mercoledì 9 aprile 2008

L'ideina

Sotto gli occhi esterrefatti dei quattro poveretti, cerchiamo così inutilmente di decidere se l’ideona sia veramente realizzabile.-
Impregnati di buon senso divino, Tayga ed il mistico, nonostante un ultimo disilluso, ma goffo tentativo del paladino di perorare la fattibilità dell’ideona, sapientemente corroborata da strani pezzi di focaccia impregnata di essenze all’odorato ed al gusto assai invitanti (Emon Pok e i due evocati, ovviamente, se ne sbattono), decidono infine di non rischiare la vita dei valorosi soldati di Coito e, seppur a malincuore, ordinano alla compagnia di ritornare verso la biblioteca.-
Non prima, però, di aver concepito un piano accurato, studiato fin nei più piccoli dettagli, finalizzato al sicuro recupero del cristallo in tempi brevissimi e senza mettere a repentaglio l’incolumità dei nostri eroi.-
Nessun problema; i più portati alla strategia iniziano subito, attingendo al piccolo florilegio del grande condottiero, ad eiaculare ideine, ideuzze, ideuncole, fortunatamente nessuna ideona.-
Tayga e Ridgell, menti capaci ma momentaneamente in stand-by, cercano di disegnare un diagramma di flusso che, a ritroso, porti a concepire il piano suddetto.-
Dalla fine, in ordine decrescente, scrivono le seguenti parole: cristallo, Cripta, libro, sequenza, cripta, biblioteca, tunnel, capanna dei pescatori.-
Poi, orgogliosissimi della loro trovata, si siedono soddisfatti ed appagati.-
Basta uno sguardo alle espressioni sbigottite dei compagni, per capire che il loro enorme sforzo intellettuale non serve ad un cazzo e, mandati prontamente tutti quanti a cagare, per sfogarsi vanno a fare a pezzi un enorme ed antico manufatto, nerastro e di forma stranamente ovoidale, che si era misteriosamente materializzato nei dintorni.-
Aiutano, come sempre in tali occasioni, alcuni folletti reclutati in loco, tali Nikky e Luccry, volenterosi ma completamente inutili, anzi dannosi, specialmente l’imbronciato Nikky che sembra non gradire l’odore dell’arcano ovoide.-
Emon Pok, stranamente taciturno, si sciacqua gli zebedei traendone immenso e duraturo godimento.-
Apelios prova ad imbastire un canovaccio di ragionamento, ma fortunatamente desiste prima di sovraccaricare l’organo deputato a tale, per lui, improbo compito.
Alkatel, ancora imbronciato dalla bocciatura dell’ideona, si lascia andare a scene che non vorremmo mai vedere: prima inscena una finta crisi isterica, con tanto di lacrime e peti finti (ma addirittura più puzzolenti di quelli veri), poi prova con un bieco pietismo a far cambiare idea al destino, secondo lui ingiusto e beffardo, infine, subdolamente come solo un bigotto aspirante paladino cattocomunista può essere, inoltra una denuncia di mobbing al quale ritiene di essere sottoposto dalle divinità attualmente in carica.-
Quando ormai la situazione sembrava irrimediabilmente compromessa, Ailin, paziente come solo una donna mestruata con il mal di denti un eczema il perizoma che ha fatto infezione tre figli a casa con la diarrea ed il marito a giocare a bigliardo con gli amici, può essere, prende in mano la situazione e comincia a disegnare decine e decine di tunnel, budelli, rii, scarpate, scogliere, fortini, barche, monasteri, cripte (con c iniziali di non meno di dieci diverse dimensioni), biblioteche, stanze, pescatori….
Subito Alkatel, credendo che Ailin stia distribuendo le carte per giocare a mercante in fiera, cessa di essere imbronciato e, con la consueta bonomia, che costa la sublussazione della spalla ad Apelios ed Emon Pok, inizia a fare l’asta per le prime tre figure.-
Sono il tunnel ancora inesplorato, il libro e Ridgell…….

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