mercoledì 31 ottobre 2007

132

Torniamo dal vecchio: non c'è.-
Andiamo alla locanda e veniamo accolti come Maradona, quando il Napoli vinse lo scudetto.-
Tayga, dapprima umile e riservata, si abitua subito a tale piacevole e comoda situazione; inizia a mangiare, bere, cazzeggiare, si fa palpare un po' il culo (ad Ailin le pere, ovviamente) fino a proporre ai suoi compagni esterrefatti di prendere la residenza nel villaggio ed aprire un agriturismo, un phone center o, addirittura, un pornoshop.-
Ailin e Ridgell, più scafati, in quanto evocati di mondo (però di un altro, purtroppo) riescono a fatica a ricordare a Tayga la missione, così iniziamo un noiosissimo palleggio villaggio-casadelvecchio, che ci porterà, dopo uno scambio similadolescenziale di bigliettini, a capire che dobbiamo andare dai briganti e convincerli a togliersi dai coglioni.-
Alkatel, dotato di diplomazia in misura almeno pari all'intelligenza, propone, al fine di non inimicarci i briganti, di far apparire vicino a loro la testa mozzata della spia poc'anzi eliminata.-
Ridgell, a malincuore, deve sottolineare la stupidità di tale idea, ma comincia a serpeggiare in lui l'intrigante idea che nella testolona dell'aspirante paladino qualcosa di buono, ci sia.-
Bocciata l'idea della decapitazione tardiva, decidiamo semplicemente di andare a parlamentare con i gaglioffi.-
Silenziosi come furetti arriviamo al limitare del bosco e, nascosti e furtivi, ci sporgiamo per vedere se ci sono ancora i due gonzi di guardia.-
Ovviamente non c'è nessuno, ma attrae la nostra attenzione una linea di neve smossa che, a tutti, appare ovviamente come la più letale delle trappole.-
Con un rapido consulto e l'utilizzo di alcuni semplici sortilegi: occultamento, rilevare la vita, rilevare le trappole, ambidestrismo, potenziamento del membro, creazione spettrale di un piccolo, ma incazzatissimo chihuahua, riusciamo a capire che la linea di neve smossa altri non è che una linea di neve smossa.-
Intristiti dal non avere ancora beccato la nostra trappola quotidiana, ci guardiamo sgomenti in torno, a parte Emon Pok che emette peti isterici e puzzolentissimi, ed Alkatel che cerca di battere il record del rutto più lungo del mondo (questo, purtroppo….), fino a quando l'Arcimago, abilmente occultato, scorge inequivocabili tracce di: "briganti impauriti che hanno lasciato la tana per andare a nascondersi nel bosco adiacente ed, assai intimoriti, come è giusto che sia, sperano che noi li contattiamo per parlare invece che far fare loro la fine della spia veterodecollata""
Apelios, altro algido e fulgido campione di diplomazia, utilizzando la sua voce da pornodivo apostrofa argutamente i malviventi con le liriche parole: "Deh, nauseabonda marmaglia dimenticata dagli dei, inchinatevi innanzi agli emissari del vero Dio, tanto giusto, quanto misericordioso, e volgete a valle i vostri innominabili e puzzolentissimi culi, affinché la vista nostra e dei bravi abitanti del villaggio non sia più offesa dalla sozzura e dal lordume che promana dalla vostra immonda figura".-
I briganti, cattivissimi, ma ignorantissimi, si inorgogliscono per cotanta attenzione loro dedicata e, in men che non si dica, promettono di andarsene entro sera.-
Torniamo dal vecchio: non c'è.-
C'è però l'immancabile bigliettino che, a parte qualche smanceria per Apelios, contiene un invito a cena.-
Emozionati come un'adolescente alla quale sia venuto il menarca proprio in occasione del primo ballo della scuola, andiamo alla locanda e veniamo accolti come l'idraulico che, dopo appena quattro mesi di attesa, viene a ripararci il rubinetto che perde.-
Puntuali come un foruncolo sullo scroto alla prima di "Edipo Re" al Duse (si, proprio la noiosissima ed interminabile versione con Glauco Mauri), arriviamo alla casa del vecchio.-
Incredibile: c'è!
Ha anche apparecchiato con il servizio buono e preparato una ottima cenetta a base di semolino premasticato, carne predigerita e omogeneizzati di frutta.-
Scopriamo presto perché; il vecchio, conosciuto in paese con il nome di Kovacs, in realtà si chiama 132, ed ha perso tutti i denti quando si chiamava 90.-
Passa quasi tutto il tempo in letargo perché è un mistico che fa il guardiano ad un portale non ufficiale e quindi segreto e pericolosissimo ed instabile che potrebbe far tornare esseri evocati sul loro mondo (Ridgell ed Ailin iniziano a sbavare) e quindi lui deve fare la guardia sempre ma sta per morire ed allora deve trovare un sostituto ma non sa chi prendere e poi è stupito che la reverenda madre sia così giovane e non capisca praticamente un cazzo mentre lui che è più furbo e più potente e più mistico e più esperto e ne sa a pacchi deve stare in questo posto del cazzo a fare la guardia ad una porta però fortunatamente sta per morire e quindi chiede il permesso di istruire un giovane scavezzacollo che anche se non è un mistico e non capisce una emerita mazza ha delle potenzialità.-
Oppure (e qui Ridgell ed Ailin sbiancano), se la Reverenda Madre da il suo permesso, potrebbe chiudere il portale.-
La questione è troppo importante da decidersi così su due piedi, con lo stomaco pieno delle nauseabonde pappette poc'anzi ingurgitate, così decidiamo di meditarci un po', prima di optare per una soluzione o l'altra.-
Prima di andare via 132, vecchio ma non ancora del tutto privo di interessi per i giovani mistici in carne, invita Apelios a seguirlo nella stanzetta della sua casa.-
Tornati dopo breve, visibilmente accaldati, vediamo che 132 ha donato ad Apelios le sue immonde bende.-
Fortunatamente del tutto ignari di quale orrenda contropartita abbia dovuto pagare Apelios, ci teniamo prudentemente a debita distanza dalla fetide strisce di tessuto che, da oggi, prenderanno il nome di "innominabili" in onore di un paio di calze, indossate per almeno una settimana continuativamente durante la celeberrima "Campagna di Zocca", da un vecchio e glorioso guerriero del passato, tale Gianninus Colajannis, amico e mentore dell'Arcimago.-

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