tale incredibile fetore.-
E' proprio in questo momento che, con la coda dell'occhio, Ridgell, mentre sta uscendo trattenendo il fiato, nota che in una certa parete non c'è una cosa che dovrebbe esserci .-
Appena usciti ci imbattiamo in due guardie che, stolte come poche, ci riaccompagnano dentro la casa di Torlan dove vengono immediatamente sondate da Ridgell con un ESP che coglie l'illuminante pensiero: "qui, in questa parete non c'è una cosa che dovrebbe esserci e che ha fatto togliere Torvill, speriamo che non se ne accorgano".-
Noi continuiamo ad accorgercene, ma anche a non capire un cazzo, perché ci riesce meglio vedere quello che c'è rispetto a non vedere quello che c'era….
Torniamo alla locanda dove Ridgell, ormai in trance sortilegio-competitiva, lancia uno charme ad un vecchio amico di Torlan, per scoprire che la cosa che non c'è dove doveva esserci, altro non era che il decalogo delle Regole da seguirsi in Torisk.-
La notizia, ovviamente, non aggiunge nulla alla scintilla interpretativa che soggiace negli occhi dei suoi compagni, quindi, non sapendo che altro fare, decidiamo di andare a prendere del freddo semimortale per cercare Torlan.,-
Non lo trov

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