giovedì 22 aprile 2010

Colore Chiaro

Finalmente dopo lunghe chiacchiere con il re e un po’ di riposo, partiamo per andare dal principe sciamano.
Il re ci fornisce per il viaggio dei grifoni, animali grossi, non particolarmente intelligenti, ma utili (sempre presenti nel blasone dei Paladini).
Arrivati alla residenza dell’ex puttana bianca, ora possibile abitazione del Principe sciamano, con abili incantesimi della sacerdotessa (rilevare vita e rilevare trappole), veniamo a conoscenze delle seguenti utili informazioni:
1)il posto sembra deserto
2)non si riescono a rilevare trappole
3)non si riesce a rilevare se c’è vita all’interno dell’edificio
Confortati da tanta conoscenza, decidiamo di atterrare, non prima di aver utilizzato ulteriori validi metodi di rilevazione:
1)lanciamo una moneta per vedere se ci sono trappole sensibili al movimento
2)lanciamo un povero topo incolpevole che nell’ordine
a)si rompe due zampe
b)dimostra una notevole proprietà di linguaggio insultandoci in sei lingue differenti
c)cerca di azzannare il mago che ha suggerito questo stratagemma per cui verrà perseguitato a vita dagli animalisti di Greenpeace
Non ottenendo alcuna informazione utile e cauti come ubriachi (in effetti l’alcool era circolato in maniera eccessiva), decidiamo di entrare nel palazzo.
La residenza ci appare subito ben arredata, con gusto tipicamente femminile, tendine colorate alle finestre, tavoli aggraziati, una scala in stile classico, una testa mozzata…
A questo punto, i primi entrati, il paladino e il cubo, registrano che forse nell’arredamento c’è qualcosa che stona, il colore delle tende? I libri nelle librerie che trattano argomenti futili?
Incerti sulla fonte del disagio chiamano i compagni dicendo che è tutto a posto.
I compagni entrano e appena il cubo si avvicina alla testa mozzata della ex padrona di casa, ex puttana bianca, ex moglie del principe e ora ex e basta, ci appaiono intorno 5 elfi bianchi.
Non facciamo in tempo a dire colore chiaro, gusto pulito (favoriti in questo dalla bevanda che il master sta avidamente suggendo) che sti gran figli di … ci attaccano.
Tutto il potenziale bellico della compagnia viene messo in mostra
Apelios lancia subito il suo incantesimo di attacco più potente contro il capo dei nemici, ben sapendo che in questo continente la magia d’attacco pura non esiste e che quindi nessuno ha un respingi magia (che sarebbe perfettamente inutile), infatti il colpo gli viene respinto addosso, subisce i danni e l’onta di essere catapultato addosso a Taiga (quest’ultima non consenziente). Subito dopo comprendendo che la magia non va utilizzata, attacca fisicamente e in circa 20 secondi (2 round per i fissati dei tecnicismi) viene ridotto tipo carne simmenthal.
Alcatel affronta quello con l’arma più lunga e lui che fa del motto “non importa la lunghezza è importante come la usi” il suo inno, viene impalato come un maiale allo spiedo. Steso a terra con un’arma di circa due metri conficcata nello stomaco nell’ordine:
a)cerca di alzarsi e attaccare il nemico con tutta l’asta in corpo
b)in fin di vita e senza forze cerca di colpire con la sua ascia alle gambe l’elfo bianco che l’ha reso l’orgoglio di tutte le olive infilzate su uno stuzzicadenti; l’elfo, facendosi beffe del Paladino ordina un aperitivo da gustarsi rigorosamente con oliva
c)si incazza con il destino che già reso bresco dal whiskey lo fa squartare dall’elfo
Ridgell, capendo che la magia in questo scontro non sarà determinante, visto che gli avversari sembrano tutti ben immuni, decide di usare sapientemente i suoi incantesimi, blocca con una ragnatela uno degli aggressori, poi impietosito brucia la ragnatela con un attacco elementare di fuoco, liberando l’elfo e costringendo il suo bersaglio a piegarsi in due dalle risate. Dopo di che, con un pugnale che non riescono ad utilizzare i suoi compagni più abili, attacca il capo degli aggressori (palesemente il più agile) che lo scansa come se si fosse trattato di evitare un elefante con il mal di pancia. Ridgell indispettito se ne va e si mette a leggere il primo foglio di carta che trova.
Askew, il cubo, inizia, forse un po’ ubriacato dagli effluvi delle numerose bottiglie sotto il uso naso, a fare uno strano balletto, si lancia agilmente come solo un nano può fare verso l’elfo bloccato nella ragnatela di Ridgell, poi, senza infierire sul malcapitato piegato in due dalle risa, si avvicina all’altro che ha appena terminato di sorseggiare il suo aperitivo, lo prende per mano e inizia una splendida ed elegante danza. Finchè l’elfo al terzo pestone di piedi da parte del goffissimo nano, lo scaraventa via con la scusa del casqué.
Ailin riesce, non senza fatica, a far fuori un avversario.
Balakov secca un avversario mentre sorseggia un Tè alla mentuccia, inciampa su Apelios steso a terra e uccide un secondo elfo, assiste alla morte del capo degli aggressori che crolla infilzando Taiga, si gira verso l’ultimo dei nemici gli alita in faccia il tè alla mentuccia e questo stramazza al suolo.
Ridgell capendo che l’unico modo per ritornare sul suo mondo è riportare in vita i tre seguaci di Xar morti, afferma con la lucidità che lo contraddistingue in questi frangenti “tagliamo la gola ai tre che mi diverto tanto!” . Ailin gli fa notare che forse non è la soluzione migliore, allora il mago rinsavito pronuncia le superbe parole “allora io non gli dico cosa c’era scritto nella pergamena che ho letto tiè tiè tiè”.

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