lunedì 8 ottobre 2007

Il Mago

Seppur diffidenti, decidiamo di incontrarci l'indomani con il mercante Dheggar, il suo insignificante cugino Nonnul, la maghetta Peggy, e due nobilotti rompicoglioni che, appena conosciuti, iniziano a stracciare le palle chiedendoci un passaggio a scrocco attraverso il portale.-
Noi diciamo loro, con educazione e fermezza, di non rompere i coglioni e li invitiamo a comprare dei regolari biglietti per la corriera delle 13,30, linea capitale-altrocontinente.-
Dheggar intanto, conscio che difficilmente potrà farci entrare di soppiatto nella capitale con anche i cavalli e tutto l'armamentario, ci consiglia di affidarli ad un suo caro amico, tenutario di una vicina fattoria.-
Tutti d'accordo, anche Alkatel che non ha capito che questo significa lasciare anche tutte le sua armi, ed anche Emon Pok e Apelios, stranamente silenziosi in tale occasione, andiamo alla fattoria e la troviamo, ovviamente, distrutta e ancora fumante.-
Il generoso Alkatel propone subito di andare a vedere se sono rimasti dei superstiti, ma Ridgell e lo stesso Dheggar, seppur addolorato, gli fanno capire la pericolosità di tale azione.-
Alkatel si convince!
Si è strano lo so, ma credetemi, per tutta la strada di ritorno al campo base, il generoso ma gonzo apprendista paladino ripete con fermo cipiglio il suo particolarissimo mantra: "Erano sicuramente tutti morti, non c'erano superstiti, anche ce ne fossero stati magari erano incurabili, e comunque sarebbe stato troppo pericoloso avvicinarsi, non possiamo certo mettere a repentaglio l'incolumità della Reverenda Madre per due contadinotti, magari anche fortitudini, ecc.".-
Tornati, confortati dal silenzio che ammanta Apelios ed Emon Pok, tutti ci fanno i complimenti per esserci strasciacquato le balle degli amici contadini, poi decidiamo di mandare affanculo i cavalli, lasciandoli ad un losco ma fidato energumeno ed, infine, stanchi ma felici, tentiamo di riposarci per poi entrare durante la notte nella capitale.-
Ci accampiamo e Ridgell, con la scusa di confrontare il lancio dell'utile sortilegio "Immane godimento da dietro prolungato nel tempo", si sdraia dietro Peggy, la maghetta dalle agili mani e dalla lingua veloce.-
Nel senso che molla due schiaffi a Ridgell, mandandolo contemporaneamente a cagare.-
Intanto i due nobilotti, scrocconi e rompicoglioni per natura, intomellano Alkatel e Tayga raccontando loro una improbabile storia strappalacrime del tipo: "Se proprio non potete aiutarci allora io mi sacrificherò buttandomi sotto le ruote della corriera per consentire il passaggio almeno alla mia compagna, perché lei è importante, io non conto nulla, ecc., ecc.".-
Capita la situazione (lui è completamente rimbecillito dalle pompe di lei) Tayga cerca di prendere tempo e convince il succube mentecatto ad attendere almeno l'alba, per permetterci di incontrare il mago consigliatoci da Chijan.-
Così facciamo, andiamo nella capitale, alloggiamo alla locanda del coltello arrugginito, incontriamo l'oste (dalla stazza probabilmente un orco), mandiamo Peggy a procurarci un appuntamento con il mago.-
Peggy torna e, mettendosi a posto le gonne ancora stropicciate dalle attenzioni dell'infido, ma a questo punto per niente stupido mago, ci indica la strada per arrivare da lui.-
Il mago, che è vecchio, lurido, infido, lascivo, porco (già sta simpatico a Ridgell) se la tira non poco, poi, con laconica efficienza, ci incarica di andare a recuperare un bastone dalle rovine di una torre di un mago ormai defunto (speriamo).-
Accettiamo con entusiasmo, poi uscendo lasciamo in pegno alla cassiera Jenna lo spadino del drago, per permetterle di identificarlo con la tecnica dello sfregamento perpetuo….
Il vecchio mago, P

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