giovedì 4 settembre 2008

Dal Mago

Lo stronzo ci lancia un sortilegio di incredibile potenza, Ridgell sbavacchia un po’, ma tutto sommato la prende abbastanza bene, che servirà ad annullare almeno un attacco magico del suo vecchio amico e ci congeda, dicendo che probabilmente non ci vedremo più.-
Ci tocchiamo i marroni (Ridgell, Alkatel ed Emon Pok i propri, Ailin e Tayga a caso, Apelios è indeciso…), e partiamo, decidendo di lasciare tutti i nostri beni e zaini sui cavalli, anch’essi abilmente schermati.-
Nel frattempo, abbiamo elaborato un piano infallibile per uccidere il vecchio amico del mago (non senza aver subito alcune bizze di Emon Pok e ideucce di Alkatel) che, a grandi linee, potrebbe essere così riassunto:
Alkatel entra per primo e si dispone a sinistra, pronto ad attaccare corpo a corpo;
Apelios entra per secondo e si dispone a destra, pronto ad attaccare corpo a corpo;
Emon Pok entra per terzo e si dispone al centro, pronto ad attaccare corpo a corpo o a lanciare un pugnale;
Ridgell entra per quarto e si dispone a destra pronto a lanciare un dardo;
Ailin entra per quinta (pur avendo una sesta) e si dispone a sinistra pronta a lanciare un dardo;
Tayga entra per ultima e, preso atto della situazione, da abile stratega qual è, deve solo decidere il momento dell’attacco coordinato pronunciando la parola chiave “Zubizarreta”.-
Impieghiamo cinque minuti per arrivare al convento del mistico da terminare, ma quasi due ore a far imparare a Tayga la parola chiave, poi, affidati i cavalli allo stalliere, entriamo duri, incazzati, compatti, massicci, determinati, risoluti, virtussini ed interisti, nello studio dell’ignaro mistico.-
Come sapete tutti i piani, anche quelli praticamente perfetti (di cui il nostro ambisce esserne esempio sempiterno, nonché caso di studio per le reclute del centro addestramento di Quantico per i prossimi vent’anni), hanno a volte un piccolo intoppo dato dall’imperscrutabile e beffardo disegno che il destino tratteggia con le sue tinte pallide ed offuscate.-
La forma prescelta dal destino, nel caso specifico a noi caro, questa volta prende le temibili sembianze del nostro vecchio amico Nosferatu: il Priore che davamo per morto e sepolto per merito di quella vecchia puttana di Chijan.-
A questo punto, nell’ordine, e nel rispetto quasi pedissequo di quanto concordato, accade che:
Alkatel entra per primo e si dispone a sinistra, pronto ad attaccare corpo a corpo, emanando però un’ininterrotta scia orrendamente maleodorante, provocata dall’emozione (sicuramente non paura…) di trovarsi davanti un Nosferatu ;
Apelios entra per secondo e si dispone a destra, pronto ad attaccare corpo a corpo, ma estrae il suo rosario portatile e, con metodo e calma, comincia a ricordare in ordine cronologico e chiedere perdono degli ultimi peccatucci commessi;
Emon Pok entra per terzo e si dispone al centro, pronto ad attaccare corpo a corpo o a lanciare un pugnale, poi sorride felice, perché, tutto sommato, gli dispiaceva uccidere un vecchietto buono ed innocente, mentre con il Nosferatu….;
Ridgell entra per quarto e si dispone a destra pronto a lanciare un dardo, poi si va a sedere su una poltrona, smoccolando come uno scaricatore di porto al quale è appena caduta sul ditone con unghia incarnita una cassa da tre tonnellate;
Ailin entra per quinta (pur avendo una sesta) e si dispone a sinistra pronta a lanciare un dardo, ma dall’emozione le pere si riducono ad una terza scarsa, provocando un moto di risentimento in tutti i presenti, Nosferatu compreso;
Tayga entra per ultima e, preso atto della situazione, da abile stratega qual è, deve solo decidere il momento dell’attacco coordinato pronunciando la parola chiave “Zubizarreta”, non vede il Nosferatu perché è ad occhi chiusa, concentratissima, che cerca disperatamente di ricordarsi la parola chiave.-
Fortunatamente non se la ricorda, così possiamo restare vivi ancora per qualche attimo, giusto il tempo che permette al vecchio mistico di salutarci con calore e chiederci quale oggetto mirabolante dobbiamo mostrargli.-
Mentre l’idiota, ormai inconsapevolmente border-line con la vita, ci guarda speranzoso ed i più rimangono pietrificati nelle descritte posizioni, Tayga, sempre ad occhi chiusi, continua a borbottare spezzoni semincomprensibili di parole tipo: “Zuzzurellone, Zuzzurro, Zatteronzolo, Zibibbo, Zazzera, Zuppiera, Zulbindarrebelleta, …..”.-
Il Nosferatu, incomprensibilmente contento di vederci, lancia un’occhiata maliziosa ai nostri eroi, colta la volo dallo scafato Arcimago, e domanda: “Posso sbrigare io la piccola formalità prima di parlare di cose importanti?”.-
Ad un cenno affermativo di Ridgell, pugnala il vecchio idiota (che ha ancora stampato sul viso un ebete sorriso ricco di aspettative), annullando con disarmante semplicità una quantità enorme di magia, e (solo dopo un’altra passatina ad asciugare il filino di bava di Ridgell), lascia cadere a terra il corpo senza vita, non dopo aver dato una leccatina all’intrigante pugnale.-
Il Nosferatu ci racconta di aver raggiunto un soddisfacente accordo con la puttana e deciso di aiutarci, ci dice, inoltre, di fare in fretta perché il mietitore è molto vicino e può percepire i nostri oggetti e controllare i nostri cavalli.-
Improvvisamente il piacevole chiacchiericcio viene interrotto dalla morbida voce da contralto di Tayga che urla, trionfante: “Zubizarreta”.-
Come un orda di lupi affamati ci lanciamo sul corpo esanime del vecchio e ormai defunto idiota, infierendo con armi e magie, fino a ridurlo ad un irriconoscibile grumo.-
Lo stesso Nosferatu inorridisce e rivaluta perplesso la bontà della sua decisione di stare dalla nostra parte….
Informata Tayga dell’accaduto, prendiamo il quarto pezzo del cristallo, che si fonde coi i tre precedenti (il Nosferatu si volta abbagliato e/o infastidito), e corriamo a prendere i nostri zaini, per poi dirigerci verso il portale segnalatoci dal mago.-
Nella piazza principale il portale, bello, sfavillante, acceso, invitante, ma evidentemente stronzo come tutti quelli che incontriamo su questo mondo di merda, appena ci vede si disattiva.-
Sentiamo tutti una voce che si sprona a passare comunque.-
Lo facciamo.-
Ci svegliamo, Apeliosprivi, senza armi, senza i nostri oggetti, coperti solo da una tunichetta di cotone, in un mondo orribilmente caldo ed umido, chiusi in una gabbia decisamente magica, con l’unica compagnia di una pergamena che immediatamente leggiamo.-
In estrema sintesi si può dire che:
La pergamena l’ha scritta la puttana;
Siamo sul continente degli elfi (diversi da Ailin, lei ha più pere);
Spero che il Master ci mandi il testo della pergamena perché la settima birra ha resettato il neurone scrivano.-
Mentre attendiamo che qualcuno venga a liberaci, Alkatel, che non ha ancora fatto la cazzata quotidiana, si guarda intorno triste e spaesato, con le grossa ditone in perenne movimento, sudatissimo e, con voce assonnata e malinconica dice: “Mi sarebbe proprio piaciuto vedere Apelios con questa graziosa tunichetta…”.

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